Fact checking
Cosa succede nel MoVimento 5 Stelle Liguria?
Alessandro D'Amato 28/02/2017
Cosa c’è dietro le lacrime di Alice Salvatore e l’attivista duro e puro che è contrario alla politica dei selfie. Perché c’è chi se ne va e dice non vuole essere «complice dello stupro di un sogno». Le voci che parlano di 200 fuoriusciti tra eletti e attivisti della prima ora. E un tizio che va in giro a minacciare i dissidenti
L’ex candidato sindaco a Genova che lascia perché «non regge la politica dei selfie». Il consigliere regionale che se ne va perché non vuole essere «complice dello stupro di un sogno». Le voci che parlano di 200 fuoriusciti tra eletti e attivisti della prima ora. E un tizio che va in giro a minacciare i dissidenti. Mentre Alice Salvatore scoppia in lacrime. Cosa succede nel MoVimento 5 Stelle ligure e perché nella regione di Beppe Grillo si è arrivati ai ferri corti?
Cosa succede nel MoVimento 5 Stelle in Liguria?
Tutto comincia ufficialmente alla fine dello scorso ottobre, in un luogo inusuale per certi pentastellati, ovvero in un’assemblea del MoVimento a Genova. Lì Paolo Putti, ex candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle a Genova e figura di grande carisma presso gli attivisti liguri, annuncia che non si ricandiderà con i grillini alle prossime elezioni. Putti, in un rigurgito di sincerità che non è certo appannaggio dei politici e degli aspiranti tali (sia del M5S che di altri partiti) dice che non sente di avere le competenze necessarie per tutto quello che serve alla sua città. Anche se, aggiunge, non ha paura di capi e capetti. E qui il riferimento è lampante: Putti ce l’ha proprio con la Salvatore, che da candidata presidente in Liguria ha scalato molto rapidamente i favori dei vertici nazionali del M5S grazie alle sue indubbie capacità di comunicazione, al netto di enormi figure non proprio edificanti. «Ero entrato qui perché mi avevano detto che non importava quanti voti prendevamo, ma dovevamo rendere la gente consapevole. Se domani un venditore più bravo di me gli vende una roba che non mi piace, cosa faccio? E io non voglio allevare consumatori di voti, non mi interessa. Questa è la grave difficoltà che io ho avuto col MoVimento», dice Putti in assemblea. «Io ho degli amici, una famiglia, un lavoro: posso permettermi di scegliere. Se scelgo il MoVimento è perché mi piace, non perché mi piace il potere. A me non interessa sostituire un potere di qualcuno con un potere inconsapevole di molti».
Dietro lo sfogo c’è anche altro. Ovvero la decisione da parte dei vertici di non lasciar decidere il prossimo candidato sindaco dall’assemblea ma da un voto sul web, senza faccia a faccia. E la sensazione, in molti attivisti liguri, che la scelta del candidato sia stata in realtà già fatta: la Salvatore vorrebbe candidare sindaco l’attivista Luca Pirondini, attivista e artista, maestro di musica al Carlo Felice. Ma gli episodi rivelatori di un clima caldo sono molti. Qualche mese fa quel gran genio della Salvatore in un’interrogazione alla Giunta chiedeva se, in virtù dell’alto contributo all’inquinamento atmosferico del porto dato dalle Riparazioni Cantieri Navali di Genova non fosse il caso di trasferire quell’attività lontano dalla zona. Un’«ideona» che scatenò la protesta del lavoratori navali, che hanno ovviamente scioperato e si sono presentati in Consiglio Regionale per contestare, fischiare e interrompere l’intervento della Salvatore. La contestazione ha provocato due velocissimi dietrofront in seno ai 5 Stelle: quello della Salvatore, che ha detto che “L’M5S da sempre si schiera a fianco lavoratori da parte nostra non c’è stata nessuna richiesta formale di spostare i cantieri a 5 km, solo un’interrogazione per chiedere alla giunta Toti se si sta muovendo per trovare una soluzione all’inquinamento atmosferico evitando la contrapposizione tra lavoro e salute dei cittadini e dei lavoratori stessi”. E poi quello dell’allora collega Francesco Battistini, che osò addirittura dire che : “Io sono della Spezia e non conosco bene la situazione delle riparazioni navali genovesi, ma evidentemente abbiamo sbagliato interrogazione perché non esiste salute senza lavoro. Sono qui per chiedere scusa a tutti voi, uno per uno”.
La diaspora ligure e il M5S nelle mani di Alice Salvatore
Qualche tempo dopo l’assemblea pubblica Putti annuncia insieme a Emanuela Burlando e Mauro Muscarà il suo addio al M5S. Battistini ha la grande idea di salutare Putti dalla sua pagina Facebook. In più, a metà gennaio sempre Battistini aveva criticato la “riunione carbonara” del M5S a Genova con una sessantina di attivisti dove a prendere la parola per primo fu, vedi tu a volte le coincidenze, proprio quel Luca Pirondini, papabile candidato sindaco a Genova. Troppo, per un M5S: il blog di Beppe Grillo annuncia che la condotta di Battistini “verrà valutata dai probiviri” (qualunque cosa ciò significhi). Lui capisce che ha i giorni contati.
