Fact checking
Le sardine contro Salvini non hanno bisogno di chiamare i lombardi per riempire il Crescentone
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2019-11-14
La Lega ha organizzato tutto per benino al Paladozza, ci sono i pullman per portare militanti ed attivisti, le letterine per chiamare gli amici lombardi (metti mai che ci sia qualche posto vuoto). Ma la guerra dei numeri non è quella importante, per ora. Oggi Salvini fa iniziare la campagna elettorale in Emilia Romagna e l’unica risposta per ora è quella delle Sardine che andranno in piazza a Bologna contro di lui. I partiti dove sono?
Oggi è il grande giorno di Salvini al Paladozza. Il Capitano ha già fatto allestire il palazzetto dello sport in centro a Bologna per una convention di quelle stile USA. Dal Paladozza partirà la conquista dell’Emilia Romagna in nome del cambiamento. Per far salire l’attesa Matteo Salvini sta girando per il Paladozza vuoto a controllare se tutte le sedie sono al posto giusto e far salire un po’ l’aspettativa per la serata con Lucia Borgonzoni.
Salvini e il bisogno di mostrare quanto vale
La Lega come al solito quando organizza qualche evento importante ha già predisposto un comodo servizio di pullman per portare i cittadini dell’Emilia Romagna al Paladozza (capienza totale 5.570 posti). Una serie di corriere è pronta a partire da tutte le province per consentire ai militanti della Lega di prendere posto al comizio di questa sera. Come se non bastasse nei giorni scorsi ha circolato la lettera che invitava la Lega Lombarda a mobilitare gli attivisti per andare a Bologna a riempire il palazzetto.
Che sarà sicuramente pieno, in fondo in tutta l’Emilia Romagna la Lega sarà pur in grado di trovare meno di seimila persone disposte a passare una seratona con Salvini. Lo sforzo messo in campo per portarcele però è notevole. Ma la macchina della propaganda leghista è ben consapevole che sarà tutto dimenticato non appena Salvini prenderà la parola nel Paladozza strapieno. Così come ci si dimenticherà che quelli che saranno ad assistere allo spettacolo non saranno che una minima frazione degli abitanti di tutta l’Emilia Romagna (oltre quattro milioni) o di Bologna (poco meno di 390 mila).
L’importante è far credere, dare l’impressione visiva, che Bologna e l’Emilia Romagna si siano convertite alla Lega. I sondaggi che parlano di un testa a testa tra Bonaccini e la Borgonzoni valgono fino ad un certo punto. La potenza della Lega si deve vedere, toccare con mano.
Niente pullman per le sardine, e nemmeno sponsorizzate su Facebook
Fuori dal Paladozza ci sarà la protesta delle Sardine contro Salvini, un flash mob organizzato per dimostrare che Bologna non è una città leghista (almeno non ancora). Le sardine si troveranno sul Crescentone, in piazza, e per ora la principale differenza con Salvini è che non sono stati organizzati pullman da tutta la Regione. Chi vorrà andrà con le sue gambe. «Un risultato è già stato raggiunto» scrive uno degli organizzatori della contro-manifestazione nella pagina dedicata all’evento. «Perché la sfida dei numeri virtuali l’abbiamo già stravinta, decuplicando i numeri che l’evento di Salvini registra su Facebook, nonostante i cartelloni che ci assillano da settimane e le migliaia di euro che questi spendono su facebook tutti i giorni».
Effettivamente i numeri virtuali sono impietosi se si confrontano i due eventi. Ma le ragioni potrebbero essere molte, a partire dal fatto che mettere un “parteciperò” non costa nulla e che magari l’elettorato leghista bada poco ai social (non si direbbe visto l’investimento economico della Lega nella campagna elettorale). Con le sardine però non si sono schierati i partiti politici che contenderanno a Salvini la presidenza dell’Emilia Romagna. Insomma paragonare i due eventi dal punto di vista organizzativo e della comunicazione ha poco senso.
In un periodo in cui sembra che la sinistra e il centro sinistra non siano in grado di andare in piazza (e qualcuno nel PD dovrà prima o poi interrogarsi sulla fallimentare strategia umbra) è importante dire che gli spazi pubblici (non quelli televisivi, quelli fisici) non sono già stati consegnati alla Lega. Certo è che quello di questa sera non sarà la battaglia decisiva ma l’inizio di una lunga campagna elettorale, una campagna che finirà solo il 26 gennaio, tra tre mesi.
Salvini ha già annunciato che girerà tutta la Regione, città per città, comune per comune. L’Umbria ci ha dimostrato che è in grado di farlo. E l’Umbria ha mostrato anche l’incapacità del centro-sinistra (con o senza MoVimento 5 Stelle) di sfidarlo su un terreno, quello dei comizi, che non è “di Salvini”: è di tutti. O almeno dovrebbe. Se il PD ha paura che i comizi fatti nella piazza del piccolo borgo non abbiano una grande partecipazione e teme di fare “flop” dovrebbe ricordare che alla maggior parte delle uscite del Segretario della Lega assistono poche centinaia di persone, alcune di loro sono lì perché magari quello è un giorno di mercato (incredibile vero?). Ma anche se fossero appena poche decine di persone quelle sono persone che evidentemente hanno bisogno di sentire la presenza della politica a casa loro. Salvini non è un grande oratore, dice le stesse cose ovunque da anni. Ma la differenza non è né il come le dice né il fatto di portare persone in piazza. La differenza è una sola: Salvini c’è, gli altri no. Non si può pensare di vincere una campagna elettorale con iniziative dal basso come quelle delle sardine del Crescentone. Si può però imparare da loro. Una cosa soltanto: non lasciare le piazze a Salvini. Perché le piazze non sono luoghi da riempire, sono persone.
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