Sergio De Caprio: l’addio di Ultimo ai servizi segreti e il caso CONSIP

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-07-21

Il sospetto: veniva informato sulle indagini. E quella vecchia storia dell’intercettazione tra Renzi e Adinolfi finita sui giornali. Ma lui respinge le accuse: “Tornare nei carabinieri una mia scelta”

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Sergio De Caprio, il «Capitano Ultimo» che arrestò Totò Riina, ha lasciato l’Aise (Servizi segreti) e ha chiesto, con un gruppo di militari dell’Arma, di rientrare nei Carabinieri. Ma dietro la decisione c’è un collegamento con l’inchiesta bis sul caso CONSIP. È proprio questo sospetto che, secondo le informazioni circolate ieri,ha spinto l’Aise ha metterlo fuori dai ranghi.

Sergio De Caprio: l’addio di Ultimo ai servizi e il caso CONSIP

L’indagine nata a Napoli sull’ipotesi di corruzione nella gara FM4 che ha portato in carcere Alfredo Romeo e ha visto il coinvolgimento di Tiziano Lotti, del comandante Tullio Del Sette e del ministro Luca Lotti vede oggi sotto indagine anche il capitano del NOE Gian Paolo Scafarto per falso ma anche per rivelazione di segreto d’ufficio. Scrive oggi il Fatto:

Scafarto avrebbe inviato a due ex marescialli, prima al Noe e poi nei servizi, elementi che emergevano dall’indagine. Il 3 marzo 2017, mentre i pm di Roma interrogano come indagato per traffico di influenze Tiziano Renzi, Scafarto avrebbe inviato una mail con parti dell’informativa Consip datata 3 febbraio. E non è l’unico contatto. Ce n’è stato uno anche a settembre 2016 quando il capitano del Noe aveva inoltrano ai due marescialli anche alcune trascrizioni di intercettazioni e pedinamenti.
I due file si chiamavano “Mancini.doc”, ossia Marco Mancini, l’ex responsabile dell’Anti terrorismo e ora al Dipartimento informazione e sicurezza (Dis), in passato finito a processo per il caso del rapimento di Abu Omar e mai condannato. La seconda di queste mail inviate riportava anche un testo: “Sempre per il capo”. A chi si riferisse Scafarto non è mai stato chiarito,anche perché, quando i pm volevano contestarglielo durante un interrogatorio, il capitano s’è avvalso della facoltà di non rispondere.

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Le procure e il caso Consip (Il Messaggero, 6 marzo 2017)

Il sospetto insomma è che Scafarto abbia informato delle indagini due sottufficiali provenienti dal NOE e passati all’AISE senza far sapere nulla ai servizi. Ovviamente la difesa di Scafarto respinge il sospetto e fa notare che non ci sono prove di contatti con De Caprio.

Sergio De Caprio e il capitano Scafarto

In ogni caso l’ipotesi che oggi i giornali fanno propria è che per questa presunta operazione l’AISE ha deciso di restituire De Caprio all’arma dei Carabinieri. Anche se questa è smentita in una nota dello stesso De Caprio, nella quale precisa che non ha mai svolto indagini che non gli competevano e che la decisione di tornare nei carabinieri è stata presa in autonomia dopo quelle che definisce «reiterate e diffuse insinuazioni e manipolazioni della realtà» apparse sulla stampa. Tutto ciò, «al fine di evitare strumentalizzazioni da parte di chiunque sul nostro operato, sempre corretto» e «per tutelare l’integrità dell’Aise nella sua interezza e per l’amore che ci lega all’Arma».

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I protagonisti dell’inchiesta Consip (La Repubblica, 2 marzo 2017)

Di sicuro Scafarto e Ultimo si conoscono ed hanno per diverso tempo lavorato insieme, quando De Caprio era vicecomandante del NOE. Posto che poi ha lasciato, per passare all’AISE, dopo che gli furono revocati i compiti operativi nell’ambito di una riorganizzazione complessiva dei vari reparti speciali dell’Arma e dopo l’uscita della famosa intercettazione del NOE tra Matteo Renzi e il generale della Gdf Michele Adinolfi. E Scafarto non è l’unico ufficiale del NOE finito nei guai per la vicenda Consip: anche il colonnello Alessandro Sessa, suo diretto superiore, è indagato dalla procura di Roma. L’accusa è di depistaggio. È stato un messaggio inviatogli da Scafarto, il 9 agosto 2016, ad aver determinato il suo coinvolgimento nell’inchiesta: “Signor colonnello – è scritto – sono due giorni che io penso continuamente a queste intercettazioni e alla difficoltà di portare avanti queste indagini con serenità. Credo sia stato un errore parlare di tutto col capo attuale e continuare a farlo. La situazione potrebbe precipitare con la fuga di notizie”.

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