Politica
La rottura tra Virginia Raggi e il M5S nazionale
neXtQuotidiano 08/07/2019
Con Di Maio non si parlano più. La sindaca balla da sola. Sempre più fragile e isolata. Commettendo una valanga di errori ed ingenuità.
Durante lo show dei video all’impianto Rida di cui Virginia Raggi ha lamentato la chiusura di domenica mentre doveva aprire lunedì non si è sentita nemmeno una voce dal MoVimento 5 Stelle nazionale in aiuto della sindaca. Soltanto Alessandro Di Battista, che però è fuori dai giochi, ha avuto il coraggio di difenderla sottolineando che “tutti, proprio tutti” (ovvero anche i grillini) ce l’hanno con lei. Oggi Alessandro Trocino sul Corriere della Sera ci spiega che la rottura tra Raggi e Di Maio è palpabile:
Il punto di non ritorno dei rapporti tra Raggi e 5 Stelle è Casal Bruciato. L’8 maggio scorso, con coraggio, la Raggi si presenta nella periferia romana in solidarietà alla famiglia rom assediata e contestata dall’estrema destra e Casa Pound. Le urlano «mafiosa, schifosa, portali a casa tua». Si aspetta la solidarietà dei suoi. Ottiene la reazione stizzita e paraleghista da Di Maio: «Prima si aiutano i romani, gli italiani, poi tutti gli altri». È la fine. «Io con questi ho chiuso», sibila la sindaca ai consiglieri più fidati.
Da allora, la sindaca balla da sola. Sempre più fragile e isolata. Commettendo una valanga di errori ed ingenuità. Andando in Aula per raccontare che sono in distribuzione«22mila stecche di legno per le panchine dei parchi» e per annunciare un nuovo filobus a Tor Pagnotta mentre Roma è un inferno. Attaccando la Regione Lazio (abilissima nella propaganda e nel temporeggiare, con effetti sulla sindaca ma anche sulla città), con video imbarazzanti, complici dipendenti-attori dell’Ama.
La storia delle stecche di legno da distribuire alla popolazione, uno degli annunci più ridicoli dell’Ufficio Stampa & Propaganda ricompensato con la miserabile cifra di appena 100mila euro l’anno, fa quasi più ridere dei video di questi giorni in cui la Raggi si lamentava della chiusura di un impianto che avrebbe aperto lunedì. Ma è anche la dimostrazione della situazione sempre più disperata e sempre meno seria:
Pochi le sono restati vicini. L’ultimo ufficiale di collegamento, Francesco Silvestri. E un gruppetto di romani, come Stefano Vignaroli. Nel frattempo si sono interrotti anche i rapporti tra il Campidoglio e la Comunicazione nazionale, che provava a guidare, a sollecitare e controllare la sindaca. Da mesi c’è silenzio. Ognuno va per la sua strada. Dal Campidoglio partono frecce avvelenate: «Ma cosa dovremmo farci dire dal nazionale? Avete visto che campagna elettorale hanno fatto? Non ne hanno indovinata una e vorrebbero farci la lezione. Almeno noi siamo coerenti».
La parte divertente della critica da parte del Campidoglio alla comunicazione nazionale è che fino al 26 maggio qualcuno (ovvero, sempre il Corriere) ha raccontato che la comunicazione nazionale stava svoltando con una raffinata strategia di sinistrAHAHAHAHA per vincere le elezioni, utilizzando lo stesso esperto che aveva fatto vincere il Campidoglio a Virginia Raggi. Adesso sempre dal Campidoglio arriva il perculo alla stessa strategia (e alle stesse persone). Che gente, eh?
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