Raccolta differenziata: così il M5S Roma festeggia un successo che non c’è

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-21

Virginia Raggi e Pinuccia Montanari hanno annunciato nei giorni scorsi il “risultato sorprendente” della raccolta porta a porta al 93% nel quartiere Axa. Dimenticando di dire che la sperimentazione coinvolge una zona dove abitano appena 10 mila persone. E intanto i dati di AMA confermano che la differenziata non è aumentata negli ultimi due anni, quelli di amministrazione a 5 Stelle

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È tempo di grandi festeggiamenti nella Roma amministrata da Virginia Raggi e dall’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari. Due giorni fa sindaca a e assessora hanno annunciato trionfanti il successo della raccolta dei rifiuti nel quartiere Axa (nel Municipio) dove il 12 giugno è stato avviato il porta a porta. Pensate, dopo una settimana il nuovo sistema di raccolta ha raggiunto il 93%. Subito la Raggi e la Montanari hanno pubblicato post gaudenti per spiegare che è questa la strada da percorrere per arrivare, nel 2021 al 70% di raccolta differenziata su tutto il territorio comunale.

Troppo presto per annunciare lo straordinario risultato del porta a porta

Non deve stupire che il Campidoglio abbia atteso appena sette giorni prima di dichiarare i “numeri incoraggianti” della differenziata nel quartiere Axa. La scarsità di successi veri e propri della giunta Raggi, che fino a qualche tempo fa era solita stilare un elenco puntuale e minuzioso delle piccole e grandi vittorie della giunta ha bisogno di opere di propaganda del genere. E del resto sindaca e assessora si guardano bene dal dire che all’Axa abitano appena 10.000 persone, ovvero lo 0,35% dei cittadini romani, come sottolinea invece Legambiente Lazio. Senza contare che l’Axa è un quartiere-consorzio molto particolare, dove gli abitanti appartengono per la maggior parte alla medio-alta borghesia e vivono in belle villette mono o bifamiliari.

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Forse sarebbe stato opportuno attendere almeno qualche mese per annunciare il trionfo della differenziata. Anche perché l’Axa è circondata da quartieri dove la differenziata non c’è. Ed è noto che nelle fasi di avvio del sistema porta a porta (accade in tutti i comuni, non solo a Roma) ci sia una buona dose di furbetti che invece che differenziare preferisce percorrere qualche centinaio di metri per continuare ad usare i “vecchi” cassonetti. Che succeda anche nel X Municipio lo confermano alcune testimonianze dei residenti che si lamentano di come dall’Axa ci sia chi utilizzi i cassonetti dei quartieri circostanti dove il problema dei rifiuti abbandonati per strada e dei secchioni che traboccano è ordinaria amministrazione.

La strategia furba del M5S sulla raccolta differenziata e sul porta a porta

Sia la Raggi che la Montanari hanno paragonato il risultato sorprendente (cit.) all’Axa con quello del quartiere ebraico dove la raccolta differenziata oggi è all’85%. Inutile dire che pure per la sperimentazione avviata nel novembre 2017 la giunta ha scelto una zona “facile”. Perché né la sindaca né la sua assessora dicono che intorno al Portico d’Ottavia – nel quartiere del ghetto – vivono 760 residenti, 327 utenze domestiche e 68 utenze non domestiche. Raggiungere percentuali così alte in una zona così limitata geograficamente e così poco popolata non è difficile.

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Così come non è un problema ottenere la collaborazione – ma è presto per cantare vittoria – degli abitanti dell’Axa. Soprattutto in considerazione del fatto che parallelamente alla sperimentazione della raccolta porta a porta il resto di Roma continua ad annegare tra i miasmi dell’immondizia abbandonata per strada e quella che proviene dagli impianti di tritovagliatura.

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Basta dare una rapida scorsa ai commenti al post della Raggi e della Montanari per accorgersi delle lamentele dei cittadini romani, abbandonati al loro destino in un mare di rifiuti in attesa che il Comune certifichi la prossima emergenza dando la colpa magari all’enorme afflusso di turisti per l’estate. A Roma. Nei quartieri più periferici.

La differenziata a Roma non cresce, ed è colpa di AMA e M5S

Il problema è – come sottolineava qualche tempo fa l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma Capitale nella sua relazione annuale – AMA non ha nemmeno i mezzi sufficienti (nel senso di camion, camioncini e “squaletti”) per coprire il servizio di raccolta porta a porta. Ecco uno dei motivi per cui, al di là dei roboanti annunci, a Roma la differenziata non cresce e il porta a porta non decolla.

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Inoltre il dosier pubblicato da Legambiente Lazio ad inizio giugno (prima dell’avvio della sperimentazione all’Axa) evidenziava come nel corso del 2017 la differenziata fosse cresciuta solo dell’1,45% rispetto all’anno precedente. Le tanto vituperate precedenti amministrazioni (Marino e Tronca) invece erano riuscite a passare dal 27% del 2013 al 43% con un aumento annuo pari al 6%. Da quando il MoVimento 5 Stelle è alla guida della Capitale invece il progresso si è arrestato.

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Fonte: Dossier Legambiente

La percentuale di differenziata, scrive Legambiente, «cresce troppo poco» mentre «la diffusione del Porta a Porta è ferma al 33% delle utenze nel 2017» lo stesso del 2016. La situazioine è sconfortante e alla luce dell’andamento della diffusione della differenziata e del porta a porta anche il programma del Campidoglio per il raggiungimento nei prossimi 3 anni (entro il 2021) del 70% è, per Legambiente, seriamente compromesso. A pesare è soprattutto la disomogeneità totale nella raccolta sui 15 municipio dove si passa dal 50% delle utenze che effettuano il porta a porta nei municipi IX, VI e I, al V municipio ancora servito unicamente dai cassonetti.

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