No all’autorizzazione a procedere: la lettera di Salvini al Corriere

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-29

Il ministro dell’Interno scrive al quotidiano per dire che non vuole fuggire dalle sue responsabilità e poi spiega che vuole fuggire dalle sue responsabilità evitando il processo per sequestro di persona aggravato. Il M5S fino a ieri diceva che Salvini voleva farsi processare: adesso è nei guai

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Matteo Salvini ha già cambiato idea (strano!). Come si era capito ieri dal comunicato dei capigruppo leghisti alla Camera e al Senato, al Capitano è già passata la voglia di farsi processare che aveva esibito per qualche giorno dopo la richiesta di autorizzazione a procedere inviata dal tribunale dei ministri di Catania a Palazzo Madama.

Salvini scrive al Corriere della Sera per la Diciotti

E così Salvini ha deciso di scrivere al Corriere della Sera per dire che vuole che sia negata l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, dopo che il MoVimento 5 Stelle per qualche giorno ha ripetuto che non c’era alcun problema sulla questione perché Salvini aveva deciso di farsi processare:

Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico, posto a fondamento di precise disposizioni (si veda in particolare l’articolo 10-bisd. lgs.n. 286/1998, che punisce il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato) e riconosciuto dal diritto dell’Unione europea.

salvini autorizzazione a procedere diciotti

In secondo luogo, ma non per questo meno importante, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano,quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti. Questo obiettivo emerge con chiarezza dalle conclusioni del Consiglio europeo del 28 giugno del 2018 (precedente ai fatti a me contestati), in cui si legge che «per smantellare definitivamente il modello di attività dei trafficanti e impedire in tal modo la tragica perdita di vite umane, è necessario eliminare ogni incentivo a intraprendere viaggi pericolosi.

Salvini insomma afferma che non è certo la paura per la sua persona a guidare il suo dietrofront (LOL). Ma sono considerazioni politiche che erano sul tavolo anche la scorsa settimana, quando invece ha ritenuto di dover fare un figurone con i suoi piccolifàns facendo finta di voler fare l’eroe facendosi processare. Evidentemente poi ci ha ripensato. E ci ha ripensato perché sa che fuori dal Parlamento, dove contano gli atti e i fatti e non le chiacchiere e le fregnacce di propaganda, sarebbe in difficoltà. La parte più divertente della lettera è il finale:

In conclusione, non rinnego nulla e non fuggo dalle mie responsabilità di ministro. Sono convinto di aver agito sempre nell’interesse superiore del Paese e nel pieno rispetto del mio mandato. Rifarei tutto. E non mollo

Salvini, con una strategia comunicativa che abbiamo visto spesso in funzione con il M5S, mentre fugge dal processo dice che non vuole fuggire dalle sue responsabilità, con un gioco di parole che è simile al comportamento di quello che ti incontra per strada e ti abbraccia ricordandoti che è un tuo vecchio parente e intanto che cerchi di ricordarti chi sia ti sfila il portafogli dalla tasca. Ora rimane solo di capire quanti faranno finta di crederci. E quanti nel MoVimento 5 Stelle decideranno di salvare il governo e perdere la faccia per mettere al sicuro le poltrone.

Leggi sull’argomento: Come funziona il tribunale dei ministri e cosa succederà a Salvini per la Diciotti

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