Così parlò Paolo Savona

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-27

Un comunicato del professore diffuso dal TG1 prova a concludere lo stallo con il Quirinale sul contatto Lega-M5S. Ci riuscirà?

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Questa mattina i giornali ipotizzavano che potesse essere Paolo Savona a togliere dall’impasse il Quirinale e il governo M5S-Lega. In due possibili modi: facendosi da parte oppure rassicurando tutti sulle sue posizioni in materia di euro ed Europa. Il professor Savona pare aver scelto la seconda ipotesi, attraverso una nota anticipata dal Tg1.

Così parlò Paolo Savona

Dopo la lettera al Sole 24 Ore che qualche giorno fa rappresentò il tentativo di chiudere la polemica sulle sue dimissioni dal fondo Euklid (con scarso successo), Savona ci riprova e dice: «Le mie posizioni sono note, sono quelle contenute nel contratto di governo, con piena attuazione del trattato di Maastricht. Voglio un’Europa diversa, più forte ma più equa». Il testo del comunicato è anticipato da Scenarieconomici.it e riprende anche l’autobiografia di Savona che era stata giudicata con preoccupazione proprio dal Quirinale. Savona sostiene che queste, e soltanto queste, siano le sue proposte:

– Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica …..

– Assegnare alla BCE le funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale ..…

– Attribuire al Parlamento europeo poteri legislativi sulle materie che non possono essere governate con pari efficacia a livello nazionale, …..

– Conferire alla Commissione Europea il potere di iniziativa legislativa sulle materie di cui all’art. 3 del Trattato di Lisbona …..

– Nella fase di attuazione, prima del suo scioglimento, assegnare al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo compiti di vigilanza sulle istituzioni europee per garantire il rispetto degli obiettivi e l’uso dei poteri stabiliti dai nuovi accordi.

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Poi aggiunge, citando esplicitamente il contratto di governo Lega-M5S:

Per quanto riguarda la trasposizione di questi miei convincimenti nel programma di Governo non posso che riferirmi al contenuto del paragrafo 29, pagine 53-55, del Contratto stipulato tra la Lega e il M5S, nel quale vengono specificati gli intenti che verranno perseguiti dal Governo che si va costituendo “alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni“; queste inducono a chiedere all’Unione Europea “la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuando gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo” che nel testo che segue vengono specificati.

Anche per le preoccupazioni espresse nel dibattito sul debito pubblico e il deficit il riferimento d’obbligo è il paragrafo 8 di pagina 17 del Contratto in cui è chiaramente detto che “L’azione del Governo sarà mirata a un programma di riduzione del debito pubblico non già per mezzo di interventi basati su tasse e austerità – politiche che si sono rivelate errate ad ottenere tale obiettivo – bensì per il tramite della crescita del PIL, da ottenersi con un rilancio della domanda interna dal lato degli investimenti ad alto moltiplicatore e politiche di sostegno del potere di acquisto delle famiglie, sia della domanda estera, creando condizioni favorevoli alle esportazioni.”

La mediazione e lo spacchettamento

Con il comunicato Savona prova a rimangiarsi in parte quanto sostenuto nel libro Come un incubo, come un sogno che ha dato alle stampe di recente. E dove ad esempio si afferma: “La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente. Per tre volte l’Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d’acciaio del 1939 e l’ Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?”.

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L’ipotesi dello spacchettamento intanto non sembra essere gradita alla Lega, anche per la difficoltà nella scelta di un nome che riesca ad armonizzarsi con quello di Savona. La lista dei ministri è chiusa e Conte potrebbe salire al Quirinale in qualsiasi momento e poi lasciare tutto in mano a Mattarella.

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