Saldo e stralcio: il decimo condono e il presunto favore ai padri di Di Maio e Di Battista

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-12-23

Il M5S l’ha contestato sino all’ultimo ma il «saldo e stralcio» è entrato nel maxiemendamento ed a questo punto potrebbe anche far comodo alla famiglia Di Maio. Il condizionale è d’obbligo. Per quella di Di Battista non si conoscono le cifre

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Il Sole 24 Ore, che teneva il conto, dice che questo è il decimo condono contenuto nella Manovra del Popolo. Le altre nove le conoscevamo, ma la notizia – fatta circolare dal Partito Democratico – che del saldo e stralcio per le cartelle esattoriali potrebbero beneficiare anche i padri di Di Maio e Di Battista condisce con un tocco di surreale il tutto.

Condono, il saldo e stralcio e il presunto favore ai padri di Di Maio e Di Battista

A ricordare la vicenda è oggi La Stampa: il M5S l’ha contestato sino all’ultimo ma poi il «saldo e stralcio» è entrato nel maxiemendamento ed a questo punto potrebbe anche far comodo alla famiglia Di Maio. Il condizionale è d’obbligo, perché non si conoscono in dettaglio tutte le pendenze del papà dei leader dei 5 Stelle. Ma è assodato che l’impresa di Antonio Di Maio è fallita nel 2006 con un carico di debiti che riguarderebbe anche il Fisco. Ci sarebbero diverse cartelle che potrebbero rientrare nella sanatoria che consente di azzerare le pendenze pagando il 16, 20 o 35% a seconda del reddito Isee. Quello di Di Maio senior non è noto, ma con un imponibile di 88 euro come il suo è molto probabile che possa rientrare tra i contribuenti in difficoltà economiche. Tra l’altro, non essendoci un tetto massimo dei debiti fiscali e previdenziali stralciabili, anche finti poveri con beni e redditi nascosti possono beneficiarne.

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Condono, il saldo e stralcio entrato in extremis nella manovra (La Repubblica, 23 dicembre 2018)

Tecnicamente, il saldo e stralcio delle cartelle riguarda gli importi affidati all’agente della riscossione entro il 31 dicembre 2017 e derivanti dalla liquidazione delle dichiarazioni annuali Iva e redditi. La sanatoria riguarda anche i contributi dovuti dagli iscritti alle casse professionali e alla gestione separata Inps dei lavoratori autonomi. Sono interessate le sole persone fisiche in possesso di valori Isee non superiori a 2omila euro. Gli sconti, che riguardano anche la sorte capitale, saranno scaglionati in funzione del valore Isee. La domanda deve essere presentata entro il 30 aprile 2019. Il versamento, inoltre, potrà essere scaglionato fino al 2021.

Il maxisconto sui debiti fiscali

Al padre di Di Maio, ricorda oggi il Giornale che ha aperto la polemica su Antonio, sono state notificate ben 33 cartelle esattoriali: tra debiti previdenziali,contributivi o tributi non pagati, il piccolo imprenditore edile avrebbe dovuto versare alla Riscossione 176.724,59 euro (134.226 euro più interessi). Di Maio senior ha aderito alla rottamazione bis, ma risulta non aver versato le rate di luglio, settembre e ottobre 2018 il cui saldo doveva essere effettuato entro il 7 dicembre scorso per accedere ai benefici della rottamazione ter contenuta nel dl fiscale.

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Il decimo condono in pillole (Il Sole 24 Ore, 23 dicembre 2018)

Gian Maria De Francesco spiega che ipotizzando che per la precedente rottamazione Antonio Di Maio abbia versato almeno la prima rata stimabile in circa 26.800 euro, resterebbero 150mila euro circa da saldare al fisco.

A seconda dell’Isee di Di Maio senior la partita si potrebbe chiudere, ove le Entrate dessero l’ok, con una cifra compresa tra i 24mila e i 52mila euro con un risparmio variabile (compreso quanto già versato) tra 98mila e i 125mila euro. Non sarebbe nemmeno necessario versare in un’unica soluzione: con l’ok della riscossione sarebbe sufficiente pagare il 35% entro il 30 novembre, il 20% entro marzo 2020 e poi il 45% restante in tre rate di pari importo da versare a luglio e novembre 2020 e marzo 2021.

E il padre di Di Battista?

Lo stesso ragionamento non è valido per Vittorio Di Battista, tornato nelle cronache per le peripezie della Di.Bi.Tec.  che ha debiti di 195mila euro per la tassa sui rifiuti e altri 60mila euro di debiti tributari. I redditi di Di Battista sr, però, non sono noti. Il Fatto invece nota che  il testo non ha soglie massime per i debiti fiscali da sanare.

Così potrà essere usato anche dai finti poveri che hanno redditi nascosti o intestati a prestanome. Per fare un esempio, una persona con Isee di 15mila euro e cartelle per 200 mila potrà chiudere tutto pagando 70 mila euro in 5 anni. In teoria c’è il rischio di subire un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, ma la macchina dei controlli non è sempre efficace. La norma serve alla Lega per parlare a quel vasto mondo di partite Iva e ditte individuali che hanno accumulato debiti fiscali perché in difficoltà o per risparmiare per poi spogliarsi di redditi e beni.

Con lo stralcio,  oltre all’azzeramento di sanzioni e interessi di mora, si ha diritto a una sensibile riduzione degli importi affidati all’agente della riscossione a titolo di sorte capitale e interessi per ritardata iscrizione a ruolo. Gli sconti sono scaglionati in funzione dei valori Isee: fino a 8.500 euro, si paga il 16% dell’importo affidato, per Isee non superiore a 12.500 euro, si paga il 20% e per Isee tra 12.500 e 20mila euro, si paga il 35%. L’istanza va presentata entro il 30 aprile 2019. Gli importi si versano in unica soluzione, entro il 30 novembre 2019, oppure con la seguente dilazione: il 35%, entro il 30 novembre 2019, il 20% entro il 31 marzo 2020, il 15%, entro il 31 luglio 2020, il 15%, entro il 31 marzo 2021 e il residuo 15% entro la fine di luglio 2021. Sono applicati gli interessi annui del 2%.

Leggi sull’argomento: Cosa c’è nel maxiemendamento alla manovra

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