ATAC: i dieci treni della metro improvvisamente «guasti» a Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-11-22

«La riduzione dei treni è dovuta alla mancanza di materiale, ovvero a treni guasti e in manutenzione», fa sapere l’azienda. Per colpa dei parabrezza. E nel totale e completo silenzio dell’amministrazione comunale

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«La riduzione dei treni è dovuta alla mancanza di materiale, ovvero a treni guasti e in manutenzione»: così in un tweet di risposta agli utenti inferociti ieri InfoATAC spiegava (si fa per dire) il caos dovuto ai ritardi per “ridotto numero di treni in circolazione” che ieri ha funestato la linea A e nei giorni scorsi ha colpito la B.

ATAC e i treni improvvisamente guasti

E come mai questi treni sono improvvisamente guasti? E perché i guasti ai treni dei giorni scorsi non sono stati riparati? Ieri un volantino non firmato che circolava nelle stazioni recitava in modo scarno: “Informiamo i gentili passeggeri che non è in corso alcuno sciopero bianco”. Ovvero, non si sta cercando di sabotare. Eppure i treni al lavoro sulla linea A dovrebbero essere dai 28 ai 33 a seconda delle ore di punta e ieri erano dieci di meno. Cosa hanno quei dieci? Lo spiega Repubblica Roma:

Loro, ci tengono a sottolinearlo, non fanno partire i convogli per motivi di sicurezza. Ora il problema sono i parabrezza, i vetri e i deflettori. Da due anni tra i fornitori e l’azienda c’è un contenzioso sulla durata e l’affidabilità di questi materiali che risultano troppo in fretta deteriorabili. «Sono ondulati e non assorbono i riflessi della luce — spiegano i macchinisti — creando oggettive situazioni di pericolo. Deformano la visuale e non permettono di vedere bene l’ingresso in carrozza dei passeggeri».

atac metro roma 1

Perciò, quando i conducenti ravvisano questi difetti, dichiarano fuori servizio i treni e non li fanno partire. E non ci sono ricambi per sanare la situazione e sostituire i pezzi rotti o difettosi. Adesso i macchinisti non sono più disposti ad “abbozzare”. Per loro è una questione di sicurezza e sono terrorizzati all’idea di risponderne civilmente e penalmente.

Non è uno sciopero bianco!

Insomma, sia chiaro a tutti che non è uno sciopero bianco. Semplicemente, treni che prima erano considerati utilizzabili non lo sono più, come quando si fa uno sciopero bianco. In coincidenza, tanto per usare un linguaggio ferroviario, con le liti tra sindacato e ATAC perché nel concordato l’azienda prevede un aumento di due ore di lavoro a settimana per autisti e conducenti.

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Il volantino comparso senza firma nelle metro di Roma

E mentre in un dossier riservato di ATAC circolato qualche tempo fa si parlava di “un’azione mirata” di macchinisti e dipendenti per denunciare guasti dei mezzi in realtà inesistenti allo scopo di sabotare le metro. Il documento ha portato all’apertura di 67 procedimenti disciplinari contro lo “sciopero bianco” di alcuni dipendenti.
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Molti treni ieri sono rimasti fermi nelle officine a causa di problemi di manutenzione. A partire dai famigerati parabrezza delle motrici di testa, sostituiti dopo l’incidente in banchina dell’11 luglio scorso di Natalya Garkovich, con nuovi vetri ritenuti non idonei a garantire la sicurezza a causa di riflessi. Le norme in questo parlano chiaro: quando un macchinista ritiene che un mezzo di trasporto viaggia con elementi a bordo che non garantiscono la sicurezza si deve fermare. Una procedura poco trasparente che si presta ad essere utilizzata anche a scopi di protesta non ufficiale. Ma non è uno sciopero bianco, tranquilli. A proposito: avete per caso sentito dichiarazioni o spiegazioni dall’assessore Linda Meleo o dal presidente della Commissione Trasporti Enrico Stefàno? No, vero?

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