Red Ronnie a Non è l’Arena sul Coronavirus: perché Giletti dà voce a chi non è competente?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-30

Non potendo più invitare Adriano Panzironi a discettare di coronavirus Massimo Giletti ieri ha chiamato Red Ronnie, che sarà anche il miglior giornalista musicale italiano ma che è famoso per avere creduto a quasi tutte le teorie del complotto degli ultimi vent’anni

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C’è qualcosa di perverso nel proporre al pubblico televisivo trasmissioni di approfondimento su un tema delicatissimo come l’epidemia di Covid-19 dove accanto agli esperti troviamo personaggi come Vittorio Sgarbi, Adriano Panzironi e Gabriele Ansaloni in arte Red Ronnie. Ed è per pura coincidenza che questi tre personaggi siano tutti stati ospiti a Non è l’Arena la trasmissione di Massimo Giletti su La 7, la rete di Urbano Cairo.

Come Red Ronnie ha “amplificato” la storia di Avigan

Ieri da Giletti a parlare di Coronavirus c’erano nientemeno che Cristiano Aresu, il tizio del video dove si magnificavano le proprietà miracolose di Avigan (e che in un’intervista disse di essere guarito da Covid-19 proprio grazie ad Avigan) e l’immarcescibile Barone Rosso, giornalista, esperto di musica, tuttologo e talentuoso scopritore di complotti di vario genere, dall’11 settembre alle scie chimiche passando per i vaccini obbligatori per finire con il famigerato quattro alberi di D’Alema.

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La presenza di Aresu tutto sommato si spiega, Giletti – che aveva mandato in onda il video la scorsa settimana – ieri voleva approfondire la vicenda sentendo le spiegazioni dell’autore del filmato. E Red Ronnie? Ansaloni è uno di quelli che ha “amplificato” (termine che si utilizza quando  non si vuole fare i conti con le proprie responsabilità) il messaggio di Aresu. Il 21 marzo Red Ronnie scriveva che il breve filmato «dimostra che in Giappone non c’è paura» mentre riguardo ai contenuti del messaggio – l’esistenza del farmaco usato per curare con successo Covid-19 – il giornalista Red Ronnie scriveva «non so se quel farmaco che cita sia davvero efficace. Ma mi sento in dovere di condividerlo» anche se in molti dicono che sia una bufala.

Cosa ha capito Red Ronnie di Avigan

Basta questo per capire che Red Ronnie – semmai non fosse abbastanza chiaro – non è assolutamente un esperto di SARS-CoV-2 o di qualsiasi argomento di salute pubblica. È semplicemente un tizio cui è arrivato un video e che ha la fortuna di avere una pagina da quasi 150 mila follower. Anzi, a Red Ronnie di video dal Giappone ne sono arrivati più di uno. Cristiano Aresu gliene ha mandato un altro da Sjibuja piena di persone con la mascherina. Ansaloni commentava che «i giapponesi non hanno più paura del coronavirus covid-19 e quasi tutti hanno tolto la mascherina, escono e stanno insieme. Questo grazie al farmaco Avigan». Red Ronnie è così bravo che non ha bisogno di eseguire test clinici. Gli basta un video per dire che Avigan funziona.

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Quello che sappiamo è che Avigan non è in libera vendita in Giappone, che viene venduto solo su prescrizione medica e che in Giappone non ce n’è abbastanza. Oltre a questo sappiamo che non è stato usato sulla popolazione quindi non può essere in alcun modo responsabile del senso di sicurezza che sembra trasparire dai video. Sappiamo che è stato usato in Cina – così come altre decine di farmaci – ma che al momento non ci sono evidenze scientifiche che funzioni.

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Red Ronnie ieri da Giletti ha continuato a ripetere che invece in Giappone è stato approvato l’uso di Avigan come trattamento contro il coronavirus. Ma l’articolo di giornale che cita (e mostra in diretta) dice invece che il governo nipponico ha annunciato che inizierà i trial clinici per l’approvazione del farmaco come cura per Covid-19. Che è ben diverso da dire che è già stato approvato o che «il Giappone sperimenterà pesantemente l’Avigan».

Ma davvero Giletti ha bisogno di fare uno show del genere ogni sera?

Ma Red Ronnie non dimostra solo di non aver capito nulla sulla vicenda Avigan. Perché subito dopo dichiara «ci hanno nascosto dal 31 gennaio che c’è la pandemia, è sulla Gazzetta Ufficiale». Il nostro qui sta facendo riferimento alla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria, fatta dal nostro governo il 31 gennaio dopo che il 30 gennaio l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva dichiarato lo stato di emergenza globale (la pandemia è stata dichiarata ufficialmente l’11 marzo). Niente di strano, pure Salvini aveva dato fiato a certe ipotesi complottiste.

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A quel punto Giletti ricorda di essere un giornalista e riprende il suo ospite: «non ci sto a farti dire che in Italia abbiamo nascosto la pandemia! Forse l’abbiamo sottovaluta, abbiamo sperato che non arrivasse ma se c’è qualcuno che l’ha nascosta sono i cinesi e forse dovremmo chiedere ai cinesi di fare mea culpa». Ansaloni però continua a dire che «è un fatto di questi giorni che sulla Gazzetta Ufficiale è scritto 31 gennaio» e Giletti non si prende la briga di spiegare al pubblico cosa significa quella frase sulla Gazzetta Ufficiale. Ad essere cattivi viene il dubbio che Giletti inviti certi personaggi da un lato per fare audience, dall’altro per far vedere quanto diverso è lui – così pacato, competente, attento – da certa gente che racconta fregnacce sul coronavirus. Eppure a noi degli ascolti di Giletti e di vedere quanto bravo è (sta in televisione in prima serata, qualche merito lo avrà pure) non interessa nulla. Come non ci interessa dare un palcoscenico ai vari Red Ronnie o Adriano Panzironi. Ci interessa sapere il parere degli esperti su Covid-19. Al limite anche quello dei politici che ci governano. Che cosa ne pensa il più grande fan italiano di Jimi Hendrix o il tizio che si presenta come “l’italiano medio” dalla sua cameretta piena di pupazzetti giapponesi sinceramente non ce ne frega nulla.

Leggi anche: Coronavirus, Avigan: il farmaco giapponese da Massimo Giletti a Non è l’Arena

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