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L’improvvisa scoperta dell’europarlamentare: nel M5S non c’è democrazia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-10

Ci ha messo quasi cinque anni ma anche Daniela Aiuto si è accorta che nel MoVimento 5 Stelle comandano Davide Casaleggio e lo staff della comunicazione. Eppure quando la comunicazione del M5S Europa aveva chiesto le password degli account Facebook non le era venuto nessun dubbio

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Dopo Marco Affronte, Marco Zanni e David Borrelli anche Daniela Aiuto ha deciso di lasciare il MoVimento 5 Stelle. Lo fa a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato di parlamentare europeo perché si è accorta che nel M5S qualcosa non funziona come dovrebbe. In ossequio ai principi della trasparenza, della democrazia diretta e del rapporto con il cittadino-elettore l’annuncio non viene dato sulla sua pagina Facebook ma tramite un’intervista concessa a Jacopo Iacoboni de La Stampa.

Daniela Aiuto scopre che nel M5S la democrazia non esiste

Proprio in occasione dell’addio di Affronte, in seguito al tentativo del M5S di entrare nell’eurogruppo dell’ALDE, si parlò della volontà da parte della Aiuto di entrare a far parte dei Verdi. Poco dopo però l’europarlamentare rinunciò a lasciare il MoVimento ma evidentemente i rapporti erano ormai compromessi. Alla Stampa l’eurodeputata racconta cosa l’ha portata a decidere di lasciare il partito di Grillo e Casaleggio (figlio): «Mi ha mortificato l’assenza di dialogo. Avremmo voluto rispondere in maniera diretta ai cittadini riguardo al nostro operato, e non ad una singola persona». Quella singola persona di cui parla è Davide Casaleggio che in teoria dovrebbe essere il gestore della piattaforma Rousseau nonché il “tecnico informatico” del partito (con il ruolo di consulente della piattaforma Web) ma che a quanto pare svolge anche funzione di Garante e di giudice.

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Sui social le chiedono di spiegare l’intervista in cui annuncia l’addio al M5S, c’è perfino chi crede che non sia vera e chiede conferma. Lei non risponde. Rimane quello che ha detto a Iacoboni. Parole durissime sul partito guidato da Di Maio. Come sempre accade per chi abbandona il MoVimento si scopre che le cose vanno male e che della tanto decantata democrazia diretta non c’è nemmeno l’ombra. Chi comanda nel M5S? Il gruppo della comunicazione, lo “staff” che decide tutto: «Nel Movimento 5 Stelle gli eletti sono al servizio della comunicazione, e non il contrario. Comunicazione fatta di persone di solito provenienti dalla Casaleggio, o scelte lì. Queste persone sono diventate il gestore delle nostre esistenze, non della comunicazione soltanto. Entrano nelle nostre vite perché possono decidere il successo o l’affossamento mediatico del singolo eletto. Si è arrivati anche a dire a qualche mia collega come doveva truccarsi o vestirsi». Deve essere stata dura per la Aiuto continuare a vivere in questa situazione per quasi cinque anni senza poter dire nulla e senza poter lasciare il partito. Forse a bloccarla era il timore di dover pagare la ridicola penale da 250 mila euro?

I parlamentari controllati dalla Casaleggio

Ma quanto conta il gruppo della comunicazione? Secondo la Aiuto molto. Al punto che Cristina Belotti (ora al MISE con Di Maio) all’epoca in cui era a capo dello staff all’Unione Europea chiese a tutti gli eletti «di consegnare la password di accesso alle nostre pagine facebook. Lei voleva avere il potere di cancellare qualunque post ritenesse poco opportuno». Ciononostante dopo questa richiesta – che immaginiamo sia avvenuta parecchio tempo fa – la Aiuto non ha deciso di andarsene subito. Anche dopo essersi accorta che Casaleggio non solo una figura meramente “tecnica”. All’epoca della sospensione della Aiuto in seguito alla vicenda dello studio copiato da Wikipedia fu proprio il figlio del co-fondatore del partito a gestire il “processo” all’europarlamentare. In quell’occasione la Aiuto venne convocata da Davide Casaleggio e fu lui a decidere di irrogare la sanzione. Anche il materiale “difensivo” che avrebbe dovuto essere vagliato dai probiviri è stato mandato al figlio del Guru senza alcun rispetto per quanto scritto nello statuto.

Chi decide insomma è sempre Davide Casaleggio. Che non solo si assume i compiti che spetterebbero al Collegio dei Probiviri e al Comitato di Garanzia (dei quali non fa parte essendo cariche elettive) ma esercita le funzioni che dovrebbero essere prerogativa del Garante ovvero la figura che svolge «il ruolo di custode dei valori fondamentali dell’azione politica dell’Associazione». In teoria il Garante dovrebbe essere un signore di nome Beppe Grillo ma non risulta né che sia stato eletto (come invece prevede lo statuto) né che eserciti nei fatti questa funzione. A leggere gli ultimi tweet la Aiuto è uscita dal M5S solo per quel motivo, non sembra infatti che abbia rinnegato la linea politica fin qui tenuta dal partito, a partire dall’alleanza europea con lo UKIP fino a quella di governo con la Lega passando per il DEF con il deficit al 2,4%.

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EDIT: Alle ore 12:13 di oggi l’onorevole Daniela Aiuto ha pubblicato su Facebook una nota stampa  nella quale conferma la sua decisione di abbandonare il M5S a causa delle «molte difficoltà di dialogo e le tante restrizioni anche personali durante il suo mandato, anche nella fase dell’auto-sospensione». Curiosamente però dopo aver rilasciato un’intervista nella quale critica duramente i vertici del MoVimento, dicendo tra l’altro di non aver avuto più contatti con Di Maio e rivelando che «chi gestiva i profili di Di Maio e di Di Battista era un’unica mente», la Aiuto si congeda dal M5S ringraziando i vertici per l’opportunità avuta.

Leggi sull’argomento: Il boicottaggio dei grillini a L’Aria che tira dell’odiata Myrta Merlino

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