«Vi svelo qual è il vero potere di Mattarella»

di Maurizio Stefanini

Pubblicato il 2018-11-20

Pasquale Cascella non è un costituzionalista, ma un giornalista. Quirinalista dell’Unità e consigliere per la comunicazione del Presidente della Repubblica e direttore dell’ufficio stampa del Quirinale dal 2006 al 2013, i poteri del Presidente li ha conosciuti bene da vicino. E ne parla a Nextquotidiano

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Pasquale Cascella non è un costituzionalista, ma un giornalista. Quirinalista dell’Unità, dopo essere stato addetto stampa del Presidente della Camera Giorgio Napolitano tra 1992 e 1994, portavoce del presidente del consiglio Massimo D’Alema dal 1998 al 2000 e capo ufficio stampa del gruppo Ds alla Camera, è diventato però poi tra 2006 e 2013 consigliere per la comunicazione del Presidente della Repubblica e direttore dell’ufficio stampa del Quirinale dal 2006 al 2013, dopo di che è stato per cinque anni sindaco della natia Barletta. I poteri del Presidente li ha dunque conosciuti bene da vicino: un approccio pragmatico che è forse un interessante contrappeso ad altri approcci teorici già ascoltati. Anche con lui partiamo comunque con la domanda più provocatoria. Se il governo e la maggioranza parlamentare violano reiteratamente la Costituzione, può il presidente fare ricorso al proprio incarico di presidente del Consiglio Supremo di Difesa per chiamare i militari a difendere le istituzioni?
I poteri del Consiglio Supremo di Difesa appartengono a un ambito di dispute scolastiche: è evidente che non ha nulla a che fare con le dinamiche proprie della vita politica e istituzionale del paese! Io dunque lo metterei da parte: è una disputa scolastica, se ne occupino gli accademici! Noi abbiamo bisogno invece di individuare soluzioni proprie, e che poi servano. Perché alla fine il ruolo del presidente della Repubblica è quello di fare l’interesse generale del paese. È una cosa di una tale delicatezza che non bisognerebbe mai confondere le competenze costituzionali con le prese di posizione politiche o le letture politiche di parte. Mi pare che l’elemento in comune dominatore sia proprio questo. I poteri del presidente della Repubblica non possono essere piegati a convenienze di parte. Se non sono riconosciuti come tali dai soggetti dello scontro politico, e ancor di più dei cittadini, rischiano di entrare anch’essi a far parte proprio di quella logica di scontro che invece la figura del presidente della Repubblica sarebbe per sua stessa natura destinata ad evitare.

mattarella governo del presidente

Cioè, il presidente della Repubblica deve essere soprattutto il simbolo dell’unità nazionale?
Esatto: è il simbolo dell’unità nazionale! Il simbolo delle istituzioni in cui tutti quanti si ritrovano. Istituzioni che a maggior ragione devono avere il modo di essere riconosciute come tali: questo è il punto essenziale. Come ricordava Giuliano Amato, quelli del Presidente della Repubblica sono poteri a fisarmonica. Si allargano quanto più acuta è la crisi del sistema politico; si restringono quando invece il sistema politico è forte ed ha modo di esercitare il proprio compito. Ne consegue che quella del capo dello Stato è per molti aspetti una funzione di supplenza. I poteri del capo dello Stato sono quelli stabiliti dalla Costituzione, che a seconda dei pareri dei vari costituzionalisti possono essere interpretati in modo più o meno flessibile. Ma nel momento in cui si riconosce che c’è più bisogno di lui il suo potere più importante è quello informale che non è indicato nella Costituzione espressamente, e che è comunemente definito come Moral Suasion. Non è un potere stabilito dalla norma, ma è la funzione più alta che il capo dello Stato va a assolvere. Però vale nella misura in cui i soggetti verso la quale è diretta riescono a raccoglierla, riescono a confrontarsi, riescono poi anche a tradurla nelle dinamiche delle istituzioni e della vita democratica di un paese. Se viene meno lo stesso Presidente della Repubblica è trascinato nella contesa e i suoi poteri poi finiscono per essere messi in discussione.

