Le cinque Regioni che manterranno l’obbligo sui vaccini
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-08-05
Lazio, Umbria, Marche, Toscana e Emilia Romagna lavorano al mantenimento dell’obbligo vaccinale scavalcando il decreto del governo. Intanto l’obbligo flessibile della ministra Grillo sfida la legge di gravità
Il Lazio, l’Umbria, le Marche e la Toscana sono pronte ad approvare leggi che perpetuano l’obbligo vaccinale ufficialmente sospeso per un anno con un emendamento votato nel Milleproroghe da Lega e MoVimento 5 Stelle. Anche in Emilia-Romagna si sta ragionando su come reagire dopo avere studiato con attenzione ciò che è passato in Parlamento anche per evitare possibili nuovi ricorsi dei no vax.
Le Regioni che manterranno l’obbligo sui vaccini
Non è un caso che le cinque regioni siano attualmente governate tutte dal centrosinistra. A smarcarsi per primo dalla decisione del governo è il Lazio: il governatore Nicola Zingaretti, che da poco ha giubilato l’alleanza con il MoVimento 5 Stelle che ha appena licenziato una proposta di legge sui vaccini che ha fatto arrabbiare i vertici grillini. «Siamo pronti a riproporre il testo della legge del 2017 per ribadire che nella scuola materna e nell’asilo nido ci si va solo se il bambino è stato vaccinato. Dobbiamo decidere se agiremo con una legge regionale o con un decreto del commissario», spiega al Messaggero l’assessorato alla Sanità della Regione Lazio. «Sui vaccini non si deve arretrare di un passo», dice l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato: «Vorremmo evitare di andare allo scontro con il Parlamento, ma si rischia di dare messaggi contraddittori alle famiglie».
E il Lazio potrebbe fare da apripista. Il quotidiano spiega che l’obbligo vaccinale introdotto dall’Emilia-Romagna ha consentito per i bimbi nati nel 2015 e nel 2016 di raggiungere una copertura del 95%. In Toscana l’assessore al Diritto alla Salute, Stefania Siccardi, dice: «Le Regione Toscana è pronta a portare in approvazione la legge a cui già stava lavorando prima dell’entrata in vigore della legge Lorenzin». Dallo staff del presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, spiegano: abbiamo intenzione di mantenere l’obbligo nelle strutture di nostra competenza, ovvero servizi educativi, asili nido pubblici e privati convenzionati; «stiamo verificando se la legge approvata in consiglio regionale ci consente di farlo fin da quest’anno, altrimenti metteremo mano alla norma».
L’obbligo flessibile della ministra Grillo
La presa di posizione arriva mentre la ministra della Salute Giulia Grillo torna a sentire la necessità di spiegare la sua raffinata strategia dell’obbligo flessibile ma con una novità molto divertente: ” Insieme al ministro dell’Istruzione garantiremo a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale. In questo modo dando la priorità a chi non può scegliere rispetto a chi può scegliere di vaccinarsi e decide comunque di non farlo”, sostiene la ministra.
Ovvero l’esatto contrario di quanto sostenuto dalla stessa ministra e dal suo prestigioso collega Bussetti il 6 luglio scorso, quando per gli immunodepressi bisognava trovare una soluzione alternativa, ovvero farli rimanere a casa. Le frasi dette in conferenza stampa scatenarono allora la rabbia della senatrice M5S Elena Fattori, che però fino a qualche tempo fa proponeva la stessa cosa, ovvero di tenere a casa i bambini malati fino a tre anni. Ma adesso ha improvvisamente compreso l’entità del problema, proprio quando è stata fatta ministra la Grillo (coincidenze?).