Marco Travaglio contro le ribelli M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-27

Il direttore del Fatto contro “ex ministri e (specialmente) ministre che a settembre hanno scoperto improvvisamente insanabili dissensi da Di Maio per il più nobile degli ideali: hanno perso la poltrona”

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Ieri Il Fatto Quotidiano ha raccontato che ci sono ribelli nel MoVimento 5 Stelle che non vedono l’ora di chiedere la testa di Luigi Di Maio per la probabile sconfitta dell’alleanza M5S-PD in Umbria. Tra questi, dice oggi Marco Travaglio, ci sono “ex ministri e (specialmente) ministre che a settembre hanno scoperto improvvisamente insanabili dissensi da Di Maio per il più nobile degli ideali: hanno perso la poltrona”. Inutile dire che la carica declinata al femminile ci fa pensare subito a Giulia Grillo e Barbara Lezzi, che hanno improvvisamente scoperto che nel M5S comanda Di Maio e sono diventate Rebels without a cause da quando hanno dovuto cedere i loro scranni. Scrive il direttore del Fatto:

Il fatto che i 5Stelle, precipitati al 17% alle Europee e poi più giù per l’alleanza con la Lega e tornati sopra al 20% col governo giallorosa, non li riguarda. Il fatto che un anno fa fossero lì a parlare di condoni, spread alle stelle, procedure di infrazione, porti chiusi (per finta) e ruberie leghiste, mentre ora hanno ottenuto il taglio dei parlamentari, le manette e altri dissuasori anti-evasione, salvato il reddito di cittadinanza e la blocca-prescrizione che Salvini voleva cancellare, non li tange.

Il fatto di essere protagonisti di un governo senza impresentabili, guidato da un premier serio come Conte che ha ricompattato il movimento dopo annidi duelli fraDi Maio, Fico, Di Battista&C., e ha riportato Grillo in prima linea, non li smuove. L’idea di avere alleati che li rispettano anziché umiliarli pubblicamente e fregarli sottobanco come il Cazzaro Verde, non li rallegra, anzi li irrita.

ribelli m5s casaleggio

Accusano Di Maio di comandare da solo proprio quando ha smesso di farlo, mentre quando lo faceva gli leccavano i piedi dalle loro poltrone. Ora che ha gestito una crisi potenzialmente mortale coinvolgendo tutti, dagli altri big ai gruppi parlamentari agli iscritti, e ottenendo il massimo possibile, ne chiedono la testa, come se avessero pronto un Cavour o un Churchill da mettere al suo posto. Pare che non abbiano digerito l’alleanza civica in Umbria e non vogliano replicarla nelle altre regioni al voto: oh bella, pensano di vincere da soli,dopo aver perso in 10 anni di vita tutte le Regionali?

E come sperano di far rieleggere sindache forti come Raggi e Appendino, senza dialogare col Pd su governatori forti (e presentabili) come Bonaccini in Emilia ed Emiliano in Puglia? Il problema dei “mal pancis ti”non è la pancia. È la testa.

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