Ecco, torniamo al punto chiave. Nel momento in cui il ruolo di garanzia del presidente viene sfidato da una maggioranza che vuole violare la Costituzione e non rispetta più il suo ruolo, che cosa è che può fare lo stesso presidente per rispondere? Tra gli altri interpellati finora in questa serie, Sabino Cassese e Stefano Ceccanti hanno espresso la loro fiducia nel ruolo della Corte Costituzionale. È stato Luigi Compagna a manifestare l’idea di un possibile ruolo del Consiglio Supremo di Difesa, mentre Ainis ha espresso una posizione simile alla sua. Ha detto che secondo lui il presidente più che dimettersi per protesta non potrebbe fare, se non sono i cittadini a mobilitarsi in prima persona per difendere la Costituzione.
Scartato appunto il Consiglio Supremo di Difesa, in effetti è la Corte Costituzionale l’istanza ultima. Ma prima di arrivare alla Corte Costituzionale ci sono responsabilità proprie che devono potersi manifestare. Prendiamo l’esempio ultimo. Di fronte al provvedimento legislativo sulla sicurezza, Mattarella cosa ha fatto? Nel firmare e quindi nell’autorizzare la presentazione al Parlamento ha chiesto al Parlamento di tener conto degli articoli della Costituzione: in particolare dell’articolo 10. Il Presidente si è dunque rimesso alla responsabilità del Parlamento, che deve fare l’interesse generale. Se il Parlamento o forze politiche di governo vi antepongono un interesse di parte che arriva all’approvazione di un provvedimento che non dà adeguate risposte alle preoccupazioni che lo stesso capo dello Stato ha posto, è evidente che a quel punto si pone l’esigenza di un giudizio di costituzionalità. Questo giudizio può essere esercitato in prima istanza dallo stesso capo dello Stato, col rinviare il provvedimento in toto o una sua parte all’esame del Parlamento. Se no, in ultima istanza, dalla stessa Corte Costituzionale.

Come ipotesi di scuola, Ainis ci ha detto che se viene reiterato qualcosa di veramente incostituzionale il presidente potrebbe rifiutare di firmare la legge anche la seconda volta…
Non mi pare che ciò sia mai avvenuto.

premier governo neutrale mattarella
Vignetta di El Giva

Non era neanche mai avvenuto che al potere ci fosse un governo del genere. Stiamo facendo ipotesi su cose che non ci sono mai state perché finora non si era sentito il problema.
Lo stesso Ainis, però ha detto che ci potrebbe essere un risvolto di questa cosa. Rifiutando la firma per la seconda volta il capo dello Stato potrebbe a quel punto essere soggetto all’accusa di attentato alla Costituzione.

Infatti Ainis concludeva che bisogna avere fiducia nel popolo, perché non è che il Presidente può salvare la Costituzione da solo…
E per questo io appunto dico che il vero potere è quello della Moral Suasion. Però di una Moral Suasion che sa riconosciuta come tale, che sia riconosciuta come esercitata appunto da chi ha il compito di garantire l’unitò del Paese. Si tratta di un potere che restituisce forza al principio democratico dei pesi e dei contrappesi, Purtroppo il nostro Paese ha avuto unaa transizione incompiuta, e molte cose sono rimaste indefinite. È il costo delle riforme mancate, che non sono state fatte negli anni ’90. Siamo passati dalla Prima alla Seconda Repubblica, ora dicono addirittura alla Terza, ma il sistema politico istituzionale rimane sempre quello. È un elemento oggettivo di debolezza del sistema politico, perché diventa un sistema politico che si delegittima da solo per non poter esercitare le proprie funzioni all’interno di un sistema di pesi e contrappesi. Ciò porta alcuni a non riconoscere il ruolo proprio delle istituzioni, a sottrarsi ai propri compiti, o anche a sostituire i processi democratici con piattaforme mediatiche.

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