Economia

Come Virginia Raggi mischia mele con pere per farvi credere che aspettate i bus Atac per meno tempo

Giovanni Drogo|

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scrive che ora «si registra, per la Capitale italiana e il Lazio, un miglioramento positivo e significativo di 4 minuti rispetto all’ultimo report del 2016 quando i minuti medi di attesa erano 20». Ma i minuti medi di attesa erano venti anche a settembre?

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ATAC su Facebook scrive «diminuiscono i tempi medi di attesa in fermata dei mezzi pubblici di superficie», il che è senz’altro vero in base al dato fornito da Moovit. Ma non è vero che riguarda i soli mezzi di superficie, perché l’App consente di “navigare” anche utilizzando la metro (che quest’anno aveva parecchie fermate chiuse) e nel report non è specificato che si tratta di soli percorsi con gli autobus. Anche perché se fosse così ATAC  dovrebbe spiegare come mai in base agli ultimi due report (2017 e 2018) sulla qualità del servizio i solo il 52% dei distanziamenti tra una corsa e l’altra risulta essere regolari rispetto a quelli programmati (dato sostanzialmente analogo a quello del 2016). Non abbiamo il dato del 2019 perché ATAC non lo ha ancora reso noto ma non risulta possibile un miglioramento così radicale: fino al 2018 quasi la metà delle corse non arrivava in orario.

Perché ATAC non pubblica i dati di produzione del 2019?

ATAC però ha pubblicato alla fine del 2019 solo il rapporto riguardante il 2018. Per il 2019 invece ci dobbiamo (e lo fa pure l’azienda) affidare ai dati di Moovit senza sapere esattamente il criterio utilizzato. Certo, qualsiasi sia il modello in base al quale sono stati calcolati i tempi medi di attesa alla fermata c’è stato un miglioramento, certificato dalla app utilizzata per pianificare i percorsi di viaggio. Eppure è curioso perché la produzione di ATAC (per quanto riguarda le corse di superficie) non è migliorata rispetto al 2016.

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Si dirà: sono arrivati i nuovi autobus. Ma bisogna tenere conto che sono arrivati durante l’estate, quindi a metà dell’anno. In sei mesi non è fisicamente possibile migliorare così tanto la produzione (e ricordiamo che a settembre Repubblica usando gli stessi dati parlava di un tempo di attesa superiore). Ma al di là del valore assoluto dei dati la statistica non ci dice molto. Ad esempio non ci dice quali siano le linee più “regolari” dove l’attesa è minima e quali quelle dove invece bisogna aspettare di più (a prescindere dai guasti). È un dato di fatto ad esempio che le linee Express di ATAC abbiano corse più frequenti (l’intervallo è di cinque minuti) ma soprattutto più mezzi a disposizione (una ventina di autobus per linea). Altre linee più periferiche invece non sono così fortunate: oltre alla minore frequenza dei passaggi c’è anche una minore disponibilità di vetture, e sappiamo quanto ATAC abbia sofferto, e soffra ancora, della cronica mancanza di mezzi. Ai fini di un monitoraggio dello stato del trasporto pubblico a Roma sarebbe utile conoscere quali linee sono più problematiche rispetto ai tempi di attesa (il 25% degli utenti attende più di 20 minuti).

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Come spiegare quindi questo straordinario miglioramento – che sicuramente non è imputabile ad una performance straordinaria di Cotral e di Roma TPL? Una possibile spiegazione è che l’utenza sia diventata più smart anche grazie ad app com Moovit. L’azienda spiega che per tempo di attesa si intende il lasso di tempo che va da quando l’utente arriva alla fermata del trasporto pubblico a quando sale a bordo del mezzo. Ma proprio grazie ad app come Moovit chi deve prendere un mezzo pubblico (e pianifica il viaggio) non va alla fermata e si mette ad aspettare: prima di uscire di casa (o dall’ufficio) consulta l’applicazione e vede se l’autobus sta viaggiando in orario. Non recandosi subito alla fermata allora il tempo di attesa medio si riduce, perché anche chi usa Moovit (o soprattutto loro) essendo informato su dove si trova l’autobus evita di andare subito alla palina.

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