Giulio Sapelli, premier per 24 ore del governo Lega-M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-15

È stato breve ma intenso: cinquantadue minuti da capo del governo e cinque interviste per il professore di storia dell’economia. Che alla fine è stato affossato dai 5 Stelle

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«Io ho offerto una disponibilità. Poi, ho dovuto prendere atto che chi me l’aveva chiesta ha cambiato idea». Così Giulio Sapelli, presidente del Consiglio per 24 ore del governo Lega-M5S sulle orme di Raffaele De Dominicis a Roma, racconta in breve ai giornali come è finito nel tritacarne del governo Lega-M5S prima ricevendo un invito a diventare presidente del Consiglio del Carroccio e dei grillini e poi registrando il cambio di vento nei suoi confronti.

Giulio Sapelli, premier per 24 ore del governo Lega-M5S

Sapelli, professore di storia dell’economia che doveva laureare proprio Salvini, ieri è stato brutalmente seccato da una nota del MoVimento 5 Stelle proprio sul più bello, ovvero mentre non confermava né smentiva prima e ammetteva poi di essere stato contattato per conoscere la sua disponibilità ad andare a Palazzo Chigi. Ma il professore faceva anche sapere di volere come ministro dell’Economia un nome del calibro di Domenico Siniscalco, rompendo così le uova nel paniere della spartizione delle poltrone.

giulio sapelli presidente del consiglio lega-m5s

A differenza delle smentite di prammatica del M5S, Sapelli ammette oggi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera di aver ricevuto prima un invito da Giancarlo Giorgetti un paio di giorni prima e poi di aver incontrato domenica sera proprio Salvini e Di Maio “in un albergo di Milano”.

I due leader le avevano dato qualche garanzia?
«No. Loro sono stati molto corretti. Mi hanno detto: se raggiungiamo un accordo tra di noi, e sottolineiamo il se, lei professor Sapelli sarebbe disponibile a fare il primo ministro?».

Questa la domanda. La sua risposta?
«La mia risposta è che, dato che me lo stavano chiedendo loro che sono i rappresentanti del popolo, io sarei stato disponibile. A condizione, credo legittima, di poter dire la mia sui ministri».

Dicono che lei in precedenza era stato contattato anche dal Movimento 5 Stelle. È vero?
«Sì. Era venuto Riccardo Fraccaro a casa mia e mi aveva proposto di fare il ministro all’Economia oppure al Lavoro. E io avevo risposto di no».

Ora, perché i 5 Stelle volessero fare ministro dell’Economia uno che li paragonava ai nazisti e che diceva che erano un’invenzione americana e israeliana per influenzare la politica italiana, è un mistero che soltanto Di Maio potrebbe spiegare, forse con l’ammissione di aver utilizzato la stessa metodologia già apprezzata all’epoca delle candidature nei collegi uninominali.

È stato breve ma intenso

Ma a parte questo la storia di Giulio Sapelli premier per un giorno descrive perfettamente l’altissimo livello di improvvisazione che sta caratterizzando questa fase politica. Il nome di Sapelli doveva essere talmente segreto che già in mattinata Paolo Becchi segnalava l’accordo raggiunto sull’inquilino di Palazzo Chigi. Lui doveva talmente mantenere il silenzio che parlando con un’agenzia di stampa non ha smentito né confermato la questione, alimentando così tutte le voci che si sono scatenate in mattinata.

Poi è arrivato il veto del MoVimento 5 Stelle che si era invece indirizzato sul professore di diritto amministrativo Giuseppe Conte,  proprio mentre Sapelli, ormai sciolto, rilasciava cinque interviste in cinquantadue minuti. Ex post, pare che i M5S non gradissero né Sapelli né ritrovare al Tesoro un banchiere ex ministro dei governi Berlusconi. «Ringrazio Giulio per la stima e l’amicizia, ma non mi sento in panchina», ha detto a Repubblica proprio Siniscalco, che con Sapelli ha condiviso la laurea con l’economista Franco Momigliano, poi la docenza e la ricerca presso la Fondazione Mattei (Eni). L’idea Sapelli sembra sia venuta al segretario della Lega, tra i suoi studenti vent’anni fa. Ma nel 2008 a cinque esami dalla laurea Salvini lasciò, per «liberare la Padania». E sappiamo tutti com’è andata a finire.

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