Perché Salvini oggi fa sbarcare 62 migranti a Pozzallo senza dire nulla?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-07

Il Capitano oggi non parla di porti chiusi ma anzi ringrazia il Vaticano perché accoglierà – nelle diocesi sparse sul territorio italiano – i migranti salvati da un rimorchiatore battente bandiera italiana. Il bluff di Salvini è finito? I porti sono aperti (e lo sono sempre stati) e mentre in Europa si discute di migrazioni il ministro se ne va in giro per l’hinterland milanese a fare campagna elettorale per i ballottaggi

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Oggi a Pozzallo sbarcheranno 62 persone. Si tratta di migranti che sono stati soccorsi in acque SAR Maltesi dal rimorchiatore italiano Asso 25. Si tratta di una situazione che si è ripetuta decine di volte da quando Matteo Salvini è ministro dell’Interno. Oggi però il titolare del Viminale non ha mandato lettere al governo di Malta, non ha minacciato la chiusura dei porti e non ha impedito lo sbarco. Come mai?

Il Capitano è nudo: i porti sono aperti

I porti sono aperti, scrive su Twitter la Ong Sea Watch che in questi ultimi dodici mesi è stata uno dei bersagli preferiti della propaganda salviniana. «Il nostro porto non è mai stato chiuso, così come quelli del resto d’Italia, semplicemente perché i porti non si possono chiudere» ha detto il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna. Eppure anche i contorni del salvataggio sono di quelli che qualche giorno fa avrebbero fatto scendere Salvini sul piede di guerra. Il coordinamento dei soccorsi infatti è stato della Guardia Costiera maltese, una cosa che il governo italiano ha sempre utilizzato per dire che i migranti salvati in mare dovevano andare a La Valletta.

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Salvini su Facebook scrive che «gli sbarchi si sono ridotti del 90% rispetto all’anno scorso. E di più: i pochi che riescono ancora ad arrivare, quelli di oggi, ad esempio, saranno accolti a spese del Vaticano e dei vescovi italiani, che ringrazio. Così ognuno fa la sua parte». Non dice che oltre ai 62 che sbarcheranno oggi secondo i dati del Viminale ne sono sbarcati 192 il 2 giugno (ma forse Salvini era impegnato a litigare con Fico) e 117 il 3 giugno. Non dice nemmeno che a fronte di circa mille sbarchi in Italia tra maggio e giugno dalla Libia sono partite 3.092 persone. Alcune sono state catturate dalla guardia costiera libiche, altre soccorse da Malta e molte purtroppo sono morte.

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Al Capitano e ai suoi elettori ricordiamo però che gli immigrati saranno anche ospitati in strutture della CEI ma che queste strutture si trovano in territorio italiano. Insomma i migranti “invaderanno” l’Italia perché la rete ecclesiale è parte integrante del sistema Sprar. Insomma i migranti e i richiedenti asilo verranno ospitati là dove già vengono ospitati altre migliaia di rifugiati. E sarà proprio l’Italia a farsi carico delle procedure relative alle domande di asilo politico o di protezione internazionale. Nulla è cambiato da quando Salvini mandava i migranti della Diciotti a Rocca di Papa dicendo che “se li sarebbe presi il Vaticano”.

C’è un’altra indagine sui “porti chiusi”?

Anche in questo caso i patridioti scopriranno tra qualche giorno il trucchetto di Salvini. Ma la domanda è un’altra: come mai Salvini questa volta non ha chiuso i porti? Di sicuro ha pesato il fatto che a soccorrere i migranti non sia stata una nave dei “vicescafisti” delle ONG ma un rimorchiatore battente bandiera italiana. Ma già la settimana scorsa la Marina Militare era intervenuta a salvare un’ottantina di migranti in difficoltà in acque SAR libiche. Non dopo essere rimasta per quasi 24 a meno di nove miglia di distanza dal barcone in attesa che si facesse viva la Guardia Costiera Libica.

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Una delle possibili ragioni potrebbe essere quello che scriveva ieri Nello Scavo su Avvenire (ovvero il quotidiano dei Vescovi italiani). A quanto pare infatti sono tre le indagini aperte a carico del Viminale per altrettanti casi in cui il Ministero avrebbe ostacolato le operazioni di soccorso e di sbarco dei migranti. L’indagine non risulta al Gabinetto del Viminale ma invece viene menzionata in risposta ad una richiesta di accesso agli atti dal Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto che spiega di non poter fornire gli atti relativi all’arrivo della Sea Watch a Lampedusa il 15 maggio perché quell’evento «è oggetto di indagine da parte della procura della Repubblica presso il tribunale di Palermo».

Che sia per quello che Salvini ha deciso che non era il caso di dare battaglia sui porti chiusi? Salvini non ha nemmeno cercato l’incidente con l’Unione Europea minacciando di tenere i migranti al largo finché gli altri Stati membri non si fossero fatti avanti per prendersi le loro “quote”. Ma il motivo di questo secondo silenzio lo sappiamo. Proprio oggi i colleghi europei di Salvini si trovano per discutere di migranti e rimpatri. Il nostro superministro invece è impegnatissimo a tirare la volata ai sindaci di tre paesi dell’hinterland milanese. Quando si dice avere ben chiare le priorità.

Foto copertina via Twitter.com

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