Economia
Non solo ATAC non passa mai: ora il concordato è a rischio
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-01-28
Il Comune chiede alla municipalizzata di effettuare 17 milioni di chilometri in più di corse. Altrimenti è a rischio il concordato
Mentre pubblicano statistiche ridicole che raccontano barzellette sugli autobus più efficienti a Roma, il Comune e ATAC prendono atto della truffa organizzata sul contratto di servizio: la municipalizzata dei trasporti non sta rispettando gli impegni del contratto di servizio nonostante tutti i dindi che le hanno regalato i cittadini romani a loro insaputa, ivi compresa la posticipazione dei crediti vantati dal Campidoglio dal 2035 (!) al 2055 (!!!).
Atac deve effettuare 17 milioni di chilometri di corse in più nel 2020. Che si traducono almeno in un bus o una metro in più ogni ora e per tutte le linee. Il Comune alza il tiro e nelle trattative con la municipalizzata per il rinnovo del contratto di servizio 2020-2024 chiede all’azienda di accelerare sulla produttività: per la precisione, 103 milioni totali di chilometri – con i mezzi di superficie e le metropolitane – da assicurare soltanto nel 2020: quindi, 17 milioni in più rispetto agli 86 percorsi lo scorso anno.
Dal canto suo, la municipalizzata ha già fatto sapere al suo azionista che, vista la flotta a sua disposizione, difficilmente potrà arrivare a centrare questo obiettivo. Quest’anno punta a chiudere a 96 milioni, per raggiungere i 101 milioni di chilometri nel 2021. Di conseguenza, è di 7 milioni la distanza tra quanto propone il socio di maggioranza e quanto è disponibile a garantire la controllata.
“Garantire”, ovviamente, è un parolone. La “Carta della qualità dei servizi del trasporto pubblico e dei servizi complementari” del 2019 pubblicata dalla stessa ATAC ma finora purtroppo non pubblicizzata sui canali social dell’azienda, del Comune e della sindaca, certifica riguardo alla regolarità del servizio di trasporto di superficie (gli autobus) che nel 2018 solo il 52% delle corse ha rispettato gli orari programmati (lo standard di riferimento prevedeva che le corse regolari fossero almeno l’80%). Significa che il 48% delle corse non è arrivato in orario. Non che i romani non lo sapessero già visti i tempi di attesa alle fermate.
E poi c’è la metropolitana. Le corse in questo caso sono regolari, il problema è un altro: l’accesso alle stazioni della Metro. Ricordiamo che stiamo parlando dei dati di performance relativi al 2018, quindi all’anno scorso. L’efficienza del funzionamento di ascensori, montascale e scale mobili è stata decisamente inferiore a quanto programmato. Addirittura la disponibilità dei montascale (che sono indispensabili per i viaggiatori con disabilità) è ferma al 62%. Anche qui nulla di nuovo. Eppure a febbraio 2019 l’Ad di ATAC Paolo Simioni snocciolava dati molto diversi:
«Atac gestisce un parco di 638 impianti, di 389 scale mobili, 273 ascensori e 39 servoscala. Nel corso del 2018 l’indice di efficienza complessiva degli impianti di traslazione è risultato pari al 93,5% rispetto al 94% nel 2017».
Un’affermazione smentita in toto dalla Carta dei Servizi 2019 dove si legge che l’efficienza complessiva degli impianti di traslazione (scale e tappeti mobili) è stata del 75%, molto inferiore allo standard programmato del 96.5% (per la cronaca nel 2017 l’efficienza fu pari all’85% e non al 94%). Difficile che questo obiettivo venga centrato nel 2019 visto che le scale mobili di diverse stazioni della Metro risultano ancora ferme. Il Comune fa intanto notare che per rispettare i termini del concordato – indispensabile per gestire il debito monstre da 1,4 miliardi di euro – bisogna almeno portare la produzione a 101 milioni chilometri percorsi all’anno così da generare gli introiti necessari al piano di rientro concordato con il Tribunale.
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