Marco Boldini, il consigliere leghista che lotta contro il gender a Spinea

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-06

Il gender torna di moda nella stagione autunno/inverno 2019. Lo fa grazie alla mozione presentata da un consigliere comunale leghista che è preoccupato dalla presenza di un libro che proporrebbe “la normalizzazione del cambio di genere” ai bambini. Nel testo della mozione il coraggioso consigliere cita anche il parere di un’associazione statunitense nota per le sue posizioni omofobe e per proporre una terapia per curare l’omosessualità. Ma ovviamente l’omofobia non è assolutamente un problema per la Lega

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Ci sembrava quasi di essercelo levato di torno il complotto sul presunto “indottrinamento gender”. Dopo l’estate dei libri messi al bando a Venezia dal sindaco Brugnaro (tra cui il pericolosissimo Nei panni di Zaff), gli allarmi lanciati in Lombardia con tanto di call center dedicato a denunziare i casi “di gender” l’allarme contro il pericolo di omosessualizzare i nostri bambini viene lanciato in quel di Spinea, in provincia di Venezia. Lì il vicepresidente del consiglio comunale Marco Boldini (Lega) ha presentato una mozione per chiedere la «rimozione dai cataloghi della biblioteca comunale dei libri “gender” nel reparto dedicato ai più piccoli».

La battaglia della Lega contro edonismo, godimento e anticlericalismo e omosessualità

Boldini, che ironia della sorte lavora nella tipografia di famiglia, parte con il dire che è tutto colpa della globalizzazione che ha stravolto in negativo le nostre vite «con gli uomini che si trasformano anch’essi in merci, apolidi, senza identità, senza casa, senza famiglia, affetti e religione, ma solamente dei consumatori in preda ad: edonismo, godimento e anticlericalismo». Impossibile non cogliere in questo passaggio gli echi delle parole di uno degli ultimi libri di Diego Fusaro che sovente si scaglia contro l’acefalo principio del godimento. Ma se Fusaro fa risalire il tutto al 1989 il consigliere Boldini parte ancora da più lontano (forse perché il 1989 è troppo vicino alla caduta del comunismo). Dal 1968 quando le sinistre di tutto il mondo iniziarono la loro opera di accerchiamento e attacco nei confronti della «la famiglia, che non a caso diventato [famiglia è di genere femminile NdR] il nemico numero 1 dell’ideologia progressista volta ad annullare le differenze tra i sessi, a rendere inutile il ruolo di padri e madri, trasformandoli in genitore 1 e genitore 2».

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Fino a qui è il solito pippone su quanto sia cambiata la nostra società che sta «fortemene spingendo per trasformare in normalità avere due genitori omosessuali» che vuole “l’utero in affitto” e che riduce tutto a merce. Sentire questa critica al capitalismo levarsi dal produttivo Nord Est dei capannoni, locomotiva d’Italia e centro nevralgico delle delocalizzazioni all’estero fa un po’ sorridere. Ma andiamo avanti, perché il consigliere Boldini sta lentamente arrivando al punto. Lo sconvolgimento della concezione della sessualità – scrive – ha portato «alla proposta molteplicità degli orientamenti sessuali sino alla teorizzazione della fluidità del sesso e all’affermazione che ciascuno, a seconda della situazione psicologica, può scegliere di volta in volta la propria identità sessuale». Sembra di sentire l’oligarca russo Malofeev quando parla dei gay che vogliono «promuovere la loro non normalità» e delle donne che devono tornare al loro posto: in casa, a fare figli. Esattamente come era prima del Sessantotto.

Se la mozione leghista cita un’associazione omofoba che pretende di “curare” i gay

Ma per fortuna che c’è la Lega a difenderci dall’omosessualismo dilagante. Lo ha fatto in provincia in Lombardia e a Venezia, ed è pronta a farlo anche a Spinea. E qui arriva il bello, perché Boldini cita l’American College of Pediatricians (ACPeds) che non tutti sanno essere cosa ben diversa dal American Academy of Pediatrics. Mentre quest’ultima è l’associazione professionale dei pediatri statunitensi l’American College of Pediatricians altro non è che un’associazione conservatrice che si batte contro i diritti delle persone omosessuali e promuove forme di terapia per “curare” i gay. Le posizioni dell’ACPeds riportate dal consigliere leghista non hanno alcun fondamento scientifico ma hanno solo l’obiettivo di portare avanti un’agenda politica contro i diritti della comunità LGBTQ ad esempio sostenendo che i gay sono pedofili.

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Naturalmente questo Boldini non lo scrive. Scrive invece che il Comune dovrà rimuovere dalla biblioteca comunale il libero “L’importante è che siamo amici” di Jessica Walton perché «propone appunto la normalizzazione del cambio di genere nei bambini in tenera età». Ora noi non sappiamo se Boldini ha letto il libro (età di lettura consigliata: sei anni) ma vale la pena di far notare che il personaggio che “cambia sesso” è l’orsacchiotto di un bambino. Da che mondo è mondo gli orsacchiotti di pezza non hanno “sesso” e al bambino poco importa se sia maschio o femmina. Quello che insegna il libro non è “a cambiare sesso” ma ad accettare le differenze. Differenze di sesso, di orientamento sessuale, di genere, di nazionalità. Nonostante l’orsacchiotto si senta diverso il protagonista del libro lo accetta per come è. Certo se si vuole insegnare ai bambini che le persone trans o omosessuali sono in qualche modo mostruosi il modo migliore è quello di far leggere questa mozione (magari metteteci qualche illustrazione). Secondo la sindaca Martina Vesnaver (eletta dal centrodestra) la soluzione non è togliere il libro dagli scaffali perché «quel libro parla di diversità ed è un concetto che per i bambini è naturale». Per venire incontro alle richieste della Lega la prima cittadina ha annunciato che proporrà «che venga spostato dalla sezione dei piccoli e collocato in quella riservata ai ragazzi più grandi». Resta da capire se ai genitori dei bambini più piccoli sarà consentito di prenderlo in prestito per leggerlo assieme ai loro figli. Oppure pensate che un bambino di 6 anni vada da solo in biblioteca? Non è che la Lega ha paura che siano gli adulti a venire a contatto con libri come questi?

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