Non indovinerete mai di quale commissione è diventato presidente Barillari!

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-16

Il suo nome in Regione Lazio era circolato per la sanità, ma alla fine se ne è aggiudicata un’altra. Che guiderà, ne siamo certi, con l’equilibrio e l’autorevolezza che lo contraddistingue

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Nell’aprile scorso era circolato il suo nome come possibile presidente della Commissione Sanità nel Lazio, nell’ottica dell’accordo che tiene in piedi in Regione il governatore Zingaretti. Si è poi parlato molto del suo tavolo “tecnico” per la revisione della legge vaccinale  dove erano state invitate alcune associazioni free vax. Alla fine il consigliere regionale Davide Barillari è diventato davvero presidente, ma non della commissione sanità.

Davide Barillari presidente della commissione sul pluralismo dell’informazione

A lui è stata infatti riservata la presidenza della III commissione della Regione Lazio, quella che fa “Vigilanza sul pluralismo dell’informazione”.

barillari giornalisti pennivendoli

La prima dichiarazione del neopresidente è raggiante: “Sono onorato di presiedere una Commissione la cui vocazione dovrà essere in via prioritaria quella di garantire ai cittadini del Lazio il diritto ad un’informazione indipendente e pluralista, e a tutti i giornalisti e operatori del settore condizioni di lavoro dignitose, che li liberino da ricatti di qualunque genere. E’ questo l’invito che faccio a tutte le forze politiche con l’auspicio di portare avanti un percorso partecipativo, avviando un ciclo di audizioni con sindacati, Federazioni, Corecom e con tutti gli altri attori coinvolti”. Di certo per Barillari sarà anche un’occasione per emendarsi delle molte volte in cui non ha certo riservato agli operatori dell’informazione un trattamento congruo. Come ad esempio quella volta che se ne uscì con un’invettiva sui “pennivendoli che nascondono la verità” e che “pagheranno per tutto questo”, perché “noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo”.

barillari giornalisti pennivendoli

Nell’occasione Barillari si guadagnò prima una reprimenda dell’allora presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Jacopino, e poi anche un editoriale sul Corriere della Sera Roma vergato da Paolo Franchi in cui si stigmatizzavano le sue “fesserie all’olio di ricino”.

Prendersela con i giornali rei di attaccare l’assessora Muraro per mettere in ombra le responsabilità del Pd nella gestione dei rifiuti è una fesseria, si capisce, ma come tutte le fesserie che si dicono può avere il suo appeal. Trarne la conclusione che «i pennivendoli che nascondono la verità pagheranno per tutto questo» (olio di ricino? santo manganello? processi popolari con relative sentenze?) è inquietante e basta. Con la precisazione (finale) di Barillari che non intendeva minacciare nessuno, ma solo rilevare che di questo passo diminuiranno ancora le vendite dei giornali, si torna fortunatamente nel vasto campo delle fesserie. Ma l’inquietudine rimane.

Poi, chissà, magari, forse, il presidente della commissione di vigilanza sul pluralismo dell’informazione dovrà, prima o poi, dare un premio (se lo merita ampiamente) per il suo impegno antimafia a Federica Angeli, che qualche tempo fa dava per candidata PD a Ostia (nulla di vero) e che ha definito impropriamente (eufemismo…) in molte occasioni.

davide barillari mafia spada

Infine, c’è quella faccenducola che riguardava Alfredo Romeo (e non l’altro Romeo), che venne immortalata anche da Gazebo:

Insomma, non ci si può che felicitare con Barillari per la nomina. Adesso sì che siamo a posto.

Leggi sull’argomento: Smettiamola di maltrattare il povero Davide Barillari

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