Matteo Salvini e il complotto di Soros sullo spread

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-08

Secondo un vicepremier se lo spread sale è colpa degli speculatori “alla Soros” che sperano di comprarsi le aziende di Stato. Secondo l’altro invece è colpa del presidente del fondo salva-stati e delle dichiarazioni dei commissari europei sul DEF. Andiamo a vedere cosa sta succedendo sui mercati e perché alcune paure sono giustificate

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Chi fa salire lo spread, il governo con i suoi annunci sul deficit al 2,4% o i giudizi dei membri della Commissione Europea che criticano la nota di aggiornamento del DEF? Secondo il vicepremier Luigi Di Maio la responsabilità se lo spread è intorno ai 300 punti è in capo ai commissari europei. «Prima di tutto permettetemi di dire che in questo momento vedere il presidente del fondo salva-stati fare interviste a Bloomberg e dire che ha forti preoccupazioni per le banche italiane è singolare – ha detto Di Maio parlando fuori dall’ambasciata italiana a Berlino – Così come è singolare che in questi giorni quando lo spread non raggiungeva quota 300 qualche commissario si metteva a parlare».

Salvini e lo spread che sale per colpa di quelli come Soros

Il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle non fa nomi. Molto più esplicito è stato invece l’altro azionista del governo Conte. Che però fornisce una spiegazione diversa da quella del suo alleato.  Secondo il vicepremier Matteo Salvini:«Dietro questa impennata c’è una manovra finanziaria di speculatori alla vecchia maniera, li abbiamo conosciuti  25 anni fa alla George Soros, che puntano sul crollo di un paese per comprarsi a livello di saldo le aziende italiane. Chi pensa di speculare perde tempo, a nome del governo dico che non torneremo indietro». Durante il suo intervento a un incontro organizzato dall’Ugl a cui partecipava anche la leader del Front National Marine Le Pen, Salvini ha ribadito quanto già detto (in maniera diversa) a Non stop news su Radio Rtl 102.5.

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Salvini ha aggiunto che «Se volessi pensare male penserei che coloro che stanno agitando il fantasma dello spread lo fanno perché un’Italia che torna a crescere non è un’Italia pronta a svendere le sua aziende». Questa mattina ai microfoni di Pierluigi Diaco aveva parlato del rischio di un downgrade dei titoli di Stato italiani da parte delle agenzie di rating «qualcuno che ha come obiettivo di costringere l’Italia a svendere i suoi gioielli, penso a Eni, penso a Enel, penso ad alcune grandi realtà come Generali e Poste. Il dubbio di fondo che ci sia qualcuno che vorrebbe fare shopping delle aziende sane che ci sono in italia mi rimane però io tiro dritto». Il problema è che l’Italia non sta tornando a crescere, e fino ad ora gli unici che dicono che tornerà a farlo sono proprio i membri dell’esecutivo e della maggioranza.

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Anche il presidente della Commissione Bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi, ha una sua teoria per spiegare la salita dello spread. La colpa non è delle sue dichiarazioni ma di un “problemino di mancata garanzia del debito da parte della banca centrale”. L’ipotesi più interessante resta però quella del complotto in pieno stile sorosiano. Il magnate ungherese del resto è lo spauracchio definitivo di Salvini che, memore della lezione di Orbán e dell’internazionale sovranista, lo tira fuori nei momenti di difficoltà. Una volta tocca all’invasione organizzata e alla sostituzione etnica pagata coi soldi di Soros un’altra alle manovre di speculazione dei poteri forti.

Chi sta scommettendo sull’Italia?

Mentre Salvini spiegava l’impennata odierna dello spread parlando dello «scontro tra l’economia reale e l’economia virtuale e di quello tra la vita vera e la realtà finanziaria» qualcuno stava effettivamente scommettendo sull’Italia. Sono i mercati. Proprio gli stessi che dovrebbero comprare il maggior debito che servirà a finanziare la manovra economica del governo di cui Salvini e Di Maio fanno parte. Come racconta Andrea Greco su Repubblica ad alimentare la speculazione c’è proprio lo scontro tra Unione Europea e Italia sul DEF. Le vendite allo scoperto sui Btp a due anni stanno tornando ai livelli di maggio (quando Carlo Cottarelli rinunciò all’incarico di formare un governo lo spread schizzò a 311 punti). Questa mattina all’apertura di Piazza Affari il rendimento del Btp decennale ha sfiorato il 3,60% e lo spread i 310 punti. Repubblica dice anche chi è che causa queste turbolenze: i fondi di investimento. Proprio coloro che in caso di downgrade dei titoli di Stato saranno costretti a sbarazzarsi di Bot e Btp.

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I detentori del debito italiano (Repubblica A&F, 8 ottobre 2018)

A pagare per il momento non sono le “aziende sane” di proprietà dello Stato citate da Salvini ma gli istituti di credito, alcuni titoli bancari oggetto di forti vendite sono stati sospesi per eccesso di ribasso. E questo nonostante quello che dice Salvini è un problema, perché le banche italiane sono detentrici di una fetta considerevole del debito sovrano e se le vendite continuassero potrebbero essere costrette ad una ricapitalizzazione che finirebbe per causare una stretta del credito e quindi indebolire la già flebile ripresa economica. Con lo spread a 400 inoltre la situazione potrebbe diventare critica proprio per il governo. A questo va aggiunto il fatto che la BCE ha dimezzato il programma di acquisti di titoli di Stato (il quantitative easing) che verrà sospeso a gennaio. Il governo quindi con i suoi annunci e la sua idea di DEF ha creato le condizioni affinché chi specula sul debito ritenga appetibile scommettere sull’Italia. Così come successe nel 1992 (l’episodio della speculazione di Soros citato da Salvini) è la perdita di credibilità di un Paese a creare le condizioni affinché si possa fare della speculazione. Più che un segnale dell’arrivo dei cavalieri dell’Apocalisse finanziaria l’aumento dello spread dovrebbe essere un campanello d’allarme per il governo. Che però per bocca di Salvini e Di Maio fa sapere di voler andare avanti.

Leggi sull’argomento: Come le agenzie di rating possono affossare il governo Lega-M5S

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