Il deputato leghista e il complotto della Libia in crisi per danneggiare l’Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-04-12

Marco Zanni, europarlamentare della Lega a Bruxelles , sulla Stampa di oggi delinea un’interessante teoria del complotto sulla Libia in crisi

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Marco Zanni, europarlamentare della Lega a Bruxelles , sulla Stampa di oggi delinea un’interessante teoria del complotto sulla Libia in crisi : l’ex MoVimento 5 Stelle sostiene che il tutto sia parte di un tentativo di destabilizzare il governo italiano provocando un’ondata di profughi verso l’Italia:

Il capo leghista è convinto che dietro la vicenda libica non ci siano solo gli interessi economici di Parigi. «Non resto a guardare se c’è chi per affari gioca alla guerra», dice il ministro dell’Interno. Il passo in più lo fa Marco Zanni, l’eurodeputato responsabile Esteri del Carroccio, il tessitore del fronte sovranista che il suo leader lancerà per le europee del 26 maggio. Dice di avere un «dubbio» sui giochi che si stanno facendo per danneggiare l’Italia.

«Io ho il dubbio legittimo che sia in corso un tentativo di destabilizzare il governo italiano magari provocando un’ondata di profughi verso l’Italia». Insomma le manovre e le ambiguità di Macron punterebbero a danneggiare non solo il governo italiano, ma in particolare la Lega e Salvini che della lotta all’immigrazione ha fatto un totem acchiappa voti. «Perché al vertice europeo di questi giorni la Francia ha impedito che la Ue prendesse una chiare e ferma posizione di condanna contro Haftar?», si chiede Zanni.

In realtà, con la nuova crisi la Libia non può più essere considerata un porto sicuro. O meglio, già prima dell’attacco di Haftar su Tripoli non poteva esserlo ma ora che c’è un conflitto aperto come farà Salvini a raccontare che i migranti soccorsi in mare possono essere tranquillamente riportati in Libia, dove c’è la guerra? Infine può succedere che alcuni cittadini libici decidano – assieme a coloro che sono rinchiusi nei campi di detenzione – di scappare dalla guerraOvvero di fare proprio quello che per Salvini stesso è indispensabile per essere accolti in Italia. Sommando queste tre condizioni – coordinamento italiano dei soccorsi, guerra in Libia, profughi in fuga – non è peregrino ipotizzare un aumento delle partenze e degli sbarchi (o dei morti in mare). Se così fosse assisteremo da una parte ad un nuovo dramma umanitario, dall’altro al fallimento della strategia dei Porti Chiusi. Perché la pacchia non è finita per merito di Salvini, è finita perché qualcuno a Sud del confine blocca le partenze e riporta i migranti nei lager libici. Forse è la volta buona che Salvini fa qualcosa per la pace, per davvero.

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