Il clamoroso addio di Debora Billi dal MoVimento 5 Stelle

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-05

Dopo la nascita del Conte bis una delle responsabili del “mitico” Gruppo Comunicazione del M5S alla Camera lascia i 5 Stelle, non dopo aver rivendicato i molti successi. Uno su tutti l’idea di paragonare le Ong ai taxi del mare “per aprire gli occhi alla gente” con il bel risultato di fomentare l’odio degli italiani verso i poveracci che muoiono in mare

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Qualcuno magari se la ricorderà per quell’infelice (è un eufemismo) tweet sulla morte di Giorgio Faletti. All’epoca Debora Billi scrisse “è morto il Giorgio sbagliato”, intendendo evidentemente dire che quello che doveva morire invece era il Giorgio giusto: Napolitano. Tweet cancellato con tante scuse per l’offesa al Capo dello Stato. A cinque anni di distanza non solo scopriamo che Debora Billi era tranquillamente rimasta nel MoVimento 5 Stelle ma che nel frattempo si era data un gran da fare.

Il golpe Conte bis

Per chi non la conoscesse la Billi è una giornalista pubblicista, autrice di due blog ora defunti (Petrolio.blogosfere.it Crisis.blogosfere.it) nonché blogger per l’edizione online del Fatto Quotidiano. Ma soprattutto Debora Billi, a parte la gaffe su Napolitano, è una delle responsabili comunicazione M5S. O almeno lo è stata fino a poco tempo fa. Di sicuro non lo sarà più da oggi perché ha deciso di abbandonare il MoVimento 5 Stelle dopo la decisione di allearsi con il PD e di dare vita ad un nuovo governo.

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Lo annuncia lei stessa in un lungo post su Facebook dove denuncia «l’obbrobrio che si è consumato nel Palazzo ha superato in nefandezza il golpe del 2011, e la mano che ha riconsegnato il mio Paese ai carnefici della Grecia stavolta porta il nome di MoVimento 5 Stelle». Il problema non è tanto l’alleanza con un altro partito, in fondo nell’ottica pentastellata visto che destra e sinistra si equivalgono l’accordo con il PD dovrebbe essere tanto esecrabile quanto quello con la Lega (ma non è stato così, strano).

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Ed ora che è libera (soprattutto da eventuali not disclosure agreement firmati con il suo precedente datore di lavoro) ci può rivelare che negli ultimi cinque anni ha lavorato nel mitico “gruppo comunicazione” del M5S alla Camera. Alle dirette dipendenze di Rocco Casalino, è lecito supporre, di sicuro di Ilaria Loquenzi. In qualità di membro dello staff  ha scritto «decine di post per il blog di Beppe, nessuno dei quali a mio nome, e alcuni dei quali finiti sulle prime pagine» e ci ha regalato anche le delicatissime campagne social del M5S nel periodo in cui ai pentastellati era fatto divieto di andare in televisione e collezionavano gaffe su gaffe. Un periodo preistorico durante il quale qualcuno, mai identificato si intrufolò nelle caselle di posta di alcuni deputati del 5 Stelle.

Debora Billi, quella che ha inventato i “taxi del mare” di Di Maio

Anni di intenso lavoro, nonostante per una giornalista sia difficile rinunciare al nome e scrivere in forma anonima (ah sì?). Ma ci sono state anche grandi soddisfazioni. Pensate: dobbiamo a lei la ridicola campagna di Luigi Di Maio sui “taxi del mare” i cui strascichi dobbiamo subire ancora oggi. Non a livello giudiziario visto che ad oggi non si è arrivati ad un solo rinvio a giudizio per l’ipotesi di favoreggiaamento dell’immigrazione clandestina nei confronti delle ONG. Una campagna nata – è bene ribadirlo – nata in base alle rivelazioni di un videblogger che aveva letto il libro di Mario Giordano. debora billi m5s addio - 3

Ma, spiega la Billi, «questo è ciò che fa un giornalista, specialmente se “al servizio” di un partito che è (era) nato per aprire gli occhi ai cittadini». Se questa è una confessione di aver diffuso fake news, cercando di ammantarla come “lavoro giornalistico” la accettiamo di buon grado. Ci limitiamo a segnalare che pure Luigi Di Maio si è rimangiato quella frase sui taxi del mare. Invece Salvini l’ha cavalcata alla grande, coniando l’espressione “vicescafisti”.

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Ma come tutte le cose belle anche questo fantastico periodo volge al termine «fino a pochi giorni fa, quando ancora ricevevo chiamate e chat dal Palazzo, o scrivevo sui social sotto falso nome sempre per non creare problemi al m5s. Mi sono annullata per anni, ho cancellato la mia stessa esistenza, non ho mai fiatato e ho servito il m5s (e il Paese) fino all’ultimo». Ma già da qualche tempo  sul suo account Twitter si registra un profluvio di tweet a favore del sito di un altro fuoriuscito della comunicazione pentastellata (ByoBlu di Claudio Messora).

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Ah già, pure il Franco CFA

Fa piacere sapere che ci sono servitori dello Stato (ma forse è un po’ azzardato identificare gli interessi del Paese con quelli della propaganda del partito di maggioranza relativa) così coscienziosi da farsi da parte al momento opportuno. E grazie Debora Billi per averci regalato una delle fregnacce più pericolose degli ultimi anni, una che è stata usata per far passare a furor di popolo il Decreto Sicurezza, la criminalizzazione delle Ong. Risultati di cui andare fiera.

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Tra i commenti di solidarietà (non sono tutti solidali) a Debora Billi spunta quello dell’ex deputata M5S Tatiana Basilio (quella delle sirene che alle scorse politiche non fu rieletta) che invece accusa direttamente Gianroberto Casaleggio della fine del M5S (datata dicembre 2014). «Vedi, a te Gianroberto ti ha difesa, a noi ci ha distrutti, nell’ animo, nella dignità, devastando la libertà di pensiero e di parola, la dignità di molti che per trovare una giustificazione per cacciarli li fecero passare da ladri, rinnegando l’ Art.21 della Costituzione, obbligando al silenzio, pena L’ espulsione con qualsiasi scusa campata per aria, tanto la rete ratifica con una leggerezza tale che è disarmante» scrive in un passaggio l’ex deputata che non risulta espulsa dal partito. Uno sfogo che accomuna tutti i fuoriusciti, o almeno, quelli che dopo essere stati miracolati ed eletti si rendono conto dopo anni di che cosa è il M5S.

Leggi anche: Come i 5 Stelle hanno intenzione di fare i “Salvini” del governo giallorosso

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