Municipio VIII: la caduta della prima stella M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-06

Come finisce una storia di talebani M5S che vogliono bloccare progetti edilizi per tutelare le papere e di presidenti di Municipio chiaramente non all’altezza del compito. E perché questo dovrebbe servire da monito per gli altri

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Paolo Pace conferma le dimissioni da presidente del Municipio VIII e la tragedia diventata farsa del MoVimento 5 Stelle e del suo minisindaco arrivano alla conclusione. Ieri al termine di un lungo tira e molla e di una trattativa segretissima, tanto che i punti della stessa erano su tutti i giornali, si è registrata la prima caduta di un’amministrazione grillina dopo la grande vittoria del giugno 2016. E nel disastro politico che ne è stato causa possiamo vedere in nuce tutte le contraddizioni presenti in Campidoglio. Pronte ad esplodere o già esplose in alcuni casi.

Municipio VIII: la caduta della prima stella M5S

Uno dei punti di scontro in Municipio VIII è stata la vicenda degli ex Mercati Generali all’Ostiense e del progetto di riqualificazione già approvato in Conferenza dei Servizi che i consiglieri grillini hanno tentato fino all’ultimo di far saltare. L’area degli ex Mercati Generali di Roma, nel quartiere Ostiense, attende da dieci anni la realizzazione di un progetto di riqualificazione. Progetto che prevede la creazione di attività commerciali e che è destinato a far nascere sulla via Ostiense la “Città dei Giovani” con piazze, alloggi per studenti, spazi per la cultura con biblioteca e mediateca. I grillini in Municipio si sono opposti, all’epoca spalleggiati da quel genio di Berdini, parlando anche della tutela dell’ecosistema che si è nel frattempo sviluppato nell’area abbandonata.
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Sul tavolo della sindaca Virginia Raggi arrivò però un rapporto dell’avvocatura, dieci pagine in cui si quantificavano i danni che i costruttori concessionari, i Toti, e i subconcessionari del potente gruppo francese De Balkany avrebbero potuto chiedere in caso di blocco del project financing oppure di uno stravolgimento del piano della Città dei Giovani che obbligasse a tornare alla conferenza dei servizi. Pari a 111 milioni di euro e di altre decine di milioni di «mancati guadagni». Sul progetto non si è mai trovato un accordo politico all’interno della maggioranza. E tutto ciò nonostante il Municipio VIII non avesse il potere di fermare il progetto.

Consiglieri fantastici e dove trovarli

Non solo. Mentre si parlava di risse sfiorate e consigliere minacciate e Paolo Pace dimenticava di aprire le lettere che gli annunciavano cerimonie dolorose e toccanti, il presidente cercava mediazioni su mediazioni con la sindaca e la maggioranza in Campidoglio, senza però trovarle. Lui stesso ha in più occasioni accusato i consiglieri in Aula Capitolina di essersi lavati le mani della situazione evitando di richiamare i ribelli come invece è accaduto per molti dossier. Pace ci ha messo del suo, come quando ha detto che “L’epoca dell’uno vale uno è finita” causando furiose reazioni tra i suoi eletti e gli attivisti di zona.

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L’area degli ex Mercati Generali nel quartiere Ostiense

Ieri poi ha cercato di salvarsi tramite un accordo politico consegnato “brevi manu” da un suo fedelissimo ai nove consiglieri dissidenti, ieri mattina, articolato in dieci punti è stato preso e accartocciato da chi lo avrebbe dovuto approvare. In questi, racconta oggi il Messaggero, si insisteva nel mantenere l’attuale squadra di assessori, compreso quello al bilancio Massimo Serafini che era stato una delle prime micce dell’incendio. Si cedeva sull’assessore all’urbanistica ma in cambio i consiglieri avrebbero dovuto cessare ogni opposizione interna; in più si chiedeva che il municipio restasse fuori dalle tematiche di competenza comunale e la maggioranza si impegnasse a non sfiduciarlo fino alla fine del mandato.

Paolo Pace e la mediazione impossibile

La proposta di accordo è stata respinta con perdite. Paolo Pace su Facebook nel suo messaggio di addio se l’è presa con i consiglieri:

Sono profondamente deluso dagli eventi e dai comportamenti finali di alcuni consiglieri del M5S che festeggiando e brindando per la nostra caduta, hanno dimostrato per l’ennesima volta il loro squallido disinteresse per le sorti della cittadinanza e la mancanza totale di rispetto che questi signori nutrono per le Istituzioni: sono sicuro che i Cittadini se ne guarderanno bene la prossima volta prima di accordare loro una nuova fiducia.
Sono stati giorni paradossali, dove qualsiasi tentativo di questa Giunta di apportare soluzioni o migliorie alla cittadinanza era ostacolato dall’ottusità e dall’ incompetenza di queste persone, che hanno preferito al lavoro di squadra e all’umiltà la cattiveria e l’egoismo, anteponendo il proprio ego ed il proprio orgoglio personale al bene della Comunità tutta. E’ questo il mio più grande rammarico, non essermi accorto in tempo di avere a che fare con persone che non hanno mai inteso questo impegno come un momento di sacrificio personale da offrire alla Città, bensì come un trampolino di lancio verso altri e più “alti” traguardi politici.

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Tra i consiglieri c’è chi gli ha risposto chiamandolo Califfo, c’è chi non gli ha nemmeno replicato. Ma finisce così una storia di talebani M5S che vogliono bloccare progetti edilizi per tutelare le papere e di presidenti di Municipio chiaramente non all’altezza del compito. Una storia che dovrebbe servire da monito anche per altre – e molto più gravose responsabilità.

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