Economia

Il mistero buffo dei tram dell’ATAC sabotati per intimidire Virginia Raggi

Giovanni Drogo 18/04/2018

Chi ha sabotato i tram della linea 8 proprio in concomitanza con l’annuncio dell’avvio della sperimentazione sui semafori intelligenti? E come mai al contrario di quanto dice la sindaca non è stato segnalato alcun disservizio? E qual è il nesso tra i semafori e i guasti all’impianto frenante denunciati dalla Raggi?

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Ogni giorno Virginia Raggi si alza e sa che dovrà combattere contro orde di malvagi sabotatori che vogliono impedirle di trasformare Roma. Accade ad esempio che qualcuno nottetempo dissemini frigoriferi fuori dai cassonetti. Altre volte i delinquenti agiscono in maniera più subdola, come ha scoperto Paolo Ferrara. Oppure può succedere quello che è successo ieri quando la sindaca dell Capitale ha denunciato su Facebook l’ennesimo sabotaggio.

Virginia Raggi e il sabotaggio contro i semafori intelligenti

«Non ci faremo intimidire», rassicura Virginia Raggi dopo aver raccontato che ignoti hanno «bloccato l’impianto di frenata con pezzo di legno e plastica, provocando un danno ingente a dei tram perfettamente funzionanti». Ma cos’è successo? Secondo la sindaca nella giornata di ieri guardacaso proprio dopo che l’Amministrazione aveva dato l’annuncio dell’avvio della sperimentazione della priorità semaforica sulle linee che percorrono viale Trastevere nove tram della linea 8 sono stati sabotati. Un sabotaggio pericoloso. Perché, spiega la sindaca, è stato manomesso l’impianto di frenata dei mezzi.

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Insomma i sabotatori hanno messo a repentaglio l’incolumità dei lavoratori di ATAC e dei passeggeri. E tutto per cosa? Per dare fastidio all’Amministrazione pentastellata! La sindaca mette infatti in correlazione il sabotaggio con l’annuncio sui semafori intelligenti. Che sia stata la potentissima lobby degli ingorghi stradali? Oppure sono stati quelli che combattono contro il potere del semaforo rosso? Non è dato di saperlo. Così come non è dato di sapere quale sia il nesso tra l’avvio della sperimentazione e il sabotaggio di ben nove vetture.

La spiegazione di Enrico Stefàno sul sabotaggio

I cittadini sono naturalmente preoccupati. Cosa sarebbe successo se non ci fosse stato il semaforo intelligente della Raggi e il tram non fosse riuscito a frenare all’incrocio? La Raggi è brava a non farsi intimidire, ma chi era a bordo di quei mezzi ha rischiato grosso. Ed è comprensibile che molti utenti del servizio siano preoccupati da un gesto così grave. Altri invece hanno già scoperto i colpevoli, parlano di una “guerra vile contro il M5S” di “destra e sinistra che hanno sguinzagliato i loro accoliti, adottando sistemi che si usavano nel dopoguerra”.

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E se fosse stata la mafia che si oppone alla grandiosa operazione di ripristino della legalità? Il sabotaggio agli impianti frenanti si pone in continuità con la strategia stragista e le bombe sui treni? Il mistero si infittisce.

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Il Presidente della Commissione mobilità Enrico Stefàno con un post pubblicato qualche minuto dopo quello della sindaca fa un po’ di chiarezza (non troppa). I responsabili del sabotaggio hanno “inserito pezzi di legno e plastica nelle sabbiere per inceppare il meccanismo”. Insomma se dal post della Raggi si poteva pensare che qualcuno avesse strappato o tagliato i cavi dei freni dei tram Stefàno spiega che ad essere manomesse sono state le sabbiere, che non fanno parte dell’impianto frenante principale.

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La sabbia viene infatti utilizzata per aumentare l’attrito in frenata o in partenza. Ad esempio quando si percorrono tratte in pendenza come quella della linea 8 nella zona tra la stazione di Trastevere e Monteverde. Il gesto – sottolinea il consigliere capitolino – ha bloccato nove mezzi “con inevitabili ripercussioni sul servizio”.

