I soldi del ministero di Di Maio a Radio Padania

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-12

Ci sono settantamila buoni motivi per andare avanti nella battaglia M5S per il no ai soldi pubblici ai media

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Ci sono settantamila buoni motivi per andare avanti nella battaglia per il no ai soldi pubblici ai media: La Repubblica ci racconta oggi che mentre annuncia l’azzeramento dei finanziamenti pubblici ai giornali il ministro Luigi Di Maio si appresta a staccare un assegno da almeno 70.000 euro di denaro pubblico alla radio di Matteo Salvini.

Il ministero dello Sviluppo economico, infatti, sta per pubblicare la graduatoria provvisoria dei contributi per le emittenti locali. E Radio Padania, di cui Salvini è stato direttore e anchorman per anni, riceverà — stando agli ultimi calcoli della direzione generale competente presso il Mise — almeno 70.000 euro. Cifra che potrebbe raddoppiare entro marzo in caso di una eventuale redistribuzione della quota di extragettito del canone Rai 2017.

Il contributo a Radio Padania proviene dal Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione. Esattamente quello che Di Maio e il Movimento 5 Stelle vogliono abolire, quanto meno per la parte destinata alla carta stampata che, di fatto, si è dimostrata la più critica nei confronti del governo gialloverde. Una battaglia dai connotati fortemente ideologici e su cui Di Maio, Alessandro Di Battista e il sottosegretario con delega all’Editoria Vito Crimi, a suon di dichiarazioni infuocate contro i quotidiani, hanno messo la faccia. «È con grande orgoglio che vi annuncio che aboliremo il finanziamento pubblico ai giornali», diceva Crimi lo scorso ottobre in vista della nuova legge di Bilancio. E Di Battista, in uno dei suoi tanti video postati online: «Ai giornali vogliamo togliere tutti i finanziamenti pubblici, se vendono campano, se non vendono cambiassero mestiere».

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Radio Padania, prestigiosa emittente dai microfoni della quale Salvini un tempo annunciò che tifava per la Francia contro l’Italia nella finale degli europei del 2000, è ancora nei pensieri della Lega visto che tra i fondi di Parnasi per cui attualmente il tesoriere Giulio Centemero è indagato c’è anche un contributo al media leghista. Molti dei licenziati sono stati assunti nel frattempo in Regione Lombardia:

La radio leghista si è classificata al sedicesimo posto nella graduatoria provvisoria delle emittenti radiofoniche locali e quindi, se nelle prossime ore il conteggio verrà confermato e se non vi saranno reclami dopo la pubblicazione della graduatoria sul sito del Mise, le spettano 70.000 euro. In più, entro marzo si saprà se il ministero dell’Economia assegnerà al Fondo per il pluralismo dell’informazione la quota dell’extragettito del canone Rai 2017, cioè l’eccedenza delle entrate sull’imposta che gli italiani pagano con la bolletta dell’elettricità. In quel caso l’importo aumenterà.

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