Ponte Malnome: Virginia Raggi annuncia la “nuova” discarica di Roma

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-12-28

Ieri la sindaca è stata contestata all’assemblea a Corviale. La promessa di tenere i rifiuti a Ponte Galeria per sei mesi. E i rischi che sia impossibile mantenerla

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Non dev’essere stato facile per Virginia Raggi presentarsi ieri a Corviale nell’assemblea pubblica con i cittadini di Valle Galeria per annunciare che Ponte Malnome sarà la discarica di Roma per i prossimi sei mesi. Forse per questo la sindaca è arrivata con due ore di ritardo e intanto ha lasciato la parola a una Pinuccia Montanari come al solito in splendida forma.

La discarica di Roma a Ponte Malnome

Il presidente del Municipio e grillino Mario Torelli aveva convocato l’assemblea invitando la sindaca Virginia Raggi con l’obiettivo di tranquillizzare i residenti che a giorni vedranno arrivare nel sito AMA 300 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati per 180 giorni. Lorenzo Bagnacani di AMA si è presentato per assicurare che saranno soltanto sei i mesi in cui verrà utilizzato il sito e che alla fine tutto verrà eliminato. La Montanari invece ha svolto la sua solita lectio magistralis sulla raccolta differenziata, in cui ha dimostrato una preparazione teorica impressionante che però finora non si è riverberata sui risultati. Poi è stato il turno della sindaca, annunciata dai cartelli delle opposizioni in cui le chiedevano dove fosse.

ponte malnome

La sindaca ha parlato e ha ribadito la promessa dei sei mesi per il sito che dovrà sostituire il TMB Nuovo Salario, impropriamente utilizzato come discarica per anni a Roma. La sindaca ha detto che hanno tentato di individuare altre aree ma alla fine, a malincuore, sono stati costretti a scegliere Valle Galeria “perché era l’unica soluzione possibile”. E ha anche immediatamente scaricato su AMA le responsabilità dell’eventuale fallimento: “Ho voluto questo incontro per far prendere ad Ama le proprie responsabilità, hanno preso un impegno con questa amministrazione, entro sei mesi devono trovare un altro sito, proroghe non ne avranno”.

Il fallimento della monnezza di Roma

Rimane il fatto che questo Natale è stato un inferno di monnezza per l’intera città. E soluzioni all’orizzonte non ce ne sono. Dopo la chiusura del TMB, al momento la Capitale ha incassato l’appoggio dagli impianti di Viterbo (100 tonnellate), Frosinone (200), i due Tmb Colari (100 tonnellate), altre 100-150 finiranno a Ostia, nel tritovagliatore mobile osteggiato dai residenti e già oggetto di un comico dietrofront di Paolo Ferrara e della presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo. E poi c’è il Tmb di Aprilia,  che però manca di una discarica annessa.

natale monnezza roma

Ama intanto arranca per rimuovere gli accumuli in strada, con l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari alle costole per verificare il lavoro svolto dall’azienda. Ma non basta. Tra i consiglieri 5 Stelle comincia a serpeggiare il malcontento. «Ama deve mettere in campo un piano straordinario di raccolta», è la loro richiesta. L’aspettativa era che gli accordi per il trattamento dei rifiuti raggiunti con gli altri impianti del Lazio avrebbero garantito un ritorno alla normalità. Così non è (ancora) stato. E la città sprofonda. Anche perché il detto “Non c’è nulla di più definitivo del provvisorio” a Roma se lo ricordano tutti.

Foto copertina da: Facebook

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