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Perché togliere l’obbligo di mascherina in Lombardia è sbagliato

Alessandro D'Amato 23/06/2020

La richiesta di toglierlo dal primo luglio da parte di Lega e Forza Italia al governatore Fontana. E anche PD e M5S si accodano. Ma farlo nella regione d’Italia che oggi è a maggior rischio seconda ondata pare un suicidio. Prima di tutto politico

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La maggioranza composta da Lega e Forza Italia in Regione Lombardia chiede ad Attilio Fontana di togliere l’obbligo di mascherina dal primo luglio. L’ordinanza che prevede l’obbligo di coprire bocca e naso scade il 30 giugno e il centrodestra chiede al governatore di toglierlo a patto che si rispetti il distanziamento sociale. Eppure secondo gli esperti questa non è per niente una buona idea.

Perché togliere l’obbligo di mascherina in Lombardia è sbagliato

Da questa settimana è già caduto l’obbligo di indossare i guanti sui treni regionali e sui mezzi pubblici. Emanuele Monti, presidente della commissione sanità del Pirellone non ha dubbi sul fatto che l’obbligo di indossare la mascherina debba restare solo al chiuso. «È un obbligo che deve decadere — spiega l’esponente leghista — perché in questa fase con il caldo negli spazi aperti e con i dati che stiamo registrando, ci sono tutte le condizioni per eliminarlo. Resta fondamentale il distanziamento tra le persone e qui il ruolo dei sindaci è decisivo». Ma intanto c’è da segnalare che le mascherine, che sono state l’oggetto più cercato nelle settimane peggiori della pandemia, oggi che dovrebbero essere utilizzate per ridurre ancora la circolazione del virus si comprano molto meno: «Rispetto al periodo più caldo, registriamo una calo delle vendite di oltre la metà — dice Marco Cossolo di Federfarma — È un errore, così rischiamo». Eppure, come abbiamo già spiegato, il pericolo della seconda ondata è ancora lì e potrebbe prendere in pieno proprio la Lombardia, come si vede dal modello matematico illustrato da Andrea De Maria, professore associato di Malattie infettive all’Università di Genova insieme all’esperto di sviluppo di modelli software Agostino Banchi:

«Se ci si concentra sulla Lombardia e al Nordovest, si vede che rispetto alla discesa prevista dal nostro modello si assiste a un tendenziale aumento dei casi».  «Se i casi sono così tanti ora che le temperature sono alte, cosa succederà in autunno quando il termometro scenderà sotto i 14 gradi?». «Il nostro modello matematico», continua De Maria, «ha dimostrato di essere utile perché ci ha permesso di individuare il picco dei nuovi casi giornalieri in Italia (tra il 25 e il 27 marzo) con 20 giorni di anticipo». «Non solo», aggiunge Tonelli. «Le elaborazioni ci dicevano che a fine giugno avremmo contabilizzato tra i 34.000 e i 36.000 decessi: oggi siamo a 34.600. Ora quegli stessi algoritmi ci dicono che se la situazione corrente dovesse mantenersi si potrebbe avere una estensione dei contagi, molti dei quali asintomatici o paucisintomatici, che aumenterebbe  pericolosamente la base dell’infezione prima dell’autunno»

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Coronavirus in Lombardia: la seconda ondata (La Repubblica, 22 giugno 2020)

 

La Lombardia e i casi di Coronavirus

In effetti gli italiani attualmente positivi sono oltre 21mila, con centinaia di nuovi casi ogni giorno, i due terzi dei quali in Lombardia. Anche Massimo Galli, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco, su mascherine, distanziamento e tracciamento invita oggi in un’intervista a Repubblica a non abbassare la guardia: ««Mi sembra che finora l’utilizzo delle mascherine sia stato abbastanza casuale, non rispettato in maniera costante da parte di tutti. Sospenderne adesso l’uso è prematuro, è un segnale sbagliato, si mette il carro davanti ai buoi: il virus è ancora tra noi. Ci sono stati nuovi  focolai, per esempio al San Raffaele di Roma o al Niguarda di Milano, che ci dicono che vale ancora la pena tenerla. È presto per lasciarla a casa. In molti continueranno a usarla a prescindere, tanti altri continueranno a fregarsene come hanno fatto finora». Non solo. Anche il professor Giuseppe Remuzzi, che ha parlato di nuovi positivi non (molto) contagiosi, raccomanda in una dichiarazione rilasciata a Repubblica Milano prudenza alla Regione:  «Dobbiamo dire le cose come stanno, senza dismettere mascherine e distanziamento. Perché
quelle sono le cose che probabilmente ci hanno protetto».

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In Lombardia quindi è necessario non abbassare la guardia. Anche se, come segnala oggi ancora Repubblica Milano, il pressing da parte della politica è alto: il capogruppo di Forza Italia al Pirellone, Gianluca Comazzi ricorda che «la Lombardia è stata la prima regione a prevedere l’obbligo di indossare la mascherina e i cittadini si sono attenuti alle regole
con grande disciplina». Si schiera a favore di un «uso discrezionale alla luce degli ultimi dati e viste le difficoltà respiratorie, specialmente per gli anziani, dovute all’afa» specificando che occorre comunque «essere prudenti e attenersi a tutte le norme». Ed anche Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle vogliono toglierlo. Ma farlo nella regione d’Italia che oggi è a maggior rischio seconda ondata pare un suicidio. Prima di tutto politico.

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