Rousseau, solo un attivista su sei dice sì a Di Maio sul mandato zero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-27

Passano le nuove regole ma votano solo in 25mila e sul “mandato zero” c’è il 32 per cento di no

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La votazione di ieri su Rousseau ha visto la partecipazione di 25mila attivisti del MoVimento 5 Stelle: 52mila avevano detto la loro sulla Diciotti soltanto qualche mese fa. Il crollo dei votanti fa pensare che la leadership di Luigi Di Maio, funestata dai sei milioni di voti persi alle elezioni europee, oramai sia in declino. E, racconta oggi Repubblica in un articolo a firma di Emanuele Lauria, scatena la corsa

Non è casuale che, in casa M5S, in pochi ieri abbiamo avuto voglia di commentare l’ultimo referendum interno. In realtà, come raccontano fonti del Movimento, si è fatto sentire e in modo forte il malumore della base che ha visto nel “mandato zero” un tradimento dei principi originari ma anche un oggettivo stop alla possibilità di ricambio degli eletti nei consigli comunali.

Ma quel che viene fuori, dall’ultima magra performance di Rousseau, è un segnale preoccupante per Di Maio, leader che solo due mesi fa era stato benedetto dal Blog amico ma che ora si trova schiacciato dalla trappola del “contratto” con Salvini (che ha contribuito a portare M5S al 17 per cento negli ultimi sondaggi) e dalla presenza incombente di altre figure: il premier Giuseppe Conte sempre più “autonomo” e in aumento di popolarità, il presidente della Camera Roberto Fico e il redivivo Alessandro Di Battista, che dopo il viaggio in Sudamerica non ha mancato di battibeccare con Di Maio e che nelle ultime ore, raccontano, è tornato a criticarlo per la gestione del caso-Tav.

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Le partecipazioni al voto su Rousseau (La Repubblica, 27 luglio 2019)

La corsa alla successione a “Giggino”, nel momento più difficile per il movimento, è di fatto cominciata. Conte, come filtra da ambienti a lui vicini, non ha alcuna intenzione di ricoprire un ruolo politico ma punta a una riconferma a Palazzo Chigi. Diverso il discorso per Fico e Di Battista, i nomi più accreditati per un dopo-Di Maio che, in ogni caso, segnerà anche il superamento dell’attuale linea politica e dell’alleanza con la Lega.

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