Banca Popolare di Bari: l’ok al piano per diventare una SPA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-31

La Banca Popolare di Bari dice addio al modello cooperativo. Ancora incerto il destino delle azioni e dei piccoli azionisti che le hanno comprate

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Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Bari ha votato ieri il nuovo piano strategico triennale, dicendo addio al modello cooperativo. Si va dal “rafforzamento dei coefficienti patrimoniali, da realizzare entro giugno 2019 attraverso adeguate iniziative di capital relief, anche mediante l’emissione di strumenti finanziari destinati a investitori qualificati”al “riassetto societario con approdo alla banca Spa, anche attraverso l’ingresso di nuovi soci”.

Banca Popolare di Bari: l’ok al piano per diventare una SPA

L’Ok al piano per diventare una SPA non è l’unica novità: ieri la Reuters ha scritto che è allo studio una “combinazione” con altre banche popolari del Meridione. Ovvero, si parla del progetto di superholding del Centrosud che era stato anticipato dai giornali nei giorni scorsi e poi smentito dall’azienda bancaria. Nel mezzo, si prevede “lo sviluppo dell’attuale banca cooperativa, partecipe del consolidamento del sistema delle popolari attraverso la ‘banca della comunità’, finalizzata a rafforzare la capacità produttiva e competitiva degli aderenti e a preservare le specificità delle attuali realtà cooperative”. Il piano prevede poi, per i crediti deteriorati (Npl), di “migliorare gli indicatori di qualità creditizia, traguardando le best practice di sistema,attraverso la messa a regime delle efficaci politiche di derisking realizzate tra il 2014 e il 2018″. Per l’attuazione del Piano sono previsti il riposizionamento delle strutture della Direzione Generale.

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Banca Popolare di Bari, i conti (La Repubblica, 6 gennaio 2019)

Il piano sarà da realizzare entro sei mesi e la deadline è fissata a giugno 2019. Ma Il Sole 24 Ore segnala che è possibile tuttavia che ben prima del 2023 l’istituto debba mettere in atto altre misure per consolidare il proprio patrimonio, messo sotto pressione dalle cessioni di crediti deteriorati.

Banca Popolare di Bari e le azioni dei piccoli soci

Si parla di un fabbisogno di circa 200 milioni, da recuperare sia un’ottimizzazione degli attivi, sia mediante l’emissione di strumenti finanziari destinati ad investitori qualificati. Si vedrà quale sarà la risposta del mercato. A breve Via XX Settembre invierà le nuove indicazioni sul capitale previste nel quadro dello Srep. La banca in prospettiva dovrà puntellare ulteriormente il capitale (rumors indicano in 300-500 milioni l’ulteriore gap), alla luce del proseguimento della politica di derisking chiesta dalla Vigilanza. E i piccoli soci?

Resta da capire quale sarà il futuro dei piccoli soci, che fanno i conti con un valore dell’azione – quotata sul mercato Hi-Mtf – che oggi sul mercato viaggia a quota 2,38 euro, tra pochi scambi. Agli azionisti la banca promette l’accesso a «concrete iniziative» per beneficiare del «ritorno a una redditività strutturale coerente con l’andamento di mercato». Possibile che, tra queste, vi sia l’emissione di warrant per contenere la diluizione nel quadro di un (futuro) aumento di capitale. (Il Sole 24 Ore, 31 gennaio 2019)

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Il mantenimento dalla forma cooperativa per la holding nei piani dovrebbe fare da pivot in vista di un possibile consolidamento tra le popolari del Mezzogiorno.

Leggi sull’argomento: La disfida delle azioni della Banca Popolare di Bari

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