Quelli che esultano per il Coronavirus in Africa (o gridano alla balla dei porti chiusi)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-17

Capolavoro del direttore di Libero che da inguaribile ottimista riesce sempre a vedere il coronavirus mezzo pieno. Ma non mancano nemmeno quelli che senza festeggiare l’arrivo di COVID-19 in Egitto sono pronti a lanciarsi all’assalto e a chiedere la chiusura dei porti contro l’invasione epidemica dall’Africa

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Succede. Succede che in Europa ci siano 45 casi di COVID-19, con un morto. Succede che tre di quei casi siano in Italia. Succede che in Cina i morti siano 1.773 e le persone contagiate dal coronavirus sono almeno 71 mila. Succede però che qualche giorno fa sia stata confermata la diagnosi di un paziente affetto da coronavirus in Egitto. E dal momento che l’Egitto è un paese che si trova in Africa ecco che scatta l’allarme per il rischio che il virus arrivi dal continente africano.

Vittorio Feltri e il coronavirus che non viene per nuocere

Matteo Salvini ha già fatto sapere di temere che COVID-19 possa arrivare in Italia sui barconi dei migranti. Ma come sempre Vittorio Feltri, il direttore di Libero, supera tutti e in un tweet afferma che «non tutti i mali vengono per nuocere. Il Coronavirus se dilaga in Africa finalmente sarà possibili in Italia chiudere i porti per motivi sanitari senza scomodare il razzismo». Il ragionamento è semplicissimo, c’è da sperare che il coronavirus “dilaghi” in tutta l’Africa – la cui conseguenza è che morirà qualcuno – per avere la possibilità di chiudere i porti senza passare per razzisti. Il che lascia anche aperto il dubbio che fino ad ora quando si è parlato di chiudere i porti non c’era alcuna ragione per farlo, se non forse proprio il razzismo.

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Ma Feltri non è l’unico a “tifare” coronavirus per portare a casa la vittoria simbolica dei porti chiusi “per motivi sanitari”. Anche una docente di Gubbio, Sabina Venturi, candidata consigliera comunale (ma non eletta) con la Lega, qualche giorno fa commentava così un post del noto sito “stopcensura.info” sull’allarme barconi dall’Africa e che parlava di “molti casi” in Africa: «Magari che ci metta lo zampino il Coronavirus». Sottinteso, ma non troppo, a fermare i barconi.

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Come detto sopra un solo caso di COVID-19 in Egitto – tra l’altro non si tratta nemmeno di un cittadino egiziano ma di uno straniero la cui nazionalità non è stata resa nota – non significa che tutta l’Africa sia a rischio epidemia. Per fortuna la docente si è scusata per quello che aveva scritto: «Mi scuso tanto pubblicamente per ciò che ho detto, ho esagerato, e scritto cose di cui non penso, amo gli animali figuriamoci gli esseri umani. A volte scorrendo le pagine di faacebuk trovo furti, violenze e tutto ciò mi manda in tilt…questa volta ci sono andata davvero.. Scusatemi, non è da me, ho reagito con parole pesanti, insensate». Feltri invece non lo ha ancora fatto.

Quelli che non festeggiano ma…

C’è poi tutta una serie di commentatori e persone che non festeggiano ma che invece usano quel caso in Egitto (che è pur sempre in Africa, per carità) come occasione per portare avanti un’agenda politica. Il deputato leghista Eugenio Zoffili chiede «la chiusura dei porti agli immigrati clandestini e la valutazione di una sospensione temporanea dei voli provenienti dal continente africano nel caso in cui il rischio di diffusione del virus dall’Africa fosse reale».

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Il deputato di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida invece venerdì chiedeva addirittura di «attivare il prima possibile un blocco navale per evitare l’ingresso di persone potenzialmente infette e contagiose». Problema: il blocco navale è un atto di guerra, i migranti arrivano più da Libia e Tunisia che dall’Egitto. Che ha intenzione di fare Lollobrigida, dichiarare guerra a tutto il Nord Africa?

coronavirus africa feltri - 4Inutile notare che per il momento non sono state chiuse le frontiere o sospesi i voli con la Francia – paese che qualcuno definisce “la nazione più infetta“, anche se il maggior numero i casi si registra in Germania (ma forse non è dell’infezione da coronavirus di cui si parla) – o con gli altri paesi europei: il problema è l’Africa.

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Finalmente, ora che il coronavirus è sbarcato in Africa «è ora di chiudere i porti». Con buona pace dei buonisti e dei volontari delle ONG che magari «alzeranno le quote di denaro a coop caritas etc» a causa dell’indennità di rischio. Insomma se per Feltri il coronavirus non viene per nuocere e ci consente di chiedere la chiusura dei porti senza passare per razzisti per altri invece sembra essere più un’occasione ghiotta per le ONG che così potranno magari lucrare maggiormente sui migranti.

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E sono in molti a chiedersi se finalmente «chiuderanno sti caxxo di porti» e smetteranno di accogliere a tutti i costi al costo di fare ammalare gli italiani di coronavirus (o di buonismo?)

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«Era già pericoloso prima, diciamocelo questi arrivano in Italia senza controllo medico! Non dicono niente bisogna stare molto attenti» rilancia un’altra utente nei commenti ad un tweet di Salvini. Rimane però il dubbio in che modo i porti chiusi possano fermarci da un’eventuale epidemia di COVID-19 proveniente dall’Africa. Sappiamo infatti che nemmeno Salvini è riuscito a chiudere davvero i porti. Possiamo senza dubbio chiedere alle ONG di “ritirarsi”, forse anche sequestrare le imbarcazioni “per ragioni sanitarie”. Ma i barconi continueranno ad arrivare (in fondo pensate che Soros e quelli del Piano Kalergi si facciano fermare così?) come sono sempre arrivati. E mentre almeno a bordo delle navi delle ONG c’è personale medico attrezzato sulle carrette del mare non c’è. Così come succede che molti sbarchino senza nemmeno essere intercettati dalle forze dell’ordine.

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Ma c’è anche spazio per ulteriori analisi geopolitiche perché va bene fare attenzione all’Africa e ai barconi di migranti ma bisogna anche «ricordarsi che la diffusione delle pandemie è una delle azioni della guerra ibrida. Che prevede pure i nemici interni che aprano le porte della città agli infettati».

Leggi anche: Tutte le balle di Salvini su Open Arms

 

 

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