Tutti i deliri di Travaglio a Otto e Mezzo per difendere il governo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-12-20

Grande show del direttore del Fatto Quotidiano ad Otto e Mezzo che con la sola forza del pensiero è riuscito a piegare la realtà dei fatti alla sua visione del mondo. Travaglio è già uscito dalla Matrix ed è venuto a salvarci dal mondo delle macchine dei tecnocrati europei?

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Deve essere difficile trovarsi improvvisamente a dover passare dalla parte dell’inflessibile Torquemada dei governi precedenti non eletti dal Popolo a quella dell’avvocato difensore del Cambiamento. Fortunatamente Marco Travaglio è un uomo che adora le sfide e da quando si è insediato il governo presieduto dall’Avvocato del Popolo non eletto dal Popolo si sta dando  un gran da fare per raccontarci le magnifiche sorti e progressive dell’inedita coalizione Lega-MoVimento 5 Stelle. Ieri a Otto e Mezzo il direttore del Fatto Quotidiano aveva dinnanzi a sé un compito assai arduo: difendere la Manovra del Popolo che Conte, Di Maio e Salvini si sono fatti riscrivere dal Bruxelles. Come fare?

La fregnaccia della Commissione che ci voleva imporre l’1,6% del rapporto deficit/Pil

Le armi della fredda logica e dei numeri non erano senz’altro sufficienti. Serviva qualche fuoco d’artificio per abbagliare gli ascoltatori e illuminare realtà alternative, alternative facts, come li chiamano quelli troppo pudichi per parlare di fake news. Ieri Travaglio ci ha spiegato quella che secondo lui è stata la genesi del famoso 2,04% nel rapporto tra deficit e Pil. Travaglio, che non usa più da tempo il termine inciucio, ieri ha detto in buona sostanza che i governi precedenti (quelli degli inciucisti non eletti dal popolo) si facevano scrivere le manovre da Bruxelles. Per il governo del Cambiamento – che Travaglio definisce «plebiscitato dagli elettori» anche se gli elettori avevano votato per due coalizioni differenti con due programmi differenti – le cose sono diverse. Il direttore del Fatto ha parlato di trattativa, accordo, compromesso ed infine successo. Perché la Commissione «ci voleva impiccare all’1,6% di rapporto deficit/Pil» e aver ottenuto il 2,04% consente al governo di fare tante belle cose come il Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Farle poco e male perché con 10 miliardi in meno e rinunciando a 6,5 miliardi di euro di spesa in deficit significa avere meno soldi. E il governo dovrà trovare anche i 2,4 miliardi di euro per non far scattare le clausole di salvaguardia sull’IVA.

travaglio otto e mezzo deliri manovra popolo 2,4 - 1
Fonte: Fatto Quotidiano del 20/12/2018

Ma tutta la storia della Commissione che ci voleva imporre un draconiano 1,6% diventa ancora più ridicola se leggiamo il Fatto Quotidiano di oggi. L’articolo di Stefano Feltri pubblicato sul giornale diretto da Marco Travaglio ricorda chi era quello che voleva il rapporto defict/Pil al’1,6% (al punto di arrivare a minacciare le dimissioni): il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Ora noi non sappiamo se questa informazione, pubblicata sul giornale di Travaglio,sia attendibile per Travaglio. Nel dubbio ci limitiamo a ricordare quello che disse lo stesso Travaglio a Otto e Mezzo a settembre commentando la “granitica posizione” del ministro dell’Economia sull’1,6%: «se Tria fa il resistente sul’1,6%, è perché ha già messo in conto che il 2,2% o il 2,3% verrà per forza toccato».

Per Travaglio la Commissione europea vuole sterminare disoccupati e pensionati

Come tutta questa storia sia diventata un successo del governo contro la Commissione lo sanno solo Travaglio e Manlio Di Stefano (un altro che ieri raccontava della vittoria su tutta la linea). Ma il mago dei numeri del Fatto Quotidiano ha detto anche altre cose interessanti a Otto e mezzo. Ad esempio che quello 0,04% in più rispetto al 2% “strappato” dai negoziatori italiani alla Commissione «sembrano decimali ma circa valgono una decina di miliardi mal contati, e non sono pochi».  Non è così perché quei pochi decimali valgono circa 600 milioni di euro, in termini assoluti non sono pochi nemmeno loro, ma sono pochissimi se rapportati all’ambizioso programma di governo del Contratto. Qualcuno in studio avrebbe potuto chiedere a Travaglio che fine hanno fatto i 75 miliardi di coperture promesse in campagna elettorale, o i 30 miliardi di tagli promessi il giorno prima del voto. Se qualche manina volesse farli saltare fuori ora sarebbe il momento adatto.

regola deficit paesi europei
Quante volte i paesi europei hanno infranto la regola del deficit (Il Sole 24 Ore, 10 novembre 2018)

Travaglio poi è passato ad attaccare il commissario Moscovici, accusandolo di favoritismi nei confronti della Francia perché a Macron sarà consentito di sforare il tetto del deficit. Ed è vero che la Francia ha sforato la regola del 3% per parecchie volte, così come lo hanno fatto l’Italia e altri stati che hanno aderito al patto di stabilità. Ma non è vero, come ha detto Travaglio, che quando Moscovici era ministro dell’Economia a Parigi ha infranto le regole europee. Con Moscovici la Francia ha attuato un percorso per ridurre progressivamente il rapporto Deficit/Pil e riportarlo al di sotto del 3%. Certo non si può passare da 5% al 2,9% con una sola manovra economica ma basta guardare i grafici per capire in che direzione stavano andando le leggi di bilancio francesi.

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Una volta raccontate tutte queste versioni alternative della realtà era il momento per Travaglio di calare l’ascoltatore nella sua visione apocalittica del mondo. Apocalisse dalla quale siamo stati salvati proprio grazie alla Manovra del Popolo. Secondo Travaglio «se la Commissione europea potesse sterminare tutti i pensionati  e tutti i disoccupati, lo farebbe volentieri e ci promuoverebbe a pieni voti se lo facessimo». Avete capito? Il rischio non solo era quello di poter fare l’1,6% (che voleva Tria, quindi il governo) ma addirittura quello di trovarsi a vivere in un mondo come quello raccontato in 2022: i sopravvissuti. Curioso però che il più grande difensore del ruolo del Parlamento non abbia avuto nulla da dire su come il governo abbia fatto approvare alla Camera una legge di bilancio senza alcun valore. Chissà che ne pensa il Presidente della Camera Fico.

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