Ursula Von der Leyen alla Commissione Europea: le sconfitte parallele di M5S e Lega

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-17

La Von der Leyen porta a casa il risultato, la Lega le vota contro e si mette in difficoltà da sola mentre il M5S potrebbe rivendicare il commissario europeo che però Salvini adesso vuole comunque per sé. Un capolavoro di politica tafazziana da far invidia al PD

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Si può perdere vincendo? In politica certamente sì. Un esempio, tutto italiano, è costituito dall’elezione di Ursula Von der Leyen a presidente della Commissione Europea, arrivata ieri nonostante il voltafaccia della Lega e grazie ai voti del MoVimento 5 Stelle, alleati in Italia ma su due sponde diverse in Europa.

Ursula Von der Leyen alla Commissione Europea: le sconfitte parallele di M5S e Lega

Una vittoria risicata visto che Von der Leyen è stata eletta con soli 9 voti di maggioranza (383 su 374), una sessantina di franchi tiratori e l’appoggio determinante dei grillini, sì, ma anche di Orbàn e Kaczinsky. La maggioranza europeista composta (per ora) da popolari, socialisti, liberali e verdi si era spaccata, con metà dei socialisti che non avevano accettato l’estromissione di Timmermans e i verdi schierati per il »no»: l’ex ministra di Angela Merkel ha scelto di rischiare e ha vinto, battendo l’ala estrema del fronte sovranista, in prima fila Salvini e la Lega, Le Pen e Afd, il partito di estrema destra della Germania. Lei, durante le repliche al suo discorso, ha espressamente dichiarato di non volere i voti dei sovranisti ma la sua posizione così rigida nasconde un retroscena che vale la pena raccontare.

ursula von der leyen marco zanni

Ieri infatti il capogruppo leghista di Identità e Democrazia Marco Zanni aveva dichiarato di essere pronto a sostenere Ursula in cambio di un portafoglio economico di primo piano “come concordato con Conte. Ovviamente sarà un leghista”. E questo già dovrebbe far scoppiare di rabbia tutte quella nutrita congrega di noeuro che vota Lega perché ancora non ha capito che Salvini & Co. non hanno nessuna intenzione di portarli fuori dalla moneta unica anche perché molti di loro avrebbero problemi a uscire fuori dal Raccordo. Da mesi ormai i noeuro vengono trollati con abbondanza di supercazzole dai leghisti che gli spiegano che sì, bisogna uscire dall’euro ma senza dirlo perché sennò i mercati cattivi ci assalgono: è l’uscita dall’euro di Schroedinger che, sicuramente, con ragionamenti di alta politica, sarebbe avvenuta tramite il voto leghista a Von der Leyen.

Come la Lega ha cambiato idea su Ursula ed è rimasto con il cerino acceso in mano

Zanni però all’ora di pranzo ha cambiato idea e ha pronunciato un discorso abbastanza sibillino, secondo i retroscena perché Ursula non ha garantito alcunché riguardo il commissario “pesante” da portare a casa. E nel pomeriggio il gruppo dei sovranisti ha annunciato il suo no, cambiando completamente lo scenario del voto. “La nostra scelta – spiega l’eurodeputato – è motivata dall’assenza di cambiamento che abbiamo riscontrato nei contenuti e nelle proposte fatte dalla candidata. Non ci piace dare il nostro voto a favore di programmi troppo spostati a sinistra, che sono lo specchio di quelli che abbiamo già visto nella scorsa legislatura. Ancor meno – sottolinea il leghista – siamo disposti a dare il nostro sostegno a chi attacca strumentalmente l’Italia”.

ursula von der leyen marco zanni 1

Ma mentre la Lega andava in una direzione, il MoVimento 5 Stelle prendeva quella opposta. E garantiva i voti necessari a Ursula per passare il voto, diventando così decisivo nella vittoria della ministra tedesca già guardiana dell’austerity. Una vittoria che i grillini correvano a intestarsi con Dino Giarrusso su Twitter, finendo in poco tempo sommerso dagli insulti dei sovranisti. A quel punto la Lega, che qualche ora prima annunciava il voto per Von der Leyen, correva ad aggredire i grillini che l’avevano votata: “È gravissimo il voto europeo: von der Leyen passa grazie all’asse Merkel, Macron, Renzi, 5 stelle – scrivevano da via Bellerio in un comunicato -. Avrebbe potuto essere una svolta storica: la Lega è stata coerente con le posizioni espresse finora, ha tenuto fede al patto con gli elettori e difende l’interesse nazionale”. Invece il Movimento 5 stelle, a Strasburgo, rivendicava: “Senza i nostri voti, determinanti, oggi saremmo davanti a una crisi istituzionale senza precedenti in Europa. Siamo stati ago della bilancia”.

La furia di Conte contro la Lega

Già così lo spettacolo sarebbe servito. Ma la questione non finisce qui. Perché la Lega, forte della vittoria in Italia alle elezioni europee, già pregustava la possibilità di scegliere un suo esponente per il commissariato “di peso” che era stato promesso all’epoca dell’inizio delle trattative. Ma ora che hanno votato no, sarà difficile, se non impossibile, per il Giorgetti di turno arrivare a occupare quella posizione. Che invece a questo punto potrebbe essere rivendicata dal MoVimento 5 Stelle, che avrà invece la possibilità di piazzare un suo uomo in Commissione. Ma al prezzo degli insulti e del disprezzo di quella fascia di elettorato che vedeva nei grillini una forza anti-sistema e che invece li ha visti votare una donna che nel Sistema ci sguazza come nel suo elemento naturale.

dino giarrusso von der leyen 1

E non finisce qui. Perché La Stampa fa sapere oggi che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è furioso:

Il premier è soddisfatto per l’elezione di Von der Leyen: «Rappresenta un inizio incoraggiante. Ma è solo l’inizio. Apprezziamo le proposte programmatiche della presidente». Conte fa riferimento soprattutto alle parole sull’immigrazione illegale, mettendo così in difficoltà i leghisti. «Von der Leyen – aggiunge il premier – potrà contare sull’impegno italiano». Conte considera il voto di ieri un suo successo, si vanta di esser stato lui a convincere i grillini a convergere sull’exministra tedesca della Difesa, facendo così l’interesse dell’Italia. Cosa che invece a suo parere non ha fatto Salvini. Ma ogni partito, spiegano a Chigi, è libero di declinare l’interesse nazionale: «Chiaramente se ne assumerà la responsabilità».

ursula von der leyen lega m5s

Significa che potrebbe saltare il Commissario leghista? Fino a ieri Conte aveva parlato con la neo presidente ricevendo ampie rassicurazioni su un commissario italiano con un portafoglio economico importante. I leghisti sospettano che i 5S ora lo vogliano per loro. Ma avvertano che sarà comunque del Carroccio e confermano il nome di Giancarlo Giorgetti. Se a Bruxelles vogliono il nome di un uomo e di una donna allora potrebbe spuntare di Giulia Bongiorno.

Insomma, la Von der Leyen porta a casa il risultato, la Lega le vota contro e si mette in difficoltà da sola mentre il M5S potrebbe rivendicare il commissario europeo che però Salvini adesso vuole comunque per sé. Un capolavoro di politica tafazziana da far invidia al PD. Il governo del cambiamento, no?

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