Ma Salvini che parla di “decisione collegiale” per Gregoretti è lo stesso che ha detto che fermava gli sbarchi da solo?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-01-03

C’era una volta un ministro che chiedeva pieni poteri. Era un ministro che di poteri ne aveva già, al punto di rivendicare pubblicamente di aver bloccato lo sbarco dei migranti a bordo della Gregoretti. Oggi quello stesso ministro (ora ex) dice che lui non ha deciso nulla e che hanno fatto tutto gli altri. Le prove? Non ci sono

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Matteo Salvini oggi depositerà la sua memoria difensiva sul caso Gregoretti per convincere il Senato a non votare l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti. La linea di difesa è sempre la stessa: quella di impedire lo sbarco dei migranti dal pattugliatore della Guardia Costiera italiana fu una decisione collegiale del Governo e non del solo ministro dell’Interno.

La linea di difesa di Salvini: è colpa di Conte

Il Corriere della Sera riferisce che nella difesa, approntata dall’ex ministro Giulia Bongiorno, è citata una dichiarazione fatta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Fiorenza Sarzanini scrive che nella memoria difensiva  è citata la dichiarazione pubblica del ministro Bonafede che aveva confermato «il dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell’Interno e della Difesa». Ma in realtà il ministro Bonafede durante quella puntata di In Onda del   30 luglio disse che «come è sempre avvenuto il Presidente del Consiglio sta facendo valere la voce del Governo italiano in Europa» e che «c’è in questo momento un dialogo costante tra il ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Interno e credo anche il Ministero della Difesa». Insomma, Bonafede non era affatto sicuro che un dialogo con il dicastero retto all’epoca da Elisabetta Trenta fosse effettivamente in corso.

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Non si tratta in ogni caso di un atto formale del Governo ma di una dichiarazione rilasciata durante un’intervista televisiva. E già Palazzo Chigi  ebbe modo di smentire Salvini (che in quel periodo si trovava a Milano Marittima) in una nota in cui dichiarava che «la questione relativa alla vicenda della nave ‘Gregoretti‘ non figura all’ordine del giorno e non è stata oggetto di trattazione nell’ambito delle questioni ‘varie ed eventuali’ nel citato Consiglio dei Ministri [il 31 luglio 2019, ndr], né in altri successivi».  Ed infatti nei documenti presentati da Salvini non ci sarebbe traccia di atti o interlocuzioni sull’impedire lo sbarco da una nave dello Stato italiano.

Tutte le volte che Salvini ha detto che voleva fermare gli sbarchi da solo (e a mani nude e con un braccio legato dietro la schiena)

Al di là dei documenti che porterà la difesa per evitare che Salvini vada a processo rimane un dato di fatto: l’ex Ministro dell’Interno ha detto e continua a dire che vuole farsi processare e addirittura incarcerare. In un post pubblicato su Facebook ha scritto «rischio un processo e una condanna a 15 ANNI di carcere dopo aver bloccato, da Ministro dell’Interno, uno sbarco di immigrati da una nave». Salvini non scrive che a bloccare lo sbarco è stato il Governo, scrive di averlo fatto lui. E non dice nemmeno che alla fine le persone a bordo della Gregoretti sono state fatte sbarcare, in Italia. Ma questo è un dettaglio.

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Delle due l’una: o lo sbarco lo ha fermato Salvini o lo ha fermato il Governo, dopo una decisione collegiale. Nelle dichiarazioni pubbliche su Facebook Salvini continua a dire da settimane che lo vogliono processare perché ha bloccato uno sbarco, e che in ogni caso lui lo rifarebbe. Al tempo stesso Salvini presenta una memoria difensiva in cui dice che la responsabilità non è solo sua ma di tutto l’esecutivo. Eppure in un video del 31 luglio, Salvini aprì una diretta su Facebook per lamentarsi della denuncia di Legambiente per annunciare che «il problema era stato risolto» spiegando «ho chiesto qualche giorno di lavoro per stimolare le coscienze perché sono tutti bravi a fare i generosi coi porti degli altri». E ancora «nelle prossime ore darò personalmente autorizzazione allo sbarco».

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In nessun passaggio Salvini lascia intendere o dice esplicitamente che la decisione doveva essere presa dal Governo in maniera collegiale. Del resto il 26 luglio su Facebook scriveva «non darò nessun permesso allo sbarco» da nave Gregoretti. Di nuovo: il governo non sembrava così partecipe nelle decisioni del ministro dell’Interno.

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Salvini poi è sempre quello che in un’intervista rilasciata a settembre disse «vorrei ricordare al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che i capi di governo europei ero io a contattarli per risolvere le ridistribuzioni dei migranti e non lui, lui si rivendeva solamente i risultati». L’allora ministro dell’Interno non solo fermava gli sbarchi a mani nude (e con un braccio legato dietro la schiena) ma addirittura faceva tutto il grosso del lavoro, come ad esempio provvedere alla redistribuzione dei migranti. Ma se è vero quello che diceva Salvini in quei giorni significherebbe che non solo ha bloccato lo sbarco dalla Gregoretti ma che faceva gli accordi con gli altri stati europei (sicuramente ci saranno dei documenti in grado di provarlo) e poi lasciava a Conte di prendersi il merito. Il Fatto Quotidiano scrive che queste fantomatiche prove annunciate sia da Salvini che dall’ex ministra Bongiorno per scappare dal processo ci sono esclusivamente le mail tra i ministeri riguardo il ricollocamento dei migranti. Cioè quella cosa che Salvini diceva che aveva fatto tutto da solo. Ma di prove che il Governo abbia partecipato alla decisione di bloccare lo sbarco  non ce ne sono.

 

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