Barbara Lezzi e Alessandro Di Battista: le due volpi nel pollaio a 5 Stelle

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-08-05

La ministra e l’ex deputato chiedono al M5S di rispettare le promesse elettorali. Ben sapendo che in alcuni casi è impossibile. Ma dietro c’è una strategia ben definita. Per la loro sopravvivenza politica. Che però è comunque a rischio

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Barbara Lezzi e Alessandro Di Battista hanno capito tutto dell’universo a 5 Stelle. E ieri la ministra del Sud e l’ex deputato oggi in viaggio ma sempre attento all’attualità italiana hanno capito che posizione prendere rispetto alle grandi opere di cui il MoVimento ha promesso lo stop senza rendersi conto che sarebbe stato molto difficile (se non impossibile) mantenere l’impegno.

Barbara Lezzi e Alessandro Di Battista: le due volpi nel pollaio a 5 Stelle

Nei giorni scorsi la ministra ha infatti subito la sua prima contestazione dai No TAP, che hanno notato come l’esponente grillina pugliese abbia cambiato verso un po’ troppe volte sulla questione del gasdotto che dovrebbe attraversare il tacco d’Italia. Anche Di Battista Facebook si è improvvisamente accorto che il video in cui prometteva di bloccare il TAP “in due settimane” (LOL) rischiava di costituire un pericolo importante per la sua popolarità di condottiero. E allora nella giornata di ieri è tornato a scendere in campo:  «Abbiamo fatto battaglie importanti, contro il Tap e la Tav, opere del tutto inutili: coraggio, questo è il momento di spingere, non ci possiamo far distrarre da queste robe sul razzismo. È distrazione di massa. Il movimento deve fare il movimento, ribadendo i “no” sani che abbiamo detto, perché ci abbiamo preso i voti su quella roba là…», ha detto in un altro video pubblicato sulla sua pagina .

La Lezzi ha fiutato l’aria che tirava e con furbizia ha subito riproposto il video del condottiero, quotando la frase sulle battaglie del M5S. E stamattina, tanto per gradire, ha risposto all’intervista rilasciata da Matteo Salvini a Repubblica in cui il Capitano faceva notare l’importanza strategica delle opere in discussione con un “non sequitur” in pieno stile grillino:

Caro Matteo Salvini, in Italia servono le infrastrutture ed in particolar modo ne hanno estremo bisogno il sud e le aree interne del centro-nord. È la carenza di questo genere di investimenti che ha provocato una perdita ulteriore di posti di lavoro al sud di 300.000 unità durante gli anni della crisi.

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Non si è mai osservato il riparto della quota ordinaria degli investimenti per popolazione. Al sud spetterebbe almeno il 34% e siamo a poco meno del 29%. Strade sicure, ferrovie, scuole, ricerca, università, bonifiche, dissesto idogeologico, energia pulita. Questi sono gli investimenti che L’Italia aspetta.

Le infrastrutture a 5 Stelle e le voli che finiscono in pellicceria

Il segnale è chiaro: pungolata dalla “base” e dagli attivisti di cui ha sposato le battaglie, una parte del MoVimento 5 Stelle non vuole finire nel vortice “governativo” preso in pieno da Luigi Di Maio, che cerca di lavorare per via diplomatica ai dossier che farebbero esplodere contraddizioni all’interno del suo partito, come nel caso ILVA. La Lezzi e Di Battista hanno invece compreso che questa linea, soprattutto guardando al domani e non all’oggi del governo, rischia di non pagare: perché il M5S così sarebbe percepito come il partito che promette senza poi mantenere. Ma se questo non è tanto un problema per Di Maio attualmente alla sua ultima legislatura, può esserlo per chi si prepara a raccogliere il testimone come Alessandro Di Battista o per chi ha il compito di mantenere vivi i rapporti con le comunità locali – a suo rischio e pericolo – come la Lezzi.

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Le infrastrutture contestate dal M5S (Corriere della Sera, 25 luglio 2018)

Per questo i due si sono allontanati dalla linea governativa e hanno deciso di assumere una posizione barricadera rispetto ai dossier caldi del MoVimento: perché così domani anche se i governanti grillini decideranno diversamente loro potranno dire di non essere stati d’accordo e di averlo detto in tutte le sedi possibili e immaginabili. Una strategia da vecchie volpi della politica che permetterà a entrambi di salvare personalmente la faccia con gli attivisti. Ma che non fa i conti con il fatto che così mettono in difficoltà il Capo Politico Di Maio nella sua attività diplomatica che comporterà comunque anche la cessione di qualcosa. E non considera quello che diceva Craxi di Andreotti: “Si crede una vecchia volpe, ma tutte le volpi prima o poi finiscono in pellicceria”. Anche perché l’alternativa è che ci finisca Di Maio.

Leggi sull’argomento: Il fantastico show della ministra Lezzi che spiega il TAP parlando di asciugamani

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