Lo scherzetto del governo alla Raggi sui fondi per Roma Capitale

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-09-28

Ieri alla Camera la maggioranza su suggerimento del governo ha respinto una mozione presentata da Giorgia Meloni che avrebbe impegnato l’esecutivo a stanziare fondi e risorse speciali per Roma. La parte divertente è che pochi giorni fa in consiglio comunale il M5S aveva approvato una mozione identica presentata sempre dalla leader di Fratelli d’Italia

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Chissà quanti erano ieri sera i cittadini romani che festeggiavano sotto a Palazzo Chigi l’approvazione della prima Manovra del Popolo. Chissà se tra gli sbandieratori pentastellati c’erano elettori a 5 Stelle che hanno sostenuto, votato ed eletto la sindaca di Roma Virginia Raggi. Vista l’ora è improbabile che i manifestanti venissero da fuori città. Forse però non sapevano del regalo fatto dal governo alla loro città.

La maggioranza boccia la mozione che impegna il governo a destinare più fondi a Roma Capitale

Perché ieri mattina, mentre i ministri facevano sceneggiate sul deficit, ballavano intorno al 3% e raccontavano la storiella del cambiamento alla Camera è andato in scena uno spettacolo diverso. Chi segue le vicende della Capitale sa che da anni si discute del ruolo di Roma e soprattutto dei poteri e delle risorse da attribuire a Roma Capitale. Con lo scorso governo lo scontro fu al calor bianco. A battersi per il destino dell’Urbe a suon di frecciatine c’erano l’allora titolare del MISE Calenda e la sindaca Raggi. Il nodo da sciogliere era, secondo la sindaca pentastellata, la necessità di dare maggiori poteri alla Capitale (e quindi alla sua amministrazione). Ma non solo, la Raggi dichiarò che «bisogna avere il coraggio di dare risorse, poteri e competenze anche in materia legislativa e più autonomia».

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La mozione presentata alla Camera da Giorgia Meloni

La sindaca si lamentò di non aver visto un euro dei 3 miliardi promessi per la Capitale. Ad onor del vero i romani non hanno ancora visto quel miliardo e mezzo di euro che Daniele Frongia e Luigi Di Maio dicevano di aver scovato nel bilancio cittadino tra gli sprechi. Ebbene, ora che finalmente a Roma c’è un governo amico e che la sindaca se la intende alla grande pure con il ministro dell’Interno sulla questione dei campi Rom sicuramente la musica sta per cambiare. Non proprio, perché appunto ieri fa l’Aula della Camera era chiamata a votare sulla mozione 1-00032 presentata dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che avrebbe impegnato il governo a riconoscere la centralità della capitale attraverso la previsione e lo stanziamento di fondi e risorse speciali.

Quando il M5S votava la mozione di Giorgia Meloni in Campidoglio

Su suggerimento del governo la Camera però ha respinto la mozione di FdI per approvarne una presentata dal relatore di maggioranza Francesco Silvestri (M5S) che impegna l’esecutivo «ad
adottare tutte le iniziative necessarie al fine di garantire un rafforzamento dell’ordinamento di Roma Capitale in attuazione dell’articolo 114, terzo comma, della Costituzione, a partire dal
decentramento amministrativo e dal ruolo dei municipi, in attuazione dell’articolo 5 della Costituzione». Nel testo della mozione approvata non c’è però un esplicito riferimento all’impegno a stanziare fondi e risorse alla Capitale.

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La mozione presentata all’Assemblea Capitolina da Giorgia Meloni

La parte davvero interessante della vicenda è che la mozione respinta era stata presentata qualche giorno fa sempre da Meloni e FdI all’Assemblea Capitolina. Il testo è identico salvo che qui si impegna la sindaca a «promuovere tutte le iniziative finalizzate a sollecitare il Governo affinché riconosca la centralità della Capitale attraverso la previsione di fondi e risorse speciali». La sostanza di fatto è la stessa, e la mozione è stata approvata con i voti dei consiglieri del MoVimento 5 Stelle. Questo però succedeva in consiglio comunale, qualche giorno dopo e a poche centinaia di metri di distanza il MoVimento 5 Stelle votava contro la stessa mozione, approvandone una che non va a toccare proprio il punto sulla quale la Raggi si era scontrata con Calenda: i soldi. La Meloni ha definito la mozione approvata alla Camera una “supercazzola” dicendo che la maggioranza è “da premio Nobel” perché  «siete riusciti a scrivere una mozione, con otto punti di dispositivo, in cui non c’è scritto niente! Non c’è mai la parola “poteri” e mai la parola “risorse”! Il che vuol dire: “Vi stiamo prendendo in giro, non vi daremo niente”». Il deputato di Fratelli d’Italia, Marco Silvestroni rincara la dose e si chiede se M5S sia allo sbando o semplicemente timoroso di fare un torto all’alleato leghista: «che il M5S a Roma non potesse contare sul supporto dei colleghi di partito alla Camera lo abbiamo scoperto ieri, quando i deputati grillini hanno deciso di bocciare una mozione che lo stesso M5S in Campidoglio aveva invece votato». E la tragedia della politica del MoVimento 5 Stelle è davvero tutta qui: preferire le “supercazzole” ad atti di indirizzo concreti.

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