Vi ricordate quando il M5S aveva una strategiAHAHAH di sinistra per vincere le elezioni?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-27

Sembra ieri e invece era solo il 15 maggio scorso quando il Corriere della Sera illustrava la gioiosa macchina da guerra del MoVimento 5 Stelle per vincere le elezioni europee spacciandosi per sinistra. Come è finita?

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Sembra ieri e invece era solo il 15 maggio scorso quando il Corriere della Sera illustrava la gioiosa macchina da guerra del MoVimento 5 Stelle per vincere le elezioni europee spacciandosi per sinistra. Sembra ieri quando la risalita nei sondaggi veniva salutata con l’elogio della raffinata nuova strategia politica che tremare le urne farà.

Il punto di svolta sono state le elezioni in Abruzzo, disastrose per i 5 Stelle. Ma anche il nuovo atteggiamento della Lega, che non solo ha cominciato a inasprire i toni nei confronti dell’alleato, ma si è progressivamente spostata su posizioni sempre più estreme. È stato allora che Luigi Di Maio ha pensato che così non andava, che i troppi errori di una Comunicazione poco reattiva e ancora in una logica da «opposizione» rischiavano di schiacciarlo.

È stato a quel punto che, paradossi della politica, ha pensato che gli servisse un giornalista vero, con esperienza nel rapporto con i colleghi, per risalire la china. E così è arrivato Augusto Rubei, che resta portavoce del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, ma che ha preso in mano le redini della Comunicazione, aprendo una fase nuova per i 5 Stelle. Che avrà un primo punto di verifica con le Europee. Sarà Di Maio a chiudere la campagna: sul palco, allestito in piazza della Bocca della Verità a Roma venerdì 24 maggio, ci sarà lui, ma non Beppe Grillo, ormai sempre più marginale.

m5s strategia vincere le elezioni

Sembra ieri che gli strateghi del M5S spiegavano come si vincevano le elezioni europee:

Di qui una doppia strategia: il lancio sempre più frequente di temi identitari dei 5 Stelle, dal salario minimo al reddito di cittadinanza, e l’attacco senza filtri a Salvini e ai suoi, dal congresso della Famiglia di Verona al caso Siri. Con, oltre a Rubei, Pietro Dettori ai social, Cristina Belotti all’agenda, Sara Mangeri per la stampa e Niccolò Berni coordinatore alla Camera.

Tutto questo hype era derivato dal fatto che Rubei aveva seguito la campagna elettorale di Virginia Raggi a Roma, dove il M5S aveva vinto. Purtroppo nessuno ricordava già all’epoca che Rubei aveva seguito anche la campagna elettorale di Roberta Lombardi nel Lazio, dove il MoVimento 5 Stelle era riuscito nell’impresa di arrivare terzo dopo Zingaretti e il centrosinistra. Lo stesso risultati di Di Maio a questo giro. Ah, se non ci fossero gli strateghi (e i giornali con scarsa memoria) che Italia sarebbe?

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