Lo sciacallaggio di Salvini sul coronavirus che arriva “con i barconi”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-17

La situazione è questa: 45 casi confermati in Europa, tre in Italia, un decesso in Francia. Ma per Salvini il problema è un cittadino stranieri positivo a COVID-19 in Egitto. Perché? Perché così può tornare ad agitare la paura del virus che arriva sui barconi. Che però partono dalla Libia e dalla Tunisia

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«Se scende da un barcone uno con il coronavirus denuncio il ministro per attentato alla salute pubblica» così il senatore della Lega Matteo Salvini durante una diretta su Facebook. Il coronavirus COVID-19 è infatti arrivato in Africa dove è stato confermato il primo caso di coronavirus. Si tratta di un paziente che si trova in Egitto ma che non è di nazionalità egiziana e che è già stato messo in isolamento. Da quel poco che si sa dovrebbe trattarsi di un caso “importato” (esattamente come quelli in Italia).

Le fregnacce di Salvini sui migranti che portano il coronavirus sui barconi

Qualche settimana fa, a titolo precauzionale l‘Egitto ha sospeso tutti i voli diretti con la Cina, ma questo non ha impedito il verificarsi del caso. Un singolo caso isolato, in un continente enorme dove vivono oltre 1,2 miliardi di persone, che però è stato subito strumentalizzato dal leader della Lega che sceglie di sventolare la paura dei migranti che portano le malattie (dimenticando che mentre era al governo in “Africa” infuriava l’epidemia di Ebola) e che quindi porteranno la malattia anche da noi.

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Nel frattempo la situazione in Europa è questa: 45 casi confermati (tre in Italia) e un decesso in Francia. Dei casi confermati nel continente europeo ben 22 sono di trasmissione del virus a livello locale. Significa che ci sono già, in Europa, forme di contagio tra esseri umani di COVID-19. In Cina le cose vanno decisamente peggio: oltre 70 mila persone contagiate da COVID-19 e più di millesettecento morti. Ma a preoccupare la Lega sono “i barconi”. Barconi che arrivavano lo stesso anche quando Salvini era Ministro dell’Interno, perché l’unica cosa che era in grado di fermare, temporaneamente, erano le navi delle ONG.

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Deputato di Fratelli d’Italia

Ma alla fine anche con Salvini al Viminale nella maggior parte dei casi i migranti venivano fatti sbarcare. Questo perché è impossibile fermare barconi e “sbarchi fantasma”. L’unica cosa che si può fare è naturalmente quello che ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza: «ora non servono provvedimenti ad hoc oltre a quelli già disposti per porti e aeroporti. Per quanto riguarda voli e imbarcazioni che provengono dall’Africa, i controlli sono rigorosi come per chi proviene da altre parti del mondo». Ma da settimane leghisti e sovranisti ci spiegano che il coronavirus arriverà in Italia “dall’Africa”. Quello che è successo è che al momento il coronavirus invece è arrivato proprio da dove ci aspettava venisse: dalla Cina, vuoi per i due turisti cinesi arrivati in Italia in vacanza o per il cittadino italiano rimpatriato da Wuhan. Inutile poi dire che il verificarsi di un solo caso in Egitto non giustifica certo un “blocco navale” nei confronti di quel Paese (cosa che sarebbe un atto di guerra) come suggerisce il deputato di Fratellì d’Italia Francesco Lollobrigida. E in mancanza di pretesti “sanitari” di questo tipo non ci si può certo inventare un simile blocco navale nei confronti di Algeria, Libia o Tunisia, i paesi dai quali parte il maggior numero di migranti che arrivano in Italia.

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Fonte: ECDC

Senza contare che attualmente un cittadino egiziano (e non un africano in genere) può tranquillamente arrivare in Italia in aereo. La pantomima sui barconi è solo l’ennesima mossa della propaganda leghista per creare una teoria del tutto che inserisca nella narrazione classica – quella della paura dell’invasione dei migranti, la xenofobia e la necessità di difendere i confini – la psicosi per il coronavirus COVID-19. Ma questa versione della storia non corrisponde alla realtà dei fatti. Per rendercene conto è sufficiente osservare una cartina con il numero dei casi a livello globale. Quel puntino in Africa è l’unico caso egiziano: in Australia – quel paese che è il modello per la gestione dell’immigrazione – i casi sono 15, negli USA 15, in Canada 8. E in tutta Europa ci sono più casi di COVID-19 che in Australia, Canada, USA e Africa messi assieme. Perché il problema dovrebbe essere proprio l’Africa, intesa come intero continente?

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