E così si arriva ad oggi: Battistini si autosospende dal M5S e aderisce al gruppo misto proprio nel giorno in cui era in discussione all’ordine del giorno il reddito di cittadinanza per proposta del MoVimento 5 Stelle e tanti attivisti erano in aula per sostenere i grillini. E coglie l’occasione per cantargliele forte e chiaro: “La decisione è maturata per una deriva che ha preso questo Movimento che non rispetta più i principi fondanti per i quali io ho aderito nel 2012. Non mi sento di tradire gli attivisti. Entrerò nel gruppo misto da solo lavorando e portando in aula le istanze dei cittadini con i soliti principi del Movimento 5 Stelle. Sarò all’opposizione, un’opposizione responsabile, appoggiando le proposte che mi sembrano giuste e boccerò quelle che mi sembrano sbagliate, nient’altro: voglio lavorare per la mia gente per portare risultati concreti. Non trovo più un principio che venga rispettato. Non sono cambiato io, ma il M5S. Ha preso una deriva sbagliata non esiste più l’onestà politica, morale, etica che ti permette di fare delle scelte e di parlare in un modo coerente. Se fosse solo un fatto personale me ne starei zitto o forse avrei preso altre decisioni: questo è un malumore generalizzato della base che è stata distrutta. Non c’è più la base, c’è solo l’altezza”. La Salvatore scoppia in lacrime in Aula mentre la seduta viene sospesa. Intanto sul profilo Facebook di Battistini non scatta il solito pogrom ma ci sono molti commenti che elogiano la sua decisione. Mentre Repubblica parla di addio per 200 attivisti, pronti ad avvicinarsi all’esperienza dell’odiatissimo (dai grillini) Pizzarotti:
L’ipotesi è che alla fine lo sostengano Effetto Genova e Rete a Sinistra, che a livello regionale tiene insieme Sinistra Italiana e Rifondazione. «Valuteremo nei prossimi giorni – dice l’ex grillino Mauro Muscarà – siamo aperti alla prospettiva, ma discuteremo al nostro interno, cosa che nel Movimento era impossibile fare». Come per contagio, a La Spezia accade qualcosa di simile, con il consigliere comunale M5S Fabio Vistori che annuncerà nei prossimi giorni la sua fuoriuscita dal partito di Grillo e Casaleggio e l’adesione a Effetto Spezia: «Per me Pizzarotti è sempre stato un punto di riferimento – spiega – un amministratore capace di coniugare i nostri valori con il realismo di governo. Oggi invece nel Movimento siamo al libro dei sogni e alla fedeltà assoluta a chi detta le regole».
Nella sua città gli attivisti avevano eletto candidato sindaco Marco Grondacci, che però negli anni ‘80 era stato consigliere di frazione e poi provinciale (in tutto 4 anni e 7 mesi) per i Verdi. Così, è stato estromesso. «A volte si danno deroghe e a volte no. Chi decide? Guarda un po’ alla fine hanno nominato la persona da sempre sostenuta dai vertici», continua Vistori.
Ed è sempre Vistori a denunciare al Fatto Quotidiano di essere stato oggetto di minacce da parte di Daniele Tizzanini, alias Daniele Genoa Marassi, una delle “guardie del corpo” che scortarono Beppe Grillo nella passerella in giro per Genova alluvionata che è stato anche il protagonista di un’aggressione ai giornalisti del Secolo XIX e ha due condanne, una a dieci mesi per aggressioni ai tifosi del Verona, e l’altra per possesso e traffico di droga (300 grammi di cocaina), costata cinque anni di carcere all’ultrà genoano, uscito nel 2006 grazie all’indulto che Grillo contestava: “A te ti prendo,vai pure a denunciarmi dai carabinieri…pezzi di merda, tu e tuo figlio. Domani vengo a casa tua, ti vengo a prendere. Tu sei un infame e ce la ragioniamo noi. Chi finisce all’ospedale non fa più denunce”; “I topi infami come voi amici di Putti e Pizzarotti devono sparire. Infame di merda”; “Tua madre è una t…, me la inc…tutte le notti”. E intanto una lettera firmata dagli attivisti M5S di Genova fa il giro delle bacheche:
Avete decretato, anzi lo avete affermato con forza che, anche nel Movimento, le scelte di pochi valgono assai di più di quelle della comunita’; avete creato dal nulla un candidato Sindaco” valletto” totalmente asservito ad una portavoce, che si promuove come Musicista classico, omettendo, quasi fosse poco edificante, che il proprio sostentamento derivi dall’attuale attività di rappresentante di commercio.
Avete sostenuto e tutelato al di là di ogni ragionevole logica, una portavoce regionale che è sacerdotessa della propaganda più superficiale e mietitrice di brutte figure in quantità, preferendola a chi, con toni meno roboanti, portava avanti contenuti e proposte; avete assecondato questa tendenza che fa prevalere l’apparire sull’essere, attraverso la creazione di idoli televisivi, testimonial funzionali alla vendita del brand M5S a prescindere dai contenuti.
Grillini sull’orlo di una crisi di nervi.