Renzi e i servizi segreti che tramavano contro di lui

di Mario Neri

Pubblicato il 2018-12-06

Dopo la surreale vicenda del ritiro della candidatura di Marco Minniti, Matteo Renzi, sentendosi – chissà perché! – chiamato in causa dalla decisione dell’ex ministro degli Interni ha pubblicato un post su Facebook in cui torna a chiamare “Ditta” – definizione, non a caso, di Bersani – il Partito Democratico e scrive anche qualcosa di …

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Dopo la surreale vicenda del ritiro della candidatura di Marco Minniti, Matteo Renzi, sentendosi – chissà perché! – chiamato in causa dalla decisione dell’ex ministro degli Interni ha pubblicato un post su Facebook in cui torna a chiamare “Ditta” – definizione, non a caso, di Bersani – il Partito Democratico e scrive anche qualcosa di molto curioso a proposito di presunti “esponenti dei servizi segreti” che “tramavano contro di me per il tramite di mio padre”.

renzi servizi segreti

I servizi segreti nella vicenda CONSIP entrano prepotentemente per mezzo delle informative redatte da Giampaolo Scafarto. Nel primo capo di imputazione dell’indagine sul colonnello del NOE il pm Mario Palazzi spiega che Scafarto “redigeva nell’esercizio delle sue funzioni l’informativa n.246/557 nella quale, al fine di accreditare la tesi del coinvolgimento di personaggi asseritamente appartenenti ai servizi segreti, ometteva scientemente informazioni ottenute a seguito delle indagini esperite”. In particolare, dopo aver affermato che durante lo svolgimento delle indagini ‘lo scrivente e altri militari di questo comando hanno da tempo il ragionevole sospetto di ricevere ‘attenzioni’ da parte di qualche appartenente ai servizi’, “a conforto di ciò – si legge nel capo di imputazione – indicava l’esistenza di due annotazioni di servizi del 18 e 19 ottobre 2016, la seconda delle quali aveva evidenziato come, mentre i militari si erano recati a piazza Nicosia per effettuare l’acquisizione della spazzatura prodotta dalla Romeo Gestione SPA (il famoso recupero dei ‘pizzini’ dall’immondizia, ndr), gli stessi ‘notavano persone, in abiti civili in atteggiamento sospetto, che più volte incrociavano lo sguardo degli operanti e controllavano le targhe delle auto ivi parcheggiate; nello specifico due persone controllavano i movimenti degli operanti; si trattava di una persona (fotografata) che ha più volte percorso le strade adiacenti piazza Nicosia, controllando le targhe dei mezzi parcheggiati”.

omissis consip

Scafarto in un’informativa ha attribuito a un innocuo cittadino italiano nato in Venezuela che ha la sfortuna di sostare a poche centinaia di metri dagli uffici di Romeo, il classico umarell che non si fa i fatti suoi visto che guarda le auto e le targhe delle vetture, la patente di uomo dei servizi segreti pur avendo potuto verificare, in tempo reale e con interrogazioni alle banche dati del Ministero dell’Interno, che l’auto su cui viaggia e la sua identità nulla hanno a che fare con i nostri Servizi. Ma è più probabile che Renzi nel suo post non si riferisca a Scafarto ma al Capitano Ultimo. Sergio De Caprio lasciò l’AISE dopo che sui giornali venne fuori l’accusa, sempre respinta dal Capitano, che Scafarto gli avesse passato alcuni materiali dell’indagine. De Caprio era vicecomandante del NOE. Posto che poi ha lasciato, per passare all’AISE, dopo che gli furono revocati i compiti operativi nell’ambito di una riorganizzazione complessiva dei vari reparti speciali dell’Arma e dopo l’uscita della famosa intercettazione del NOE tra Matteo Renzi e il generale della Gdf Michele Adinolfi.

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