Chi saranno i misteriosi Grillini Anonimi della Carta di Firenze 2019?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-04

Nel 2009 MeetUp e attivisti si riunivano per dare vita al MoVimento 5 Stelle. Dieci anni e un ‘infinità di promesse dopo c’è chi prova a rianimare la componente movimentistica del partito di Grillo e Casaleggio, Ma curiosamente nonostante i numerosi appelli alla trasparenza si sono dimenticati di metterci la faccia

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Il 4 ottobre di dieci anni fa nasceva il MoVimento 5 Stelle. A sancire la nascita di quello che all’epoca era un “non partito” con un “non statuto” era stato un documento nato qualche mese prima (a marzo) e considerato “fondamentale” dai grillini della prima ora: la Carta di Firenze. E non è certo un caso che proprio oggi sia stata pubblicata online una versione aggiornata della Carta di Firenze. Questa volta però si tratta di un documento «proposto da un gruppo di portavoce, è stato collettivamente definito nell’assemblea di attivisti e portavoce tenutasi a Firenze il 29 settembre 2019».

I grillini anonimi che vorrebbero cacciare Di Maio nascondendosi

Chi siano questi portavoce però è un mistero avvolto in una farsa. Mistero perché nessuno di questi portavoce e attivisti ci mette la faccia. Il Whois sul sito non consente di sapere chi ha registrato il sito all’indirizzo e www.cartadifirenze2019.it (creato il 30 settembre 2019) e il documento è anonimo. Chi ha redatto il file pdf che è stato pubblicato sul sito ha avuto cura di “ripulire” i metadati, quelle informazioni che contengono ad esempio il nome dell’autore, di chi ha materialmente scritto il testo. Farsa perché al tempo stesso si chiede di aderire al progetto, tramite un form su Google, nel quale chi sottoscrive la nuova Carta di Direnze autorizza «la successiva pubblicazione del mio nome nella qualità di firmatario/a dell’appello stesso». In pratica loro sanno chi sei, ma tu non sai chi sono loro. Alla faccia della trasparenza, questa sì in perfetta continuità con la trasparenza quannocepare tipica dei pentastellati.

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Naturalmente non è poi così complicato risalire all’identità di almeno uno dei firmatari. Perché in questi giorni non ha fatto nulla per nasconderlo. È il consigliere regionale Davide Barillari che invita ad aderire numerosi e che ieri rifiutava l’etichetta di “dissidente, scissionista o nostalgico”. Ma anche se Barillari non si fosse “esposto” annunciando l’incontro di Firenze (è pur sempre quello che sembrava dovesse abbandonare il M5S dopo la fiducia al Conte bis) lo si intuisce proprio dalla Carta.

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Ad esempio laddove chiede la «riformulazione di criteri univoci, oggettivi e democratici per le candidature e le nomine all’interno del M5S, che premino l’esperienza, la competenza e il comprovato attivismo sui territori». Tra le righe, ma neppure troppo, sembra di intuire che che i nuovi criteri per le candidature  che “premiano l’esperienza” ci possa essere un superamento della regola del doppio mandato. Un limite fino ad ora quasi intoccabile, se escludiamo la presa in giro del mandato zero.

Gli scissionisti anonimi del M5S

Nella carta la novità principale è che il limite dei due mandati non c’è, non viene mai menzionato. Ed è ovviamente solo una coincidenza che proprio Barillari sia al secondo mandato e che quindi con le regole attuali dovrebbe concludere la sua esperienza politica con il termine della consiliatura regionale. Obiettivo principale però è tentare di fare fuori Di Maio “superando” la figura del Capo Politico. Serve convocare un’assemblea fisica nazionale, dicono. Esattamente quello che chiedono da anni gli attivisti espulsi che hanno intentato causa al M5S.

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Pur assente nei fatti ricorre invece più volte il termine trasparenza. Si chiede anche di concedere al MoVimento 5 Stelle la proprietà e la gestione di Rousseau «assicurando la massima trasparenza» della piattaforma. Oppure un miglioramento del sistema “Tirendiconto” «per aver maggiore trasparenza». Ed è un peccato che chi chiede trasparenza, convocazione dell’assemblea degli iscritti e la testa di Di Maio lo faccia senza metterci nome e cognome.

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A parte Barillari non si sa infatti chi siano questi portavoce che hanno lavorato alla stesura del testo. Che abbiano paura di essere espulsi e quindi di non poter più partecipare alla vita politica del partito? Oppure c’è dell’altro, come ad esempio la possibilità di far cadere nel nulla la proposta e ritornare all’ovile senza conseguenze? I firmatari rifiutano l’appellativo di scissionisti, forse più appropriato sarebbe quello di carbonari, non tanto perché Barillari vive in Lazio ma per la curiosa segretezza dell’iniziativa. L’unico altro nome che è trapelato è quello del consigliere comunale di Cornaredo (Milano) Marco Cardillo. Con tutto il rispetto parlando non proprio un nome di peso nel M5S. Gli altri chi sono? Perché nel caso non se ne fossero accorti in democrazia, anche in quella del M5S, contano i numeri e la maggioranza.

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