Quanto ci costa scortare la Open Arms in Spagna

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-20

Vi ricordate di quando ci raccontavano che non potevamo accogliere i migranti perché “ci costano troppo e non rimangono soldi per gli italiani”? Ma allora perché il Governo del Cambiamento continua a voler spendere soldi in inutili operazioni di trasferimento con navi della Guardia Costiera?

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Dopo diciannove giorni la nave di Open Arms è ancora in attesa di poter sbarcare i migranti a Lampedusa. Si trova a ottocento metri dalla costa, mezzo miglio nautico, e il Governo Conte continua a fare il forte con i deboli. Nonostante gli afflati di umanità che spirano dal Ministero della Difesa a comandare è evidentemente ancora il ministro dell’Interno Matteo Salvini, quello che da due settimane dice che il governo è finito.

Toninelli si offre di portare i migranti in Spagna (a spese nostre)

La Spagna si è offerta di accogliere i migranti, ma la Ong rifiuta di riprendere la navigazione. «Non ci sono le condizioni di sicurezza per riprendere il largo», fanno sapere dalla Ong. Domenica  quattro migranti si sono gettati in acqua e sono stati recuperati dai volontari. Ieri notte è stata autorizzata l’evacuazione di 8 persone bisognose di assistenza urgente e un accompagnatore. Questa mattina un uomo si è gettato in mare per tentare di raggiungere a nuoto la riva ed è stato tratto in salvo dalla Guardia Costiera.

toninelli open arms spagna - 1A bordo della nave della Ong spagnola rimangono 97 migranti, che lo Stato italiano proprio non vuole far sbarcare. Perché non vuole rendersi complice dei “vicescafisti” o dei “taxi del mare”. Paradossalmente però si propone di fare altrettanto. Lo ha annunciato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che prima ha fatto sapere di essere pronto a far accompagnare la Open Arms in Spagna con la scorta della Guarda Costiera e successivamente al diniego della Ong, che ha risposto che «se Italia e Spagna vogliono trasbordare le persone con i loro mezzi, noi collaboreremo
e loro li portino dove vogliono» ha rilanciato con un’offerta irripetibile. Il ministro si vuole proprio rovinare.

L’ultima volta la strategia di Salvini e Toninelli ci costò più di trecentomila euro

«Siamo disponibili a portare noi, con la nostra Guardia Costiera, nel porto iberico che ci verrà indicato tutti i migranti che sono a bordo della Open Arms», ha detto Toninelli. Non si sa bene come questo possa avvenire, probabilmente con uno trasbordo in mare perché si vuole assolutamente evitare che un centinaio di persone tocchino il sacro suolo patrio, un fatto che comporterebbe l’avvio delle procedure di identificazione e la presentazione delle richieste di asilo. La prima conseguenza è che la nostra Guardia Costiera farà da taxi del mare per i migranti, qualche migliaio di miglia nautiche tra andata e ritorno (il porto di Minorca è a 590 miglia nautiche), tutto per evitare un tragitto di poco più di due chilometri.

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Negli ultimi 10 giorni, mentre Open Arms era al largo di Lampedusa con 107 migranti a bordo ne sono sbarcati 357

Ma chi pagherà la generosissima offerta di Toninelli? Proprio noi, i cittadini italiani. Naturalmente non è possibile sapere a priori quanto costerà l’operazione, ammesso e non concesso che vada in porto. Ma c’è un precedente. Nel giugno del 2018 il Governo Conte decise di far trasferire in Spagna (a Valencia) i migranti a bordo della Aquarius. Per farlo, visto che la nave non era in grado di navigare da sola senza assistenza fino al porto spagnolo venne scortata da due unità della Guardia Costiera: nave Dattilo e nave Orione. Qualche mese dopo quella brillante operazione da “vicescafista” qualcuno fece i conti di quanto ci era costato il tutto.

Il sito Euobserver fece una richiesta di accesso agli atti, e  dopo aver calcolato che il costo operativo della Dattilo è pari a 740,15 euro all’ora e tenuto conto che per  completare il tragitto di andata e ritorno da Valencia furono necessarie 290 ore, saltò fuori che il costo del viaggio di andata e ritorno per le unità della Guardia Costiera fu di 215.000 euro. A questo andava aggiunto il compenso extra conferito all’equipaggio (41 persone) della Dattilo pari a 5.500 euro al giorno per tutta la durata dell’intervento (14 giorni) che fa salire il totale di altri settantamila euro. Solo per la Dattilo il governo italiano spese 292 mila euro. E non pensiate che il problema siano solo le Ong. Anche negare il permesso di sbarco ad una nave della Guardia Costiera ha i suoi costi, per la Diciotti all’epoca la strategia di Salvini ci costò all’incirca 100mila euro. E casi simili si sono ripetuti più volte, ultima nell’ordine di tempo la vicenda di Nave Gregoretti. Ma cosa volete che siano poche centinaia di migliaia di euro a fronte della propaganda (gratuita) per il partito del ministro dell’Interno quando fa la voce grossa sui #PortiChiusi?

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