Piazza Navona, la Festa della Befana a rischio anche senza il caso Coidicine

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-03

Gli ambulanti non vogliono accollarsi i costi della sicurezza e del presepe e potrebbero non allestire la piazza per quest’anno. Il Comune potrebbe avere un piano B

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Ci sono 450mila buone ragioni per ritenere che la Festa della Befana di Piazza Navona sia a rischio nonostante il bando che ha portato al trionfo dei Tredicine. Più altre centomila, visto che gli ambulanti che hanno vinto il bando non hanno ancora ritirato il titolo perché si sono accorti che a loro, secondo il decreto Minniti, spetta garantire la sicurezza della piazza in merito all’attuazione e alla copertura dei costi del piano di sicurezza oltre che il conto dell’allestimento del presepe che dovrà allietare (?) la festa.

La festa della Befana a rischio 

Al netto delle interviste di Adriano Meloni al Messaggero e delle loro rettifiche con tante scuse ad Andrea Coia, quindi, la situazione di stallo per la festa della Befana a Piazza Navona non si sblocca. E infatti gli ambulanti, che avrebbero dovuto cominciare ad allestire dal primo dicembre per rendere tutto operativo per sabato, sono invece sul piede di guerra. E c’è chi non nasconde di avere l’intenzione di lasciar perdere, rinunciando al diritto nonostante la vittoria del bando. Loro sono disposti a spendere non più di duemila euro, mentre secondo i conti fatti questa settimana c’è chi dovrebbe arrivare a metterne fino a 14mila per la sicurezza e il presepe.
tredicine piazza navona di maio
Certo, la rinuncia da un lato potrebbe non essere del tutto sgradita al Comune di Roma, visto che le polemiche sui presunti legami tra il MoVimento 5 Stelle e i Tredicineben enucleate dal neologismo “Coidicine” – scatenate dall’intervista di Meloni al Messaggero possono fare male al M5S soprattutto a livello nazionale. Ma dopo la difesa a spada tratta del bando da parte dello stesso assessore e le tante indiscrezioni sul suo posto a rischio per le tante assenze in Giunta, ciò costituirebbe comunque un grave smacco per l’amministrazione comunale. Oltre a rappresentare una dichiarazione di guerra nei confronti degli ambulanti e di quella frangia che d’altro canto Luigi Di Maio aveva accostato a Mafia Capitale.

Il caso Coidicine

Ma ci vuole comunque una bella dose di coraggio per salutare l’assessore Meloni, visto che quest’ultimo, oltre ad essere stato suggerito all’epoca della formazione della Giunta dalla Casaleggio Associati, è anche un importante teste a discarico di Virginia Raggi nel processo che sta per iniziare a carico della sindaca di Roma per la nomina del fratello di Marra. Una questione che non sembra toccare molto lo stesso Coia, che ieri sulla sua pagina Facebook ha finalmente detto la sua sulla vicenda minacciando querele probabilmente nei confronti dello stesso Meloni.

Ciò che ho letto ieri sui principali quotidiani è falso, grave e insopportabile sia per quanto riguarda la mia persona che per tutto il Movimento 5 Stelle. Darò mandato al mio avvocato di valutare se e contro chi sporgere querela.

andrea coia adriano meloni festa della befana piazza navona
Significativamente, a corredare l’annuncio c’era una foto che ritraeva Virginia Raggi, Beppe Grillo, Marcello De Vito e Daniele Frongia con i consiglieri capitolini del MoVimento 5 Stelle ma senza gli esponenti della Giunta, a sottolineare che gli eletti del M5S sono compatti sulla vicenda e stanno tutti con Coia. Ma dovranno fare i conti con quanto ricorda oggi Lorenzo D’Albergo su Repubblica Roma: dopo aver spiegato in un’intervista a Repubblica di non conoscere Renato Marra, suggeritogli dall’ex capo del Personale Raffaele e solo dopo nominato alla direzione Turismo, ha ritrattato: «È vero, ho scelto io Renato Marra alla guida della direzione Turismo perché poteva fare un buon lavoro. E infatti lo stava facendo. Venendo dalle forze dell’ordine. Raffaele Marra? Era defilato, non è che ha sollecitato la promozione del fratello». Ecco, se Adriano Meloni dovesse ripetere queste parole in aula, alla sindaca Virginia Raggi e ai suoi avvocati non dispiacerebbe affatto.

Il rischio di avere Piazza Navona vuota 

Intanto si vocifera che il Comune di Roma potrebbe avere un piano B che eviterebbe il rischio di trovarsi con Piazza Navona vuota per la festa della Befana. Se gli ambulanti dovessero continuare con la loro posizione rigida, e tenendo anche conto del fatto che il bando assicurava una postazione per i prossimi nove anni, il Campidoglio potrebbe ospitare a piazza Navona una fiera di prodotti tipici dai territori terremotati al posto delle solite bancarelle dei Tredicine e degli altri.

L’amministrazione 5S proverà a mettere i commercianti spalle al muro: offrirà loro il progetto studiato da Zètema per la sicurezza, poi gli assegnatari potranno decidere se pagare la somma al Comune o se rivolgersi al mercato cercando un privato in grado di allestire lo stesso dispositivo a un prezzo inferiore.
Se non si troverà l’intesa e la festa della Befana dovesse saltare, c’è sempre l’exit strategy: rubrica alla mano, cornette roventi, la sindaca potrebbe trovarsi a chiamare i colleghi dei comuni terremotati. Da Sergio Pirozzi in giù per salvare l’appuntamento di piazza Navona e dargli un’impronta solidale.

adriano meloni andrea coia tredicine
L’idea potrebbe salvare la festa e anche dare un segnale ben preciso nella polemica sui Tredicine a livello nazionale. Ma potrebbe avere ripercussioni interne non gradite a livello locale. Senza contare i rischi di ricorsi al TAR e alla Corte dei Conti che già paventava Meloni in caso di contributo del Comune alla gestione della sicurezza.

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