L’omeopata a processo per aver curato il tumore a chiacchiere

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-11

Nelle more del processo sull’omeopata hameriana Germana Durando, già condannata in appello per omicidio colposo, è nata l’inchiesta sulla sua “mentore” Maria Gloria Alcover Lillo, famosa omeopata modenese con studio anche a Torino

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Nel processo contro Germana Durando, il medico omeopata torinese condannata in appello a tre anni e dieci mesi per omicidio colposo, entra in scena un’altra imputata: Maria Gloria Alcover Lillo. Residente a modena ma di origine spagnola, sessantacinque anni, medico omeopata come la Durando, è stata accusata dal fratello di Marina Lallo (la donna “curata” dalla Durando e deceduta nel 2015) di essere il “mentore” della Durando.

Chi è Maria Gloria Alcover Lillo e perché è a giudizio nell’inchiesta su Germana Durando

Durante l’inchiesta per la morte di Marina, convinta dalla Durando a “curare con le parole” un melanoma alla spalla per nove anni, è emerso come Maria Gloria Alcover Lillo abbia mandato delle email alla sua “allieva” torinese per consigliarla come “curare” la paziente poi deceduta quando il tumore, ormai inoperabile, raggiunse il cervello. In due occasioni l’omeopata modenese avrebbe visitato personalmente la paziente della Durando. Per questo motivo già ad aprile scorso il Gip torinese aveva emesso un’ordinanza di interdizione dai pubblici uffici nei confronti della Alcover Lillo.

Maria Gloria Alcover Lillo germana durando - 1

L’omeopata modenese, molto famosa anche a livello internazionale, inizialmente estranea all’indagine e è stata quindi iscritta nel registro degli indagati e successivamente rinviata a giudizio per concorso in omicidio colposo, secondo l’accusa la donna avrebbe svolto un ruolo di «cooperazione» nell’omicidio colposo di Marina Lallo. Oltre alle mail indirizzate alla “allieva” ne è emersa una spedita ad una cliente, Sonia, che era testimone nel processo. In quella mail, datata 6 aprile 2016, la Alcover scriveva: «Cara è importantissimo che dichiari di avere avuto un melanoma
guarito con l’omeopatia». Inutile spiegare perché questa testimonianza fosse così importante.

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Le malattie “curabili” con l’omeopatia. Dal sito di Maria Gloria Algover Lillo

È sufficiente dare un’occhiata al sito dell’omeopata dove si legge che è in grado di curare con l’omeopatia malattie croniche ereditarie, acute, epidemiche di ogni natura e in ogni età. Ad esempio, spiega l’omeopata, la guarigione si compie in più del 90% del casi. Percentuali di successo altissime, e anche quando non si arriva a completa guarigione si assiste a “miglioramento progressivo e regressione relativa” nei malati gravi oppure in “malattie della post modernità” come ad esempio autismo, morbo di Krohn e “malattie del midollo osseo”.

Il processo a Maria Gloria Alcover Lillo

Il dottor Rudy Lallo, fratello di Marina, ha raccontato che dall’analisi del computer della Alcover è stato scoperto «come l’omeopata, nel 1993, avesse cercato di convincere mia cognata a non sottoporre suo figlio alla chemioterapia. All’epoca il bambino aveva tre anni e gli diagnosticarono un bruttissimo caso di leucemia». In aula la cognata ha testimoniato che dopo un incontro con la Alcover (dove venne portata dalla Durando) l’omeopata le disse “Smetta di fare le terapie, è una madre degenere e sta uccidendo suo figlio. Ascolti me”.

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A processo – Racconta Claudio Laugeri sulla Stampa – la Alcover si sfoga con i giornalisti: «Mi avete descritta come un mostro, mi avete distrutta sui giornali» accusandoli di averla descritta come hameriana (ovvero seguace delle teorie del medico radiato Rike Geerd Hamer) e ribadendo di essere invece un medico omeopata (è stata fondatrice della fondatrice e direttrice dell’ Accademica della Scuola Hahnemanniana P.S. Ortega di Modena) e basta. Germana Durando invece è una seguace di Hamer. Sul banco dei testimoni sono saliti anche alcuni ex pazienti della Alcover, una ha dichiarato che la dottoressa «Non ha mai escluso l’utilizzo di farmaci tradizionali. A volte, mi ha anche consigliato di consultare uno specialista» mentre Sonia, la destinataria della famosa mail, il cui melanoma (un neo) sarebbe guarito con l’omeopatia. Peccato però che la donna non si sia mai sottoposta ad una biopsia e che il melanoma non sia mai stato diagnosticato.

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