Le riaperture fai-da-te nelle Regioni

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-14

La «fase2» dovrà tenere conto delle diverse situazioni di contagio e prevedere una ripresa diversificata per zone, per fasce di età e per tipologie di lavoratori. Anche perché il alcune regioni il virus è fuori controllo

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Qui sì, qui no. Qui forse, ma anche no. Il governo Conte e le Regioni vanno in ordine sparso nell’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 e mentre si cerca di costruire faticosamente una fase 2 c’è chi non sembra riuscire a fermare i contagi, come la Lombardia e il Piemonte dove la situazione continua a peggiorare.

Le riaperture fai-da-te nelle Regioni d’Italia

Le riaperture in ordine sparso prevedono che Piemonte e Lombardia fermino l’ok a cartolerie e librerie mentre il governo compila elenchi di attività in riapertura il 14 aprile: i negozi per bambini, ma anche la selvicoltura, la manutenzione delle aree forestali, le opere idrauliche mentre ricominciano il loro lavoro quelle aziende che commerciano in carta e cartone, computer, apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni, elettrodomestici, elettronica di consumo audio e video, ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico e quelle che commerciano al dettaglio combustibile per uso domestico e per riscaldamento, saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini, qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, per televisione, per corrispondenza, radio, telefono e per mezzo di distributori automatici.

Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera nota che mentre nella lotta al coronavirus la Lombardia, l’Emilia-Romagna e la Campania scelgono la linea dura,il Veneto e la Liguria preferiscono allentare i divieti. Appare ormai scontato che la «fase2» dovrà tenere conto delle diverse situazioni di contagio e prevedere una ripresa diversificata per zone, per fasce di età e per tipologie di lavoratori.

Ma adesso appare davvero troppo presto per scegliere ognuno il proprio percorso. Anche perché le diverse ordinanze non appaiono dettate da reali ragioni legate al territorio, ma più che altro dalla sensibilità personale o politica di questo o quel presidente. Senza contare che è proibito spostarsi da una Regione all’altra, però chi ha comprovati motivi di lavoro e familiari può farlo. Si muovono migliaia di persone e di fronte a misure diversificate aumenta il rischio di trasmissione del Covid-19.

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Coronavirus: i numeri del 13 aprile (Corriere della Sera, 14 aprile 2020)

E così in Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, ma anche nella Campania del governatore Vincenzo De Luca, librerie e cartolerie resteranno chiuse fino al 3 maggio.

In Toscana, invece, le cartolibrerie potranno riaprire già da oggi (come in Liguria) «ma solo a tre condizioni», scandisce il governatore Enrico Rossi: «Dopo aver sanificato i locali, garantendo a dipendenti e utenti dispositivi di protezione e la distanza di almeno 1,8 metri tra le persone». Rossi, inoltre, ha segnato sul suo calendario il 27 aprile (una settimana prima della scadenza, il 3 maggio, del lockdown del governo)come giorno in cui potrebbero riaprire alcune aziende (metalmeccanica d’eccellenza e moda). Anche in questo caso, però, si pensa a delle limitazioni come turni più scaglionati e mense chiuse. Nel Lazio, invece, la riapertura delle librerie sarà sì ammessa ma solo dal 20 aprile, per dare il tempo agli esercenti di «garantire le misure di sicurezza necessarie».

Come Zaia in Veneto ferma il lockdow

Luca Zaia in Veneto intanto cambia le regole del lockdown: i  negozi di abbigliamento per bimbi e librerie riapriranno sì, ma solo due giorni a settimana.Le novità più grosse però sono legate alle ttività motorie e alle uscite da casa:

Il limite dei 200 metri viene abolito e uscire senza guanti o mascherina dalla mezzanotte appena trascorsa non è ammesso. Così come uscire con la febbre superiore a 37,5. «Come atto di fiducia— dice Zaia — togliamo i 200 metri ma sia chiaro che si esce per sgranchirsi le gambe non per prepararsi alla maratona». L’ordinanza sancisce pure che le uscite di casa dovranno essere individuali (eccezion fatta per bimbi a carico o persone disabili) o per consentire ai futuri papà di assistere alla nascita di un figlio. Da oggi poi arriva una nuova unità di misura: due metri di distanziamento sociale per passeggiare o in fila al supermercato. Infine, capitolo picnic e anche in questo caso il Veneto fa da apripista: saranno autorizzati il 25 aprile eil Primo Maggio.

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Coronavirus: i decessi per fasce d’età (Corriere della Sera, 14 aprile 2020)

Fermo restando che la fase 2, in attesa del via libera del comitato tecnico scientifico, dovrebbe decollare dal 4 maggio prossimo, quella che si apre oggi sarà, come hanno detto gli esperti, una sorta di periodo di transizione che dovrà essere accompagnato dal rispetto di una serie di regole e di misure igieniche e, speranza di tutti, confortato anche da numeri in ribasso dell’epidemia. Il distanziamento, l’uso di guanti e mascherine, l’accesso scaglionato dei clienti, da regolare in base all’ampiezza dei locali, la disponibilità dei sistemi per la disinfezione delle mani sono le principali norme imposte a chi intende riprendere l’attività assieme alla raccomandazione di lavarsi spesso le mani, evitare i contatti ravvicinati con chi soffre di infezioni, mantenere la distanza di un metro da un’altra persona, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani. Ma non tutte le regioni recepiranno i contenuti del dpcm del 10 aprile scorso.

riapertura aziende al lavoro
Riapertura: le aziende al lavoro (Corriere della Sera, 11 aprile 2020)

Il tutto in attesa che qualcuno decida cosa sta succedendo in Lombardia, dove il virus è fuori controllo da mesi nonostante le ordinanze del dinamico duo Fontana & Gallera. Milano è la Grande Malata d’Italia e anche il contagio in Piemonte sembra essere fuori controllo. Il rischio è che sic stantibus rebus alla Fase 2 alcune regioni arrivino mentre le altre hanno già riaperto tutto.

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