Quanto ci è costata la raffinata strategia di Salvini sulla Diciotti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-08-29

Il ministro dell’Interno è preoccupato (da papà, Capitano e ruspa) degli italiani che non hanno i soldi per arrivare a fine mese. Ma quanto si tratta di spendere quasi duecentomila euro per fare un po’ di propaganda sulla pelle dei migranti non si tira certo indietro. Anche perché non è lui che paga

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Matteo Salvini è sempre più convinto di aver salvato l’Italia tenendo bloccate per dieci giorni 150 persone nel porto di Catania gli italiani ancora non si sono accorti di quanto sia costata l’ennesima bravata del ministro dell’Interno. Il risultato della brillante strategia salviniana è sotto gli occhi di tutti. L’Europa ha capito che l’Italia non è in grado di condurre una trattativa sui migranti, 100 migranti saranno ospitati sul territorio italiano (anche se in strutture di proprietà della Chiesa) e i 20 migranti che teoricamente dovrebbero andare in Albania (a spese del governo italiano, perché essendo il paese delle aquile fuori dalla UE l’Italia non avrà diritto ai rimborsi) potrebbero rimanere in Italia.

Se Salvini avesse fatto sbarcare subito i migranti l’Italia avrebbe risparmiato più di 100 mila euro

E non è finita qui perché c’è anche da calcolare quanto ha pagato lo Stato italiano, ovvero i cittadini, per il blocco della Diciotti. Andiamo con ordine. Sappiamo che le navi della classe della Diciotti hanno un costo operativo orario (quando sono in navigazione) pari a 740,15 euro. L’operazione di salvataggio della Diciotti è iniziata il 15 agosto e si è conclusa con l’approdo al porto di Catania il 21 agosto. La nave è quindi rimasta in navigazione per sette giorni (168 ore) prima di ricevere l’ok per l’attracco dal Viminale. In totale in quel lasso di tempo l’Italia ha speso 124.345 euro.

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La linea di salvini paga, ma a pagare sono gli altri

La nave poi è rimasta ferma al porto di Catania, con i generatori accesi e quindi consumando carburante, per altri tre giorni, fino a che Salvini non ha deciso di dare l’ok allo sbarco dei 150 migranti che erano ancora a bordo. Avvenire calcola che anche in porto la Diciotti abbia mantenuto gli stessi costi operativi e che quindi l’idea del ministro dell’Interno salga a circa 177 mila euro. Non sapendo quanto costi effettivamente tenere in funzione la Diciotti in porto e immaginando che i costi operativi in navigazione siano superiori possiamo in ogni caso supporre che i tre giorni di permanenza a Catania non siano costati meno di ventimila euro (ipotizzando che costino meno della metà di quelli in navigazione).

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A queste vanno aggiunte le spese  per acqua, vitto e beni di prima necessità. Si tratta di 10 euro al giorno a persona, ovvero 15.000 euro. Siamo già intorno a cifre che vanno dai 190 mila ai 160mila euro. Il che diviso per il numero dei migranti fa all’incirca cento euro al giorno. Come è noto lo Stato dà 35 euro al giorno ai centri d’accoglienza (ovvero meno della metà). Vanno poi aggiunte le spese per l’equipaggio, che è stato costretto a continuare ad occuparsi dei migranti invece che poter svolgere altri incarichi operativi (e che sicuramente avranno diritto agli straordinari). Ci sono poi i costi dell’assistenza medica e sanitaria a bordo. Quanto sarebbe invece costata una normale accoglienza, quella garantita fino ad ora a migranti e richiedenti asilo? Appena 52.500 euro, ovvero quasi un quinto in meno dell’operazione Diciotti di Salvini. A questo aggiungete il fatto che la maggioranza dei migranti della Diciotti è stata accolta in Italia, e che quindi tutto questo spreco di soldi pubblici non è servito proprio a nulla. Anzi: è servito solo alla campagna elettorale permanente del Segretario della Lega, quel partito che deve ancora allo Stato 49 milioni di euro.

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