Il Veneto di Luca Zaia che aumenta i pedaggi autostradali stangando i pendolari

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-01-03

La “Regione modello” governata dalla Lega ha chiesto e ottenuto un aumento dei pedaggi autostradali nella tratta gestita dalla CAV, società di cui è socia al 50%. La Lega si difende dicendo che è colpa di ANAS (e quindi del Governo) che detiene l’altra metà delle quote. Ma intanto i pendolari tra Padova e Mestre pagheranno il 7% in più, quasi 100 euro all’anno di aumento

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Come ogni anno ad inizio dell’anno i consumatori si trovano ad aver a che fare con una serie di rincari. Il più puntuale, e più odiato, è quello delle tratte autostradali. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è l’ente che autorizza gli aumenti dei pedaggi, per il 2020 ha “congelato” quasi tutti i pedaggi: tranne quelli di quattro tratte. Si tratta dell’Autovia Padana (la A21 Piacenza-Cremona-Brescia) che subirà un aumento del 4,88%, della BREBEMI (la A35 Milano-Bergamo-Brescia) con un rincaro del 3,79%, la Pedemontana Lombarda (+0,88%) e la CAV, Concessioni Autostradali Venete (che gestisce la A4 Passante di Mestre e la A57 Tangenziale di Mestre) per la quale è stato autorizzata una variazione del 1,20%.

La partecipata della Regione Veneto che ha ottenuto l’autorizzazione per aumentare i pedaggi

Per il restante 95% della rete autostradale italiana invece non ci saranno aumenti. Tra le quattro tratte autorizzate spicca sicuramente la BREBEMI, che rispetto al costo al chilometro è una delle autostrade più care d’Italia (seconda solo alla tratta Torino-Aosta del Monte Bianco, che però lo è per ovvie ragioni dovute al percorso) e che è famosa per essere deserta ed essere considerata uno spreco di soldi. A far discutere però è il rincaro concesso alla CAV, che a differenza delle altre società autostradali alle quali il Ministero ha concesso gli aumenti tariffari è completamente pubblica.

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Fonte: Il Sole 24 Ore del 03/01/1983

La Concessioni Autostradali Venete infatti è partecipata al 50% dalla Regione Veneto di Luca Zaia e al 50% da ANAS. Da febbraio la presidente della società è Luisa Serato, leghista della prima ora, già presidente del consiglio della provincia di Padova e fedelissima di Luca Zaia. L’aumento arriva pochi giorni dopo l’annuncio da parte di CAV di un’offerta “speciale”: un anno di Telepass gratis per i residenti della Padova-Treviso-Venezia. Vale a dire proprio gli utenti che saranno maggiormente colpiti dal rincaro della tratta. In sostanza CAV offre lo sconto sul canone di abbonamento Telepass, che è un marchio al 100% di proprietà di Atlantia Spa, la cassaforte dei Benetton, ma in cambio aumenta del 7% la tratta Padova-Mestre – frequentatissima dai pendolari – facendola passare da 2,80 euro a 3 euro. È la tratta autostradale più cara del Veneto.

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Per i pendolari, quelli che la fanno per andare a lavoro, si stima che l’aumento si traduca in un esborso di circa 100 euro in più all’anno. Ma il Telepass è gratis (qualcuno però quel canone annuale lo dovrà pur pagare). Prendiamo la tratta Padova-Mestre: secondo Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, i viaggiatori dovranno pagare 10 centesimi in più per ogni chilometro percorso. Questo a fronte di poche o nulle migliorie ad un tratto autostradale che – lo ricordiamo – è già stato pagato coi soldi pubblici. Il M5S del Veneto critica duramente la decisione della Regione-modello (almeno secondo Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni) di chiedere l’aumento dei pedaggi. L’assessora ai trasporti della giunta Zaia Elisa De Berti si difende dalle critiche e ci tiene a precisare che «gli aumenti di Cav sono un’autonoma decisione del Governo titolare della materia regolatoria e azionista di Cav al 50%». Dimenticando ovviamente di dire chi detiene l’altro 50%:  Regione Veneto. Meglio continuare a far credere – come sostiene Salvini – che l’unico ad aumentare le tasse sia il governo giallorossoPaolo Zabeo della CGIA di Mestre spiega che era evidente che le cose sarebbero finite così, perché entro il 2030 CAV deve ripagare il project bond da 830 milioni di euro emesso nel 2016 per pagare ad ANAS la costruzione del Passante di Mestre. Al Corriere del Veneto Zabeo dichiara: «Si sapeva che sarebbe finita così, perché tutto nasce dal project financing che è all’origine del Passante. Di fatto ci stiamo pagando l’autostrada due volte: con le tasse e con i pedaggi. Mentre in altre zone d’Italia si circola gratis». E non è finita, perché quei 20 km tra Padova e Mestre, al costo di 0,149 euro al chilometro saranno surclassati dalla Pedemontana Veneta, uno dei pallini della Lega e di Zaia, il cui pedaggio costerà 0,162 euro al chilometro.

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