Davide Barillari sarà presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-04-11

Secondo alcuni giornali il consigliere grillino sarebbe in pole position nell’ottica della “collaborazione” tra M5S e Zingaretti. Ma sulla sua strada ci sono parecchi ostacoli: su tutti la sua posizione “poco istituzionale” sui vaccini. Per tacere delle possibili reazioni della base pentastellata

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Per mandare Luigi Di Maio a governare l’accordo con il PD ancora non c’è, così come non c’è ancora quello con la Lega. In Lazio però, a parti invertite, il laboratorio della politica sta producendo un accordo che fino a pochi mesi fa sarebbe stato impossibile. La politica però è l’arte del possibile e complice il fatto che i vincitori delle regionali in Lazio non hanno la maggioranza si registrano ogni giorno nuove aperture. Il gruppo consiliare del M5S e il Presidente Nicola Zingaretti stanno lavorando per avviare una collaborazione su alcuni temi comuni.

Barillari e l’accordo che funziona tra M5S e PD

La situazione del resto (la coalizione di centrosinistra ha 25 seggi, le opposizioni 26) obbliga Zingaretti a cercarsi i voti all’opposizione. A quanto pare il MoVimento 5 Stelle è il partito che si è dimostrato essere più aperto al dialogo. Come ha detto un paio di giorni fa il consigliere regionale Davide Barillari ai microfoni della trasmissione Ho scelto Cusano – Dentro la notizia, su Radio Cusano Campus «Zingaretti non è Renzi, ha vinto anche perché è riuscito ad apparire come lontano dal renzismo. Cerchiamo di portare avanti questa collaborazione, ma abbiamo una mozione di sfiducia pronta qualora il Pd prendesse un’altra direzione».

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Insomma il vento è cambiato, signori, e quindi da oggi è possibile fare accordi, patti, alleanze (ognuno li chiami come gli pare) anche con il partito di Mafia Capitale se questi accordi servono a portare avanti le istanze del MoVimento 5 Stelle.

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Barillari elenca anche alcuni dei punti chiave sui quali – rispetto a proposte concrete – è possibile trovare una via di mezzo, un compromesso. Tra queste ci sono la sanità e il piano rifiuti della Regione, tanto caro anche alla sindaca di Roma Virginia Raggi.

Ma Barillari è l’uomo giusto per Presiedere la Commissione Sanità?

Andrea Managò sul Fatto Quotidiano di oggi dedica un articolo al Laboratorio Lazio di governo centrosinistra-M5S. Come ogni accordo che si rispetti però la collaborazione non si può basare solo su convergenze su temi di reciproco interesse. Servono a quanto pare anche le poltrone e i posti di potere. Secondo il Fatto il MoVimento potrebbe aspirare alla Presidenza di una Commissione “di peso” come la Commissione regionale Sanità. A guidarla potrebbe andare Davide Barillari. Si tratta solo di voci, dovute più al fatto che nel corso degli ultimi cinque anni Barillari si è occupato molto di temi relativi alla sanità che di una reale apertura del PD nei confronti del M5S. Come  è noto del resto che Barillari aspirasse a diventare assessore regionale alla Sanità di un’eventuale giunta Lombardi è altrettanto noto che la Faraona nella fase di definizione della sua ipotetica giunta lo abbia lasciato fuori dalla squadra.

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Ora si potrebbe anche pensare che Barillari – che nella scorsa consiliatura ha fatto parte della Commissione Sanità – possa tentare di nuovo di assumere un ruolo di primaria importanza ma sulla sua strada ci sono tre problemi non da poco. Il primo è quello che evidenzia anche l’articolo del Fatto: a fine 2018 Regione Lazio uscirà dal commissariamento dei conti sanitari e difficilmente il PD concederà ai 5 Stelle una posizione di visibilità tale che potrebbe consentire ai pentastellati di intestarsi il successo. La seconda ragione è Roberta Lombardi, che quando ha definito gli incarichi della sua giunta aveva tenuto per sé la delega alla sanità. Il che autorizza a pensare (ma siamo pur sempre nel campo delle ipotesi) che un eventuale presidenza a 5 Stelle della Commissione possa essere rivendicata dalla Lombardi ai danni di Barillari.

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La terza ragione invece sono le posizioni fin qui espresse da Barillari su alcuni temi di salute pubblica in particolare sui vaccini obbligatori. Barillari non solo è un convinto assertore della libertà di scelta in campo vaccinale ma ha detto cose palesemente assurde (e non scientificamente corrette) come quella della nutrizione preventiva che consentirebbe di evitare le vaccinazioni. Ora si può anche dire che essere contro o a favore dell’obbligo non significa ipso facto essere contro i vaccini. Il che è senza dubbio vero quando chi è contro l’obbligo ha una posizione scientificamente formata. Diverso è quando Nel caso di Barillari (si veda il tweet qui sopra) il problema è diverso. Il consigliere regionale – che secondo alcuni dovrebbe diventare Presidente della Commissione Sanità – non sembra avere ben chiari i concetti basilari della tutela della salute pubblica. Ad esempio confonde la prevenzione (che si fa con i vaccini) con la presenza di un’emergenza epidemiologica conclamata (per la quale i vaccini a quel punto possono fare ben poco). Barillari questi concetti li ha ribaditi più volte, anche litigando con Roberto Burioni via Twitter.

Il vero problema del M5S Lazio: gli attivisti e gli elettori

Il MoVimento 5 Stelle del Lazio però ha un problema molto più pressante che definire l’eventuale Presidente della Commissione Sanità. Si tratta di riuscire a spiegare ad elettori ed attivisti la scelta di fare un accordo con il Partito Democratico e Zingaretti. Non è sufficiente dire che Zingaretti non è Renzi perché gli elettori ricordano ancora bene gli “scoop” della Lombardi sui bonifici di Buzzi a Zingaretti. Basta farsi un giro sul profilo e sulla pagina Facebook di Barillari per leggere decine di commenti di elettori e utenti che criticano l’avvicinamento tra M5S e PD.

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Barillari, gli va dato atto, prova a rispondere a tutti. Anche a chi ipotizza che il PD abbia chiesto o dato “qualcosa” in cambio dell’appoggio pentastellato. Barillari è netto: il M5S non ha chiesto né offerto nulla “se qualcuno dice l’opposto fa solo diffamazione”. Ed è interessante notare che l’utente utilizza la stessa argomentazione (a parti invertite) dei renziani che non vogliono l’accordo con Di Maio: “ho difficoltà a credere che il PD dopo avervi trattato a pesci in faccia e umiliati per tutta la precedente legislatura ora voglia collaborare per il bene dei cittadini senza nulla in cambio”.

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Un altro elettore ed attivista del MoVimento è ancora più intransigente: niente accordi con Zingaretti e i portavoce rispettino chi li ha votati.

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Barillari prova a spiegare che lo scenario è cambiato, che ora ci sono i presupposti per far scendere a compromessi Zingaretti sulle “soluzioni ai problemi dei cittadini” proposte dal 5 Stelle. Ma non tutti lo capiscono, anche perché la visione volutamente semplicistica della politica che il M5S ha proposto di ora impediva di fatto “dialogo con i disonesti”. In questi giorni invece gli elettori pentastellati scoprono che con i “disonesti” si può addirittura lavorare per il bene del Paese (o della Regione). Cosa succederà se e quando Barillari verrà eletto Presidente della Commissione Sanità con l’assenso del PD? Che fine farà il “noi siamo diversi” e non scendiamo a compromessi?

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