Scenarieconomici.it: il sito dei sovranisti no euro “megafono” di Paolo Savona

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-05-29

Il ministro dell’Economia scelto da Lega e M5S è stato nel corso degli ultimi anni molto vicino a Scenarieconomici e al suo fondatore Antonio Maria Rinaldi, già segretario del partito politico no-euro Alternativa per l’Italia a cui aderì la senatrice antivaccinista Paola De Pin

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Negli ultimi giorni il professor Paolo Savona, ministro dell’Economia designato da Lega e MoVimento 5 Stelle ma bocciato dal Capo dello Stato, ha affidato i suoi pensieri al sito Scenarieconomici.it. Ad esempio è su SE che Savona è intervenuto domenica all’ora di pranzo affidando un comunicato dove dichiarava il suo amore per l’Unione Europea che avrebbe dovuto nelle intenzioni rassicurare il Colle. Il sito è quindi salito alla ribalta delle cronache che lo hanno descritto uno dei punti di riferimento di tutti coloro che hanno una posizione assai critica sull’Unione Europea e sull’euro.

Scenarieconomici e Antonio Maria Rinaldi il sovranista antieuro contro i vaccini obbligatori

A dirigerlo è il professor Antonio Maria Rinaldi, già allievo di Savona e presidente dell’associazione Riscossa italiana – Diritto ed Economia per la democrazia costituzionale. Nel 2016 Rinaldi ha poi dato vita al partito sovranista no-euro Alternativa per l’Italia (ALI) al quale aderì convintamente la senatrice ex 5 Stelle Paola De Pin, nota alle cronache per essere una che sostiene qualsiasi ipotesi di complotto, dall’invasione organizzata dei migranti alle bufale sui pericoli delle vaccinazioni obbligatorie e che ovviamente è a favore dell’uscita dall’euro.

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Dal programma elettorale di Alternativa per l’Italia [Fonte]
La De Pin poi è passata a Riscossa Italia un altro partito composto da alcuni ex di ALI che ha come riferimento Scenarieconomici e nel cui simbolo campeggia il termine “Euroexit”. Alle ultime elezioni politiche Riscossa Italia era diventata il Piano B dei novax italiani qualora il partito fondato da Dario Miedico non fosse riuscito a presentarsi. Su Scenarieconomici nel giugno del 2017 venne pubblicato un appello al Presidente Mattarella contro la legge Lorenzin firmato tra gli altri anche dal nutrizionista free-vax Franco Trinca. Pur essendo un economista Rinaldi non ha rinunciato ad esprimere posizioni molto critiche sulla Legge Lorenzin ipotizzando che dietro si nascondessero imponenti interessi economici. Un altro articolo di Scenarieconomici pubblicato ad inizio aprile invece  dava credito alle affermazioni della dottoressa Gatti sui vaccini contaminati da nanoparticelle stravolgendo le conclusioni del rapporto della Commissione sull’Uranio impoverito e vaccini.

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La home page di Scenarieconomici.it

 

Insomma le posizioni di Rinaldi e di Scenarieconomici sull’euro (e non solo) sono abbastanza chiare. E il fatto che Savona abbia scelto proprio quel sito per fare le sue esternazioni e precisazioni non ha fugato i dubbi. Anzi, nel comunicato del 27 maggio Savona esordisce così: «Non sono mai intervenuto in questi giorni nella scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema delleuro, perché chiaramente espresse nelle mie memorie consegnate allEditore il 31 dicembre 2017, circolate a stampa in questi giorni, in particolare alle pagine 126-127». In sostanza Savona dice che le sue posizioni sull’euro sono quelle chiaramente espresse nella sua autobiografia. Quella dove definisce la moneta unica una “gabbia tedesca” e paragona la Germania di oggi a quella nazista.

Il rapporto tra Paolo Savona e Scenarieconomici

Rinaldi tra le altre cose è l’autore di libri dichiaratamente contro l’euro. Uno di questi vanta la presentazione di Paolo Savona e la postfazione di Alberto Bagnai.  Il che lascia intendere che Savona condivida le opinioni di Rinaldi giacché non si è mai visto qualcuno fare la prefazione di un libro del quale non condivide l’impostazione e le conclusioni. Nella prefazione al libro (che si può leggere qui) Savona scrive che per Rinaldi «ciò che è giusto chiedere è un’Europa che dia vita a un’istituzione politica tra quelle conosciute dove la Germania non ripeta i suoi errori di imporre il “pensiero unico” (che è poi il “pensiero vecchio”, quello di Walter Funk) che gli altri paesi accettano troppo passivamente, con l’Italia in testa». Per la cronaca quel Walter Funk altri non è che il Ministro per gli affari economici della Germania nazista dal 1937 al 1945 nonché teorico del dominio economico della Germania sull’Europa. Torna quindi il paragone con il nazismo.

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Savona scrive anche che «per coltivare la speranza di sconfiggere gli egoismi nazionali occorre avere un Piano A composto da due parti: ciò che va corretto a livello comunitario e ciò che deve essere fatto a livello nazionale» spiegando che «per affrontare una eventuale condizione di non sanabilità significa invece preparare un Piano B di uscita dall’euro e, ove necessario, dal mercato comune europeo, rinunciando all’idea che l’attuale costruzione europea sia irreversibile e che il problema consista nell’addentrarsi sempre più in un meccanismo economico-politico che ci fa perdere le conquiste raggiunte nel dopoguerra e ci tramuta in una colonia europea».

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Gli autori del Piano B

Oggi Scenarieconomici dice che quella dell’adesione di Savona al Piano B sarebbe una fake-news dicendo che in ogni caso si trattava di un piano “puramente accademico” (Savona però risulta nella lista degli autori del piano). Al convegno, si legge, Savona aveva invitato a predisporre il Piano B a titolo precauzionale (quindi non puramente accademico). Eppure proprio nella risposta di Savona alla decisione di Mattarella il professore spiega che la trattativa con la UE si sarebbe dovuta svolgere «secondo la strategia di negoziazione suggerita dalla teoria dei giochi che raccomanda di non rivelare i limiti dell’azione,perché altrimenti si è già sconfitti». Ma non dice che se la controparte sa già che stai bluffando la tua strategia è perdente.

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Fonte

Nel 2015 Savona aveva scritto una lettera aperta a Mattarella per chiedergli di non avallare la cessione della sovranità fiscale per far funzionare la sovranità monetaria europea. Non proprio la dichiarazione d’amore nei confronti dell’UE di un convinto europeista. Come stupirsi quindi che il “trattativista” Savona sia stato bocciato dal Colle, viste le premesse?

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