Francesca Donato dice no all’euro (e sì alla poltrona da europarlamentare)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-29

Appena eletta all’Europarlamento la fondatrice e presidente del progetto Eurexit pensa già a come uscire dall’Euro. Oggi a Omnibus ha spiegato che se non si riuscirà a riformare l’Unione Europea alle prossime politiche qualcuno proporrà l’uscita dalla moneta unica. E visto che i leghisti non hanno i numeri per riformare la UE indovinate cosa succederà?

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Francesca Donato è appena stata eletta al Parlamento Europeo ma già pensa a come uscire. Non dall’Europarlamento ma dall’euro e dall’Unione Europa. La fondatrice del “progetto Eurexit”ha le idee chiare e questa mattina ad Omnibus ha spiegato come potrebbe essere possibile in futuro uscire dall’Euro. Dopo essersi interrogata sul perché «al Giappone nessuno scriva “letterine” al governo» ed aver scoperto che quando si emettono titoli pubblici per finanziare il debito «abbiamo ceduto la nostra sovranità ai mercati» la Donato affronta il Grande Tema.

Lo devono dire gli italiani!

Secondo Francesca Donato infatti non è affatto vero che l’adesione ai trattati europei è stata una scelta democratica. Evidentemente per la neoletta eurodeputata leghista la democrazia è solo quando il popolo si esprime direttamente su una questione e non quando – come succede nelle democrazie rappresentative – sono i rappresentanti del popolo a decidere democraticamente se aderire o meno ad un trattato (come è effettivamente successo).

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Ma allora si uscirà dall’Euro? La Donato ne è convinta. Non servirà un referendum, come volevano i leghisti fino a qualche tempo fa. E allora come si farà? Secondo la Donato il meccanismo è semplice: si prova a cambiare l’Unione Europa, se si vede che è “irriformabile” allora «alle prossima volta che ci saranno le politiche gli italiani sceglieranno tra chi vuole restare così sic et simpliciter senza cambiare nulla. E chi invece dirà “se questa è la situazione e non si può cambiare nulla vediamo se vogliamo restarci sul serio“». Qualcuno in studio le fa notare che questo era quello che diceva la Lega (ma anche il MoVimento 5 Stelle) prima delle politiche del 2018. Ma in realtà la Donato sorvola sulle conseguenze pratiche di un annuncio del genere e pure su come potrebbero reagire i cittadini (e i mercati) dopo il voto. Ad esempio con la più classica delle fughe di capitali. A meno naturalmente di non bloccare i conti correnti, ma non sarebbe una cosa democratica.

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Qualcuno potrà dire che al di là delle dichiarazioni di Salvini nel programma della Lega del 2018 non c’è scritto esplicitamente che si vuole uscire dall’Euro. Ma c’è scritto «noi vogliamo restare all’interno dell’Unione Europea solo a condizione di ridiscutere tutti i Trattati che pongono vincoli all’esercizio della nostra piena e legittima sovranità, tornando di fatto alla Comunità Economia Europea precedente al Trattato di Maastricht». Il che significa – come tutti sanno – uscire dall’Euro. La Donato evidentemente non ha ancora i riflessi pronti e non dice che per questa legislatura l’uscita dall’euro non è nel contratto. Ma qualcuno potrebbe chiedersi quale importanza si dà ai processi democratici quando invece che scrivere chiaro e tondo “vogliamo proporre l’uscita dall’Euro” si usa una formula criptica come quella dell’uscita dal Trattato di Maastricht. Chissà, magari alle prossime politiche qualcuno dirà davvero che se vince usciremo dall’Euro.

Leggi sull’argomento: Ma quand’è che Salvini la smetterà di dire e comincerà a fare?

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