Economia
La disfida delle azioni della Banca Popolare di Bari
neXtQuotidiano 14/01/2019
Gli incontri con Ghizzoni di Rotschild Italia alla base dell’uscita dal tunnel della banca. Ma non dei possessori di azioni
Nel caso di Banca Popolare di Bari, che presenterà a breve il nuovo piano industriale e ha i soci a rischio azzeramento, balla ancora il destino delle azioni e dei suoi possessori. La strada battuta dalla Popolare di Bari sembra essere la stessa di Veneto Banca e Popolare di Vicenza: valevano, secondo stime di parte, fino a 9,53 euro. Meno di tre anni fa, nell’aprile 2016, erano a 7,5 euro, nel momento in cui si cercò una soluzione con la «quotazione» sul segmento Hi-Mtf. Oggi quei titoli «valgono» 2,38 euro, ma non ci sono scambi,nessuno vuole acquistarli, non si fa prezzo e il valore è una pura indicazione.
La disfida delle azioni della Banca Popolare di Bari
Calcola oggi Stefano Righi sul Corriere Economia che dai massimi si è perso il 75 per cento dell’investimento, con una capitalizzazione passata da 1,2 miliardi a 380 milioni. Dati ipotetici, perché la verità è molto più amara e i 70mila soci della Popolare di Bari hanno acquisito la sensazione di avere carta straccia in mano. Soprattutto se l’aumento da realizzare nei prossimi mesi sarà fortemente diluitivo e (probabilmente) non a loro dedicato.
In questa ottica sarà complicato il lavoro che attende Vincenzo De Bustis, richiamato a gestire l’istituto da Marco Jacobini evidentemente senza l’ok di Giulio Sapelli, che ha presentato le dimissioni ed è partito per il Sudamerica dopo la nomina dell’ex Banca 121. Il Corriere Economia scrive però oggi che De Bustis è già al lavoro e «un lungo faccia a faccia con Federico Ghizzoni, ex Unicredit e oggi presidente di Rothschild Italia, dovrebbe aiutare a disegnare l’uscita dal tunnel».