Come mai ATAC non ha segnalato i guasti e l’interruzione del servizio?

Ma è davvero così? Dove sono state, nella giornata di ieri, le inevitabili ripercussioni sul servizio? Basta uno sguardo all’account Twitter di InfoAtac per notare una strana circostanza. Ieri né la linea 8 né la linea 3 hanno avuto disservizi.

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Ci sono state, nella giornata di ieri, due brevi interruzioni delle linee tram 5, 14 e 19 prima a causa di un intervento del 118 in via Prenestina poi a causa di un auto privata parcheggiata in sosta selvaggia in via Farini (a proposito che fine ha fatto il bando per il servizio di rimozione delle auto parcheggiate in divieto di sosta?)

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Se davvero ci fossero state ripercussioni sul servizio la linea del tram sarebbe stata bloccata. Così non è stato. L’account Twitter Mercurio Viaggiatore che da tempo monitora il servizio del trasporto pubblico locale a Roma dà qualche informazione in più. Ad esempio ieri mattina (l’ANSA è delle ore 11.00) sui 53 circolanti in giro per la città (sui 72 previsti, ma è una situazione normalei) otto erano in servizio sulla linea 8. Al momento della denuncia della sindaca (intorno alle ore 20:00) sei tram erano ancora in circolazione.

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Mercurio Viaggiatore ha anche monitorato gli open data generati dall’AVM (Automatic Vehicle Monitoring) e messi a disposizione di ATAC a chi ne fa richiesta. Dall’analisi del database ha scoperto che ad un certo punto nel corso della mattinata sono state fatte uscire sei navette sostitutive per la linea 8. Questi autobus però a quanto pare non hanno preso servizio (non è stato annunciato da @InfoAtac) e i tram hanno continuato a circolare fino a sera.

È bene infatti ricordare che – a differenza degli autobus – quando un tram entra in servizio all’inizio della giornata generalmente (e salvo guasti o imprevisti) non fa ritorno al deposito fino alla fine della giornata.

Come è stato possibile sabotare nove tram?

C’è poi da tenere conto che un “sabotaggio” così massiccio, su ben nove tram, non può certo essere stato fatto sulla linea (ovvero mentre i tram erano in servizio). Il fatto che siano state manomesse le sabbiere poi fa pensare che il “sabotaggio” sia avvenuto al deposito. Ora è anche possibile che qualcuno (la mafia, la sinistra, la destra, i poteri forti) si sia introdotto all’interno della rimessa e abbia, con tutta calma, messo “pezzi di legno e plastica” dentro le sabbiere. Però è alquanto improbabile che quel qualcuno sia riuscito a fare la stessa operazione su nove tram.

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Non resterebbe che puntare il dito contro alcuni dipendenti ATAC, che magari volevano protestare contro la dirigenza o contro l’Amministrazione comunale. Però c’è sempre qualcosa che non torna, che bisogno avevano i dipendenti della municipalizzata di sabotare per davvero i mezzi quando potevano semplicemente mettere in atto uno “sciopero bianco”? Potrebbe essere quindi un caso di negligenza, qualcuno si è dimenticato di “rabboccare” le sabbiere (questo spiegherebbe perché ad un certo punto due mezzi non risultavano più in servizio).

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Oppure la sabbia utilizzata per le sabbiere era “sporca” e conteneva un certo quantitativo di impurità (tappi di plastica, mozziconi di sigarette, tutte cose che possono cadere sui cumuli di sabbia nelle rimesse) che hanno poi intasato il meccanismo. Al momento i dati dicono che non c’è stato alcun sabotaggio, che i tram hanno continuato a circolare regolarmente per tutto il giorno. Il fatto però che la sindaca lanci certi allarmi, senza poi spiegare cosa è successo ma solo per ribadire che lei “continua ad andare avanti” fa pensare che si tratti solo di un’operazione di propaganda. Come sempre sulla pelle dei romani